Sabino Chialà "L'esercizio della coscienza: tra obbedienza e libertà"
Quante volte il termine “coscienza” si presenta sulle nostre labbra! Spesso evocato per giustificarsi, difendersi, rivendicare una certa autonomia rispetto al contesto in cui ci troviamo ad agire. Quante volte ci scopriamo a proferire frasi come: “L’ho fatto in coscienza”, “È la coscienza che me lo impone”, “Nessuno può forzare la mia coscienza”, e simili! Una dimensione cruciale, dunque, perché da essa facciamo dipendere il nostro agire, ma anche ambigua o almeno ambivalente. La crucialità e complessità del tema sono attestate anche dai tanti studi a esso consacrati, che muovono da varie prospettive, filosofiche o teologiche. Trattazioni ben più approfondite di quella qui sviluppata che, come dicevo, intende solo proporre alcuni spunti di riflessione e una via pratica all’uso della coscienza, facendo tesoro dell’insegnamento della Scrittura e della tradizione patristica. Inizio tentando una risposta alla più semplice delle domande: “Cos’è la coscienza? Si tratta di un organo, di uno s