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Alla fine dell'anno (Matias Augè)

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La Bibbia presenta la storia come un progredire continuo, guidato dal disegno di Dio, verso un traguardo, un compimento, una pienezza. Il tempo avanza costantemente nella graduale attuazione del progetto divino. Dio interviene nella storia, a cominciare dalla creazione dell’uomo, poi la missione dei grandi patriarchi, dei profeti e degli altri personaggi suscitati da lui nella storia. Fra tutti gli eventi della storia, però, l’evento decisivo è l’incarnazione del Figlio di Dio, evento che segna ciò che la Scrittura chiama “pienezza dei tempi”. Dopo Cristo non attendiamo altro che il compiersi del tutto in lui al suo ritorno alla fine dei tempi. Questa è la visione cristiana del tempo, di ciò che possiamo chiamare tempo oggettivo.               Ma il tempo ha anche una sua dimensione soggettiva, che consiste nella percezione che noi abbiamo di esso, tra l’altro nella capacità che abbiamo di essere in qualche modo contemporanei al passato a

Il mistero dell'Incarnazione secondo Ireneo di Lione (Luigi Padovese - L'Osservatore Romano)

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Che salvezza avrebbe potuto sperare l'uomo se il Salvatore non avesse assunto la sua realtà? E che tipo di speranza avrebbe dovuto nutrire questo uomo se Gesù non gli avesse insegnato come sperare? Il Cristo per Ireneo di Lione diviene l'oggetto e il "maestro della speranza". Ne è l'oggetto proprio attraverso la sua carne terrena. Difatti "sulla carne del nostro Signore irrompe la luce del padre, e brillando a partire dalla sua carne, viene su di noi, e così l'uomo giunge all'incorruttibilità". E altrove:  "Se non è nato [Cristo], neanche è morto; e se non è morto, neanche è risorto dai morti. E se non è risorto dai morti, neanche ha vinto la morte, e non è stato distrutto il regno di questa; e se non è stata vinta la morte, come ci innalzeremo alla vita noi, sin dall'inizio soggetti alla morte?" Di questa speranza si mostra, poi, il maestro per tutti gli uomini avendo passato le età dell'uomo e quindi fattosi pa

Maria SS. Madre di Dio sabato 1° gennaio 2011

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San Capodanno martire Prima Lettura: Nm 6,22-27 Salmo Responsoriale Dal Salmo 66 Seconda Lettura: Gal 4,4-7 Vangelo Lc 2,16-21 Un neonato con gli occhi chiusi e i piccoli pugni serrati cerca il seno acerbo della madre adolescente; un bambino che riceve la visita notturna dei pastori, loschi personaggi dediti al furto e alla menzogna, una grotta nella pianura della splendida Betlemme, adibita a rifugio contro il freddo; un giovane e promettente falegname, finalmente rasserenato dopo una notte travagliata, che cerca cibo e legna per la propria giovane sposa. Immagini di Natale, l’inaudito di Dio, il vero volto dell’Altissimo che, per amore, mette da parte la sua divinità, la sua onnipotenza e diventa accessibile, incontrabile. Natale è Dio che si racconta, Dio evidente. Un nuovo anno In questo clima ci prepariamo ad affrontare la Solennità di Santa Maria madre di Dio. Un cambio d’anno, un evento banal

II domenica dopo Natale (don Claudio Doglio)

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L'"Adorazione dei pastori" di Giorgione (Timothy Verdon - L'Osservatore Romano)

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All'alba del primo giorno La più intima delle messe di Natale è quella celebrata a prima luce, normalmente alla presenza di pochi fedeli. La lettura veterotestamentaria conserva, è vero, gli accenti socio-morali dell'Avvento, descrivendo l'arrivo di un Salvatore nel contempo giudice e vendicatore - "Ecco, ha con sé la sua mercede, la sua ricompensa è davanti a lui" ( Isaia , 62, 11) - e nello stesso spirito il salmo dice del giorno appena incominciato:  "Una luce s'è levata per il giusto, gioia per i retti di cuore" ( Salmi , 96, 11). Ma la bellissima seconda lettura, tratta dalla lettera paolina a Tito, ammorbidisce questo linguaggio, caratterizzando Natale come la manifestazione della "bontà di Dio, Salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini" (3, 4); questa frase è particolarmente eloquente nel latino della Vulgata, dove al posto di "bontà" e "amore per gli uomini" si legge benignitas et humanit

