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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022
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Vito Mancuso "Ultima chiamata per una vita davvero umana"

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I numerosi mali di cui soffre la nostra civiltà sono di una tale gravità da generare sconforto e considerare inevitabile la nostra decadenza. Io penso però che occorra reagire a questa rassegnazione interrogandosi sulla possibile terapia. Ne esiste una? Riflettendovi a lungo, sono giunto alla conclusione che essa possa scaturire solo da una capillare educazione finalizzata a valorizzare la nostra essenza specifica di esseri pensanti. Questo quindi occorre fare: riprogrammare totalmente l’offerta formativa della nostra società (dalle scuole materne all’università) in funzione “educativa”. Oggi invece le scuole danno spesso ai ragazzi cose di cui essi non hanno bisogno e trascurano gli strumenti vitali per la conoscenza di sé di cui hanno estrema necessità: è come se a un assetato nel deserto invece dell’acqua si desse una bussola. Ma qual è questa nostra “essenza specifica” su cui concentrare l’educazione? Tutti ricordiamo questi versi di Dante: “Considerate la vostra semenza: fatti non

Alessandro D’Avenia "Santi e Morti, insieme, ci chiedono questo: ne vale la pena?"

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Alessandro D’Avenia Corriere della Sera 31 ottobre 2022 Le feste creano una fessura nel tempo uniforme degli orologi (kronos) perché entri l’eternità, cioè il tempo che non trascorre ma resta come memoria sempre viva: la chiacchierata con un amico senza la paura di piangere, l’inautunnarsi degli alberi in una passeggiata in montagna, il sorriso di una ragazza malata per delle parole a lei rivolte. Il quotidiano nella sua ripetitività cronologica ha bisogno di essere salvato da «eventi» che lo rendono reale, eventi che sin dalle origini dell’uomo erano realizzati da riti, durante i quali si cercava di toccare l’origine di tutte le cose attingendo alla vita degli dei che le avevano fatte. L’uomo ha un bisogno fisico di ricevere ciò che dà energia al suo essere e il sacro è sempre stata la via d’accesso. Cambiano le forme, ma noi votiamo la nostra esistenza sempre e comunque a qualcosa che riteniamo capace di liberarci dalla morte e che rendiamo sacro: carriera, figli, successo, pia

Enzo Bianchi "Perché portiamo i fiori ai morti"

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La Repubblica   31 ottobre 2022 di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell’autore. Gli alberi si spogliano delle foglie e le lasciano cadere a terra, appaiono nebbie mattutine sempre più lente a dissolversi e anche in noi emergono sentimenti velati di oscurità… È autunno inoltrato, è ora di pensare ai nostri morti. Forse per contrastare questa spoliazione in atto, che rende la terra desolata, noi rendiamo alcuni lembi di terra, i cimiteri, simili a prati primaverili in fiore, che con i loro colori trasformano un “campo santo” in una tavolozza che richiama i tramonti, con tonalità penitenziali, violacee o pallide.  Resto sempre stupito da questo ripetersi fedele di gesti che si concentrano ogni anno nel giorno di domani, vigilia dei “morti”.  Andiamo ai cimiteri, puliamo le tombe imbrattate dalle intemperie, portiamo fiori e anche fiammelle, per creare un’atmosfera vissuta già prima, quando eravamo tutti insieme sulla terra. Perché anche nelle tombe preistoriche troviamo sempre “fiori

Rosanna Virgili "Giorgio e Giunia"

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A parte il senso del ridicolo del nostro: “Il Presidente”, io mi metto nei panni della lingua italiana e mi dolgo amaramente del fatto che, dopo decenni che per indicare il femminile s’è dovuta servire di collettivi al maschile, adesso debba perdere persino l’uso del femminile per esprimere una parte, una persona, una donna. Ahimè che tristezza veder scomparire il gentil genere persino dalla grammatica che – con spirito democratico – dava spazio anche a quelle “opposizioni” che furono le donne. Secondo diverse teorie scientifiche si potrebbe rischiare persino di sopprimere l’identità, se non altro culturale, delle stesse.  In effetti il Presidente è determinato nel non voler presentare alcuna differenza che possa segnalare un’alterità femminile: persino i meloni con cui ha giocherellato la sera prima delle elezioni – peraltro in tempo di silenzio elettorale! – sembrava che indicassero i seni femminili invece volevano alludere ai testicoli degli uomini.  Questo non sarebbe, peraltro, ch

Simona Segoloni "Sinodo: molto dipende da cosa si è disposti a sentire"

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Simona Segoloni Il Regno 26 ottobre 2022 Il cammino sinodale delle chiese italiane riprende con una nuova fase di ascolto. Forse perché le resistenze ecclesiali al cammino sinodale sono state molte (e abbastanza prevedibili): autoreferenzialità, clericalismo, paura, maschilismo, ignoranza, lontananza dalla vita concreta e – purtroppo – potremmo continuare. A fronte di tutto questo  un anno di ascolto non ci è bastato. D’altra parte l’ascolto fatto ha condotto a delle sintesi che poi sono state alla base di una sintesi generale. Abbiamo così una base per continuare, ma anche in questo caso le ombre non mancano: le sintesi (dei gruppi, delle diocesi come quella generale) sono state riapprovate? I diversi gruppi, che si sono attivati spontaneamente e hanno inviato il risultato del loro lavoro, hanno potuto verificare che quanto hanno detto sia entrato nella sintesi? Forse è successo qualche volta, ma non in modo sistematico, e forse così corriamo il  rischio che pochi decidano che cosa si

