Il cardinale Matteo Zuppi: «Cambiamo il mondo»
Questo articolo è pubblicato sul numero 30/31 di Vanity Fair in edicola fino al 16 agosto 2022 Matteo Zuppi potrebbe essere uno di quei preti nei girotondi delle fotografie di Mario Giacomelli. Alto, magro, movimenti veloci, la tonaca nera che svolazza mentre lui si affretta a chiedere: «Che ce lo abbiamo il quarto d’ora accademico?». Perché c’è sempre qualcuno che deve incontrare, vedere, ascoltare. E potresti scambiarlo per un «don Matteo» qualunque, se non fosse uno dei personaggi chiave della Chiesa di Papa Francesco – da poco più di due mesi è il presidente della Cei, da due anni e mezzo cardinale, da sette arcivescovo di Bologna, dove vive felice, amando la città ed essendone riamato. Ogni giorno dice messa a San Petronio, perché ha scelto di non fare celebrazioni private. Non usa i social (a parte Whatsapp) perché «non è il mio modo», ma «so che hanno fatto una pagina Facebook dove mi prendono bonariamente per i fondelli». La pagina, da seimila seguaci, si chiama «Zuppi che