Maria Madre di Dio 1 gennaio 2011 (don Claudio Doglio)

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Maria SS. Madre di Dio sabato 1° gennaio 2011 (Luciano Manicardi)

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Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21  I temi teologici evocati in questa giornata (divina maternità di Maria, circoncisione e imposizione del nome a Gesù) si sintetizzano nel farsi carne in Gesù della benedizione di Dio, e tra i frutti delle benedizione vi è la pace (I lettura). Alcune parole del Card. Giacomo Lercaro esprimono bene la dimensione cristologica della pace come dono di Dio e compito degli uomini : “La pace è la stessa salvezza messianica, congiunta e operata da un’effusione dello Spirito. Ciò è confermato dal Nuovo Testamento, dove Cristo stesso è personalmente la nostra giustizia e perciò la nostra pace; da qui deriva l’ordine e la pace reciproca tra gli uomini: essa infatti non può essere che risonanza dell’amore gratuito e misericordioso di Dio, dagli uomini sperimentato nel perdono delle proprie colpe. E quindi, non potrà non essere perdono reciproco”. Mentre celebrano la divina maternità di Maria, le letture trovano nella paternità di Dio

Omelia 25 dicembre 2010 NATALE DEL SIGNORE (Enzo Bianchi)

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Bose, 25 dicembre 2010 Isaia 9,1-6 Luca 2,1-14   Cari fratelli e sorelle, tante volte abbiamo celebrato questa memoria della nascita di Gesù, abbiamo cercato di essere partecipi del mistero dell’incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo, e può darsi che ci colgano pensieri che, a partire dalla ripetitività, dal ritornare di questa festa, ci facciano misurare ciò che noi celebriamo con i nostri sentimenti. E invece per noi cristiani ciò che è determinante non è ciò che noi sentiamo psicologicamente, ma ciò che viviamo nella fede, ciò che siamo disposti ad apprestare perché l ’opus Dei, il lavoro di Dio in noi, sia veramente efficace, realizzi ciò che viene detto e fatto dalle parole e dai segni della liturgia, parole e segni ai quali vogliamo accordare la nostra mente e anche il nostro cuore. Non sono i segni e le parole che si devono accordare alla nostra mente e al nostro cuore, è esattamente il contrario. Con questa chiara consapevolezza noi ascoltiamo

Nascita e infanzia di Gesù secondo i vangeli apocrifi (Gianfranco Ravasi - L'Osservatore Romano)

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Un divino "enfant terrible" Il 7 novembre di cent'anni fa si spegneva nella stazioncina di Astàpovo, sperduta nell'immensa Russia, il grande romanziere Tolstoj, in fuga dalla sua famiglia e da sé stesso. Pochi sanno che due anni prima, e precisamente il 12 giugno 1908, egli scriveva la premessa a un libretto diviso in 52 paragrafi, nato dai corsi di religione che aveva tenuto l'anno prima ai figli dei contadini della sua tenuta di Jasnaja Poljana e che aveva intitolato Il Vangelo spiegato ai giovani . Aveva scelto i passi evangelici "più accessibili ai bambini", nella convinzione che essi "come disse Cristo, sono in particolar modo recettivi della dottrina del regno di Dio". Ebbene, spesso si ritiene che una delle parti più adatte ai piccoli sia quella che raccoglie i 180 versetti dei cosiddetti "Vangeli dell'infanzia" di Gesù, presenti nei primi due capitoli di Matteo e di Luca. Sicuramente, al centro c'

Alla ricerca del Natale perduto (Enzo Bianchi - La Stampa, 24 dicembre 2010)

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Natale ritorna. Ritorna con la sua luce anche in questi giorni che sono segnati dalle notti più lunghe dell’anno. Ritorna annunciato da milioni di piccole luci che sembrano voler ornare le nostre città e le nostre case. Ritorna nei giorni più freddi e questo suo ritorno annuale, questa ripetizione può anche generare noia e fastidio se ciò che si ripete manca di senso, non accende un certo stupore, non apre alla speranza. Da qualche anno, interrogativi inediti hanno comunque iniziato ad aleggiare sul Natale e sul modo di celebrarlo. Da un lato si è accentuata sempre di più la dimensione commerciale delle «festività di fine anno», che non a caso hanno assunto anche nella terminologia una dimensione slegata dall’evento della nascita di Gesù: ormai pochi, anche tra i cristiani, rammentano e testimoniano nei fatti che il mese precedente il Natale è il tempo dell’Avvento, cioè dell’attesa del ritorno del Signore, e si interrogano sulla coerenza di certi comportamenti con

Il Natale: ma è nato un uomo o un Dio? (Gad Lerner)

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Questo mio dialogo con Enzo Bianchi è uscito su “Il Venerdì” di “Repubblica”. Auguri a tutti voi. Se il Natale è diventato un’orgia consumista priva di spiritualità, non dipende anche dalla sua origine? In fondo è la meno cristiana delle ricorrenze, connotata da una matrice pagana di gran lunga precedente la nascita di Gesù. E il bambinello non vi è forse celebrato come un’antica divinità antropomorfa? So di non scandalizzare il priore del Monastero di Bose, Enzo Bianchi, avanzandogli obiezioni radicali come questa. Dialogare con gli ebrei e con i non credenti è per lui un’abitudine quotidiana. Così come godersi lo stupore del forestiero quando giunge qui sulla Serra morenica fra Ivrea e Biella, specie d’inverno, con i prati ricoperti dalla galaverna e sullo sfondo, bianchissimi, i ghiacciai alpini. Il visitatore non si aspetta la raffinatezza di un centro di studio e di preghiera nel quale la povertà si traduce in cura del bello, la sobrietà del cibo diviene prelibate

Natale giorno sabato 25 dicembre 2010 (Luciano Manicardi)

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Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18   La Parola di Dio che si fa evento storico di salvezza (I lettura), che sempre avviene in uno spazio e in un tempo precisi (II lettura), finalmente si è fatta carne (vangelo). Questo il vertice della volontà di amore e di incontro con l’uomo da parte di Dio . L’incarnazione è la comunicazione della vita di Dio all’uomo in Cristo e questa comunicazione è un atto di amore . Il prologo di Giovanni, narrando la comunicazione della rivelazione di Dio all’umanità, non esprime un astratto concetto teologico, ma un evento vitale nell’ordine dell’amore. La rivelazione è comunicata con un atto di amore e come un atto di amore . In effetti, il Lógos , il Verbo che era “rivolto verso Dio” ( pròs tòn theón : Gv 1,1), in posizione di ascolto e di colloquio intimo con il Padre, fatto uomo nel Figlio Gesù Cristo, ha narrato Dio agli uomini grazie al suo essere “rivolto verso il seno del Padre” ( eis tòn kólpon toû patròs : Gv 1,18), cioè gr

Il nostro tempo per gli altri (Enzo Bianchi - la Repubblica, 23 dicembre 2010)

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Arrivano le feste, ma con esse anche una domanda sempre più pertinente: siamo ancora capaci di fare festa? Riusciamo ancora a segnare un tempo come festivo, diverso dal feriale quotidiano? E, se e quando ci riusciamo, di cosa abbiamo bisogno per distinguerlo dalle ormai sempre più numerose occasioni che abbiamo per festeggiare, stimolati come siamo da un mercato che ci vuole sempre pronti a consumare tempo e denaro in beni fuori dall’ordinario? Finiamo per credere che ciò che caratterizza la festa debba essere l’eccesso, la ricchezza, il poter spendere per il superfluo, lo stordirci con lo stra-ordinario. In questo senso il Natale è divenuta la ricorrenza che più di altre mostra la contraddizione in cui ci troviamo e il conseguente paradosso di trovarci in ansia per la festa: siccome ha perso la preziosità che gli derivava del suo essere unica o quasi durante l’anno, ora sembra condannata a distinguersi dalle mille altre feste che ci siamo inventati attraverso un “d

4° domenica di Avvento (Paola Radif - Il Cittadino)

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Is 7, 10-14 A pochi giorni dal Natale la liturgia vuole farci toccare con mano quale sia stata la gioia di coloro che tra il popolo d’Israele hanno creduto a un’inaudita profezia: ecco, la speranza di millenni trovava significato nelle fragili fattezze di un bambino. L’impensabile e l’impossibile, viene annunciato dal profeta Isaia, prenderanno forma visibile e concreta. Come una spada che taglia un groviglio inestricabile così l’evento dell’incarnazione si colloca tra Antico e Nuovo Testamento, tra la fede in un Dio onnipotente ma irraggiungibile e quella in un Dio che per farsi vicino all’uomo diventa uomo egli stesso. Tutto questo, per realizzarsi, ha bisogno di un contesto, nel quale Dio agisce ma chiede l’accettazione della creatura. Il progetto è grandioso, abbraccia il mondo, unisce cielo e terra. Se una giovane donna accoglierà la proposta, la creazione riacquisterà il suo splendore originario e la salvezza sarà a disposizione di chiunque lo voglia. Una vergine,