Paolo Bizzeti e Sabino Chialà "Turchia. Chiese e monasteri di tradizione siriaca”

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Milano ( AsiaNews ) - Dopo la Chiesa bizantina e occidentale, quella siriaca - nata “anch’essa ad Antiochia” - è “molto preziosa” perché espandendosi verso est “è rimasta più a contatto con la cultura semitica, con il mondo in cui nasce la Bibbia”. Per questo mons. Paolo Bizzeti , vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia, ha voluto realizzare assieme a fr. Sabino Chialà , priore della Comunità monastica di Bose , un volume intitolato “Turchia. Chiese e monasteri di tradizione siriaca” in italiano, ma a breve tradotto anche in lingua inglese e turca. Il libro in cui si raccontano i principali luoghi della tradizione, con una galleria di immagini, informazioni e cartine, è al centro di un incontro in programma oggi giovedì 27 ottobre a Milano, promosso dalla Fondazione san Fedele al quale parteciperanno anche i due autori.  “Nella liturgia siriaca - racconta ad  AsiaNews  - abbiamo un approccio al mistero della salvezza attraverso immagini, poesie, narrazioni, dif

«Contro la pornografia, educhiamo a sessualità e affettività»

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  Cristina Simonelli Avvenire 29 ottobre 2022 La tentazione della pornografia va di pari passo con l’inadeguatezza della formazione alla sessualità e all’affettività a cui, anche per i giovani i seminaristi, non possiamo rinunciare in contesto culturale sempre più complesso. Lo spiega Cristina Simonelli, fino allo scorso anno presidente del Coordinamento delle teologhe italiane, docente di patristica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, esperta di teologia di genere, tema su cui ha scritto saggi di grande coraggio e profondità  (Dio, patrie, famiglie. Le traiettorie plurali dell’amore,  Piemme, 2016). Parlando ai seminaristi l’altro ieri, papa Francesco è tornato a mettere in guardia dal rischio della pornografia , in questo caso quella digitale. Possibile che giovani preti, religiosi e religiose sarebbero vittime della pornografia a causa un’insufficiente educazione all’affettività e alla sessualità? Sì, la formazione sull’argomento in troppi casi è davvero insufficiente

Mariangela Gualtieri: «Senza gli altri non siamo nulla»

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Capita a volte di sentire una parola che, stagliandosi sul brusio quotidiano, si impone per la sua forza. Una parola capace di zittire i rumori che solitamente ci accompagnano e ci stordiscono e di mostrarci qualcosa di nuovo, o forse di antico, sicuramente profondo.  «… ringraziare desidero / per l’amore, che ti fa vedere gli altri / come li vede la divinità / per il pane e il sale / per il mistero della rosa…» : è accaduto quando Jovanotti, all’ultimo festival di Sanremo, ha letto questi versi di  Mariangela Gualtieri . Strano destino quello dei poeti: per anni creano i loro versi nel silenzio, poi un festival di canzoni li rende noti al grande pubblico Si ricorda quando e perché ha sentito il bisogno di scrivere poesie per la prima volta nella sua vita? Il bisogno di una lingua più espressiva, più parlante della lingua corrente c’è stato in me fin dalla prima infanzia. Ricordo molto bene il disagio di non avere le parole, disagio che mi ha accompagnato per tutta la vita. Ho comincia

Piero Stefani "Tra rischio e vendetta. Alcune glosse al Libro di Ester"

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Il Regno Parole delle Religioni Tra rischio e vendetta. Alcune glosse al Libro di Ester Piero Stefani Ci sono frasi che sembrano senza tempo. La loro formulazione, invero, risente dell’epoca in cui sono state espresse, il loro contenuto appare invece legato a una fatidica ripetitività. In questo novero rientrano le righe seguenti: «Essendo io al comando di molte nazioni e avendo il dominio su tutto il mondo, non volendo abusare della grandezza del potere, ma volendo sempre governare con moderazione e dolcezza, mi sono proposto di rendere quieta la vita dei sudditi e di assicurare un regno tranquillo (…) per far rifiorire la pace sospirata da tutti gli uomini». Con le varianti del caso, sono parole che compaiono sulla bocca di molti governanti odierni. Siamo però di fronte soltanto a una premessa; quanto contraddistingue la posizione autocratica o addirittura totalitaria presente nel passo viene subito dopo: si tratta della saldatura tra il fine di far rifiorire tranquillità e pace e

Enzo Bianchi "La singolarità del cristianesimo”

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Vita Pastorale    ottobre  2022 La singolarità del cristianesimo di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell'autore «È falso sino all'assurdo