26 dicembre 2010 Domenica della Santa Famiglia (don Claudio Doglio)

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Natale notte 24 dicembre 2010 (Luciano Manicardi)

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Is 9,1-3.5-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14 L’Eucaristia della notte di Natale celebra il Cristo risorto e veniente nella gloria facendo memoria della sua nascita nella carne. Se nella notte pasquale cantiamo che “Cristo è veramente risorto!”, in questa notte cantiamo che il Risorto è veramente venuto nella carne umana condividendo il cammino di ogni uomo. Dio si è fatto carne con la nascita, è divenuto corpo, il corpo fisico di Gesù di Nazaret, e ora questo corpo crocifisso e risorto lo attendiamo come corpo glorioso universale e cosmico, perché la sua salvezza raggiunga tutti gli uomini (II lettura) e la sua pace si estenda su tutta la terra (vangelo). Mentre contempliamo il “ Dio-con-noi ” (Mt 1,23), attendiamo il “ Dio-con-loro ” (Ap 21,3). Annunciata profeticamente dalla rinascita gloriosa delle zone settentrionali d’Israele un tempo umiliate (I lettura), la nascita di Gesù a Betlemme di Giudea (vangelo) è l’evento storico che sta alla base della rinascita del

25 dicembre 2010 NATALE DEL SIGNORE (don Claudio Doglio)

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Il realismo di nascere nella storia (Gianfranco Ravasi - IlSole24Ore)

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Una decina d'anni dopo la pubblicazione, avvenuta nel 1982, lo scrittore lombardo Giovanni Testori – a seguito di un incontro pubblico milanese, dedicato a un libro su Maria Maddalena a cui entrambi avevamo collaborato – mi inviò una sua opera poco nota intitolata La maestà della vita. Di lì a poco egli sarebbe morto (nel 1993). Ora, sfogliando di nuovo quelle pagine, m'imbatto in questo paragrafo: «Il Natale è la nascita assoluta che riflette e assume, illumina e redime, benedice e consacra tutte le nascite di prima e tutte le nascite di poi. Ogni uomo che venga alla luce ripete il miracolo del Natale di Cristo; perché è Dio che decide quella nascita; è Lui che vuole quella vita. È proprio ciascuna di quelle nascite, ciascuna di quelle vite, nessuna esclusa, che l'ha spinto da sempre a incarnarsi». Sono parole che invitano spontaneamente a riflettere proprio su quel verbo finale così tipico del cristianesimo, l'«incarnarsi» di Dio. Non per nulla si

25 dicembre 2010 NATALE DEL SIGNORE

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Ecco Dio Prima Lettura: Is 9,1-3.5-6 Salmo Responsoriale Dal Salmo 95 Seconda Lettura: Tt 2,11-14 Vangelo Lc 2,1-14    È solo l’ennesima notte di freddo e di insonnia, passata facendo i turni per vegliare il gregge. Una notte uguale a quella del giorno precedente, una notte uguale a quella di domani. In mezzo: loro, i pastori, che cercano di scaldarsi dalla gelida notte della Giudea. Nei loro cuori rabbia, rassegnazione, disincanto, come sono i sentimenti di coloro che hanno speso tutte le energie per sopravvivere. Piccole vite inutili, rottami della storia, residui dell’umanità. Ce n’erano allora, ce ne sono ancora oggi, sempre più numerosi. Uomini e donne dalla vita anonima, sbiadita, inutile, che si sono arresi davanti al mondo competitivo, altri che non hanno mai neanche iniziato a combattere, sapendosi perdenti.I sogni sono finiti, se mai hanno avuto il coraggio di coltivarli. Penso ai tanti perde

3° domenica di avvento (Paola Radif - Il Cittadino)

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Is 35,1-6; 8-10 La forma verbale più frequente nel profeta Isaia è senza dubbio il futuro: i suoi occhi in qualche modo già vedono i grandi segni  che accompagnano la venuta del Messia. Anche il brano che oggi meditiamo come prima lettura ha queste caratteristiche e, come in tanti passi biblici, anche in esso compaiono scenari naturali. Si ha l’impressione che tutto il creato partecipi della gioia e del rinnovamento che il salvatore d’Israele porterà con sé. Sembra quasi di poter riconoscere nel risveglio degli elementi naturali, nella loro catarsi alla venuta del Messia, un’anticipazione delle parole di S.Paolo ai Romani: “”La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio…e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rom 8, 19-21). Il deserto fiorisce con la bellezza di una distesa di narcisi, il Carmelo verdeggia col folto della sua vegetazione, quel monte

Maria maestra di preghiera (Timothy Verdon - L'Osservatore Romano)

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Eterno pentagramma   Nell'ambito dei "Venerdì di Propaganda ", il 17 dicembre si svolge a Roma, nella Libreria Internazionale Paolo vi, un incontro con Timothy Verdon, autore del libro Arte della preghiera (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2010, pagine 323, euro 27). Nel libro le riflessioni dell'autore sono strettamente unite a un ricchissimo corredo iconografico, parte integrante di una vera propria catechesi portata avanti attraverso l'arte. Pubblichiamo alcuni stralci del primo capitolo.  "Un bambino è nato per noi". Portavoce del popolo che gioisce è Maria, a cui è nato effettivamente il bimbo che Isaia chiama "consigliere mirabile, Dio potente, padre per sempre, principe della pace" ( Isaia , 9, 6c). E proprio come portavoce la vediamo nell'intradosso della cupola del battistero di Padova, dove gli affreschi collocano Maria in mezzo all'assemblea del cielo, più grande degli altri santi, con le m

19 Dicembre 2010 IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A) (Famiglie della Visitazione)

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Matteo 1,18-24 18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20 Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele ,

Il profeta, portavoce di Dio (Gianfranco Ravasi - Jesus dicembre 2006)

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L’Avvento è un tempo liturgico segnato dalla lettura dei libri dei profeti. Il termine greco significa colui che parla "in nome di" Dio. Lo fa pubblicamente, "davanti a" la comunità e i potenti. E con la sua denuncia, rivela il piano salvifico che attende l’uomo.     I l mese di dicembre si apre con l’Avvento, un tempo liturgico "forte", contrassegnato dalla lettura dei profeti. Ebbene vorremmo questa volta fermarci proprio su questa parola greca, usata già dai Settanta per rendere vocaboli ebraici diversi che definivano queste figure decisive per la religiosità biblica. Anzi, il filosofo tedesco Karl Jaspers le considerava «un evento cardine nella storia del mondo». In ebraico si ha per 315 volte il termine nabî’ , forse "chiamato", "eletto"; per 76 volte ’ish ’Elohîm , "uomo di Dio", per 16 volte hozeh ,

19 dicembre 2010 IV DOMENICA DI AVVENTO

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Giuseppe, lo sfortunato Prima Lettura: Is 7, 10-14 Salmo Responsoriale: Dal Salmo 23 Seconda Lettura: Rm 1, 1-7 Vangelo Mt 1, 18-24 Accoglie il Natale chi tiene sveglia dentro di sé la speranza di essere preso dal Signore. Profeti come Giovanni ci invitano a prepararci ad accogliere un Dio che incendia. Come Maria, la nostra vita può diventare la porta d’ingresso di Dio nel mondo. No, non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce. È nato il Signore, è morto ed è risorto. Lo proclamiamo Signore e Dio della Storia. Anche se, come Giovanni il Profeta, possiamo essere attraversati dal dubbio più devastante: sei davvero tu o dobbiamo aspettarne un altro? Ecco la sfida dell’avvento, di questo avvento: fare spazio in noi affinché la luce di Dio possa risplendere. Come è successo al più sfortunato dei santi, Giuseppe.

Appunti di spiritualità dell'Avvento: Maria icona della preghiera (Matias Augè)

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E’ pertinente oggi più che mai il ritorno ai grandi modelli di preghiera cristiana. Infatti la preghiera, come tutte le grandi esperienze, ha bisogno di una “iniziazione”. Bisogna per questo andare alla scuola di qualcuno che si sia immerso egli per primo nel mistero della preghiera e che sia quindi in grado di prendere gli altri per mano ed introdurli in essa. A tale scopo, si potrebbe far ricorso ad alcune figure eminenti e più note della storia biblica o della spiritualità cristiana, cioè ai santi e mistici particolarmente significativi. Ho pensato però che Maria, chiamata dal Catechismo della Chiesa Cattolica “l’Orante perfetta, figura della Chiesa” (CCC, n. 2679), è senza ombra di dubbio, dopo Gesù, l’esemplare di preghiera supremo e universale da proporre a tutti i cristiani.               Il Catechismo contempla la preghiera di Maria nella cornice della storia della salvezza e in stretto rapporto con il ruolo che la Vergine Sa

UOMINI DI DIO (Undicesima Ora)

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Lo scorso mese è uscito nei cinematografi il film Uomini di Dio - Des Hommes et des Dieux - del regista Xavier Beauvois. Il film narra gli ultimi tre anni della vita di 7 monaci trappisti nel monastero di Tibhirine, nell'Atlante algerino, prima di essere rapiti e uccisi. Molto ampio il consenso della critica, ma soprattutto del pubblico. Trailer del film su You Tube Programmazione del film nelle sale cinematografiche della tua città Alcune recensioni sul film

IV domenica di Avvento domenica 19 dicembre 2010 (Luciano Manicardi)

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Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24  L’annuncio della venuta del Signore, che domina l’Avvento, diviene, nella quarta domenica, annuncio dell’incarnazione, della sua venuta nella carne : evento annunciato nella profezia isaiana della nascita di un bambino, un discendente regale (I lettura), manifestato dall’annuncio angelico a Giuseppe della nascita di un figlio da Maria per opera dello Spirito santo (vangelo), proclamato dalla confessione di fede che contiene l’annuncio del Figlio nato dalla stirpe di David secondo la carne e costituito Figlio di Dio secondo lo Spirito mediante la resurrezione (II lettura). Questo annuncio chiede fede e obbedienza : se Acaz, con la sua disobbedienza, mostra la sua incredulità (I lettura), Giuseppe crede all’angelo e gli obbedisce (vangelo); ciò che Dio ha compiuto in Gesù Cristo e che l’Apostolo annuncia agli uomini è volto a ottenere “l’obbedienza della fede” da parte delle genti, ovvero, la fede che si esprime come obbedienza

IV domenica di Avvento Anno A (don Claudio Doglio)

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Giuseppe uomo del sogno e della fede (Manuel Nin - L'Osservatore Romano)

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Con le sei domeniche delle Annunciazioni l'anno liturgico siro-occidentale prepara la nascita del Verbo di Dio incarnato:  nelle prime due con l'annuncio delle nascite del Battista e di Cristo; nella terza e quarta con la visitazione di Maria a Elisabetta e la nascita di Giovanni; nella quinta e sesta con la manifestazione in sogno a Giuseppe e la genealogia secondo Matteo. Queste situano nell'immediatezza anche temporale la nascita di Cristo e anticipano nella celebrazione luoghi e personaggi attorno al neonato:  la città di Betlemme, i pastori, i magi. Nel vespro della domenica della genealogia si canta infatti:  "Cristo Dio, Figlio del Padre, Verbo eterno che nel tuo grande amore per gli uomini hai voluto nascere dalla Vergine pura senza nozze. Sei nato nella piccola Betlemme, tu che riempi i cieli. Hai dormito in una grotta miserabile, tu che cavalchi i cherubini. Sei stato avvolto dai panni, tu che riempi la terra di bellezza e di colori, messo in

Seconda domenica di Avvento (Paola Radif - Il Cittadino)

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Is 11, 1-10 La scena si apre questa domenica con un’immagine semplice, tratta dalla vita dei campi. Ogni agricoltore ha sperimentato la forza della natura che, a tempo debito, esplode con incredibile vitalità: foglie che spuntano, gemme che sbocciano. Qui troviamo un germoglio che squarcia la dura corteccia e offre nuove prospettive di vita al tronco, apparentemente inerte. Questo farà il Messia: darà nuovo vigore al tronco di Israele dal quale la sua opera si diffonderà con rinnovata energia. Chi gli darà tanta forza sarà lo Spirito multiforme del Signore che lo pervaderà con ricchezza di doni. Ed ecco la formulazione di quelli che la Chiesa in seguito elencherà come i doni che lo Spirito Santo elargisce in pienezza a chi lo invoca, attraverso i sacramenti. Isaia ha in mente la fisionomia spirituale del tanto atteso salvatore del mondo, la sua profezia lo descrive nei dettagli. Emerge una figura di uomo che nulla desidera di più della pace. Creerà le condizioni per diffonde

III domenica di Avvento 12 dicembre 2010 (Famiglie della Visitazione)

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Matteo 11,2-11 In quel tempo, 2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3 a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4 Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5 i ciechi riacquistano la vista , gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 7 Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10 Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio me

Lettera agli amici (Avvento 2010 - Monastero di Bose)

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La  Lettera agli amici  è un foglio di notizie  destinato a chi desidera mantenere un legame con la    nostra comunità. La si può ricevere in versione cartacea o in versione elettronica  iscrivendosi alla newsletter  . Esce in genere due volte all'anno. Avvento 2010 n°51   Qiq Avvento 2010 Il contenuto dell'ultima Lettera agli amici  n°51 - Avvento 2010 è consultabile nelle rispettive sezioni: Lettera agli amici Agenda ospitalità Convegno di spiritualità ortodossa 2011 Convegno liturgico 2011 Notizie Fonte: MonasterodiBose

III DOMENICA DI AVVENTO

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Gesù è un bidone ANNO A Prima Lettura: Is 35,1-6a. 8a. 10   Salmo Responsoriale: Dal Salmo 145   Seconda Lettura: Gc 5, 7-10   Vangelo Mt 11, 2-11   Possiamo celebrare cento natali senza che, mai, Dio nasca nei nostri cuori. Perciò ci dedichiamo del tempo, perciò ci concentriamo in questo breve tempo di avvento.  Siamo qui per essere presi, strappati al turbinio della quotidianità, per fare come Maria e dimorare nell’ascolto, per riconoscere i tanti profeti che stanno intorno a noi e ci indicano il Cristo. Il finto Natale che scorsa il festeggiato sfodera il suo vuoto: le luminarie addobbano le nostre città, le vetrine si riempiono di seducenti (e spesso inavvicinabili) doni, lo scipito bambinello è ormai definitivamente dimenticato in nome di una distorta visione del rispetto delle fedi altrui. (In settimana, rientrando da Roma, sul magazine dell’aereoporto ho trovato due-pagine-due ben fatte di spiegazione dei simboli di Natale: la ragione della data, l’albero, i

III domenica di Avvento 12 dicembre 2010 (Luciano Manicardi)

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Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11  L’annuncio della venuta del Signore ; la difficile arte dell’ attesa del Veniente ; la gioia che Colui che viene suscita: questi i temi salienti della terza domenica di Avvento. Che affermano anche la non-evidenza della venuta del Signore. L’annuncio isaiano della venuta liberatrice del Signore raggiunge i figli d’Israele in una situazione di “tristezza e pianto” (Is 35,10); le opere che attestano che Gesù è il Messia, il Veniente, sembrano trascurare la “liberazione dei prigionieri” (Is 61,1; Lc 4,18) e sono narrate a Giovanni che è in prigione e vi troverà la morte (cf. Mt 14,3-12); la comunità cristiana è confrontata con l’annuncio di una venuta del Signore che chiede un atteggiamento di sopportazione, fede, pazienza, simile a quello dell’agricoltore, dei profeti (II lettura), o di Giobbe (cf. Gc 5,11). L’agricoltore attende un frutto che dipende da piogge che possono anche non venire; i profeti hanno parlato e agit

L'Immacolata (Inos Biffi - L'Osservatore Romano)

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Più su del perdono "Non c'è da stupirsi, scrive sant'Ambrogio, che Dio, accingendosi a redimere il mondo, abbia iniziato la sua opera da Maria, così che la prima a cogliere dal Figlio il frutto della salvezza fosse colei per mezzo della quale veniva preparata la salvezza per tutti" ( Expositio evangelii secundum Lucam , ii, 17). Per tutti la grazia proviene dalla Croce di Cristo, anche per Maria di Nazaret. A lei, tuttavia, non giunse, come a ognuno di noi, nella forma di purificazione che deterge dalla macchia del peccato originale, ma come preservazione da essa. La Vergine fu eletta da Dio come preventivamente redenta dal sacrificio del Calvario. La sua storia non incomincia con le tracce lasciate dalla colpa di Adamo, ma subito con i segni della grazia di Cristo, che dall'inizio la sottrasse a ogni impronta o influsso del male. Noi tutti dall'eternità siamo apparsi al pensiero di Dio come dei riscattati dalla contaminazione; Maria, in

III Domenica di Avvento (don Claudio Doglio)

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Immacolata Concezione della B.V. Maria 8 dicembre 2010 (Luciano Manicardi)

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Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38 La promessa di Dio , che afferma che l’inimicizia tra la discendenza della donna e il serpente conoscerà la vittoria della stirpe della donna (I lettura), trova compimento nella nascita del Messia da Maria, la benedetta tra tutte le donne (vangelo), sicché l’autore della Lettera agli Efesini può cantare che in Cristo Dio ha benedetto i credenti con ogni benedizione spirituale (II lettura). Se nel racconto delle origini il peccato si manifesta anche come deresponsabilizzazione (di Adamo come di Eva: cf. Gen 3,12-13), come caduta nel perverso meccanismo della delega e della colpevolizzazione dell’altro, il vangelo presenta Maria come donna che mostra la propria soggettività assumendo la responsabilità della parola che il Signore le ha affidato (“Eccomi…”: Lc 1,38) e la seconda lettura vede i cristiani come chiamati ad assumersi la responsabilità della carità per vivere la santità.

Immacolata Concezione 8 Dicembre (don Claudio Doglio)

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Bibbia e cultura greca (Gianfranco Ravasi - L'Osservatore Romano)

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Tra sapienza e stoltezza Con una tavola rotonda sul tema "Trasmettere il messaggio della Bibbia nella cultura di oggi" si è concluso sabato 4 dicembre alla Pontificia Università Urbaniana il congresso internazionale "La Sacra Scrittura nella vita e nella missione della Chiesa" dedicato all'Esortazione Apostolica Verbum Domini . La tavola rotonda è stata presieduta dal cardinale presidente del Pontificio Consiglio della Cultura che, in occasione dei lavori del congresso, ha scritto per il nostro giornale il seguente articolo. Pubblichiamo anche ampi stralci della relazione del direttore della rivista "Servizio della Parola". La recente esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini ha un intero capitolo dedicato alla "Parola di Dio e culture". È, questa, un'ulteriore declinazione della categoria teologica centrale cristiana, quella dell'Incarnazione. Essa - afferma Benedetto XVI - "rivela anche il leg

Vi resterà il profumo dei miei tigli (La Stampa, 1 dicembre 2010)

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I giorni dell'anno. I ricordi. La memoria delle cose e dei sentimenti. Il presente di una cella che non è segregazione bensì tutt'altro, uno sguardo che spazia sul mondo: di questo e altro è fatto Ogni cosa alla sua stagione , il nuovo libro di Enzo Bianchi (Einaudi, pp. 127, e17), in cui il priore di Bose ripercorre tratti suggestivi della sua vita, delle atmosfere e delle figure che l'hanno accompagnato nel cammino. Il volume sarà presentato oggi a Torino (Teatro Carignano, ore 18) da Ernesto Ferrero e Elena Loewenthal che colloquieranno con l'autore. In questa pagina pubblichiamo un dialogo tra la Loewenthal, scrittrice e studiosa di ebraismo, e Enzo Bianchi.   ELENA LOEWENTHAL. «Ogni cosa alla sua stagione è un titolo forte, pregnante. Non porta il verbo avere che nell'ebraico della Bibbia non esiste «ogni cosa ha la sua stagione»  e richiama invece quell'atteggiamento dativo che in questa lingua sostituisce il possesso. Così, ci

5 Dicembre 2010 II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A) (Famiglie della Visitazione)

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  Matteo 3,1-12 1 In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». 3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto : Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7 Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8 Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste p

Qiqajon Libri per il Natale 2010 (Monastero Bose)

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per regalare agli amici o regalarti un libro o un CD a Natale , freschi di stampa e consigliati dalla nostra comunità , le edizioni Qiqajon segnalano: Vieni sulla nostra strada Preghiere a Cristo pp. 352 - € 22,00 I nedita raccolta di preghiere rivolte a Gesù Cristo, provenienti da tutte le tradizioni ecclesiali e da ogni epoca . Collana: PREGHIERA E VITA SFOGLIA ANGELO CASATI Incontri con Gesù pp. 168 - € 13,00 Collana: SEQUELA OGGI LUCIANO MANICARDI La fatica della carità Le opere di misericordia pp. 208 - € 15,00 Collana: SEQUELA OGGI CD del ritiro di Avvento 2010: ENZO BIANCHI L'amore di Dio e per i fratelli (Mt 25,31-46) 2 CD 1h 30' - € 12,00 Collana: MEDITAZIONI PER AVVENTO-NATALE   ASCOLTA dal 2 dicembre al 31 dicembre 2010 INVIEREMO GRATUITAMENTE:* PER ORDINI SUPERIORI A € 50,00 un libro a scelta tra:   SIMONA MERLO Una vita per gli ul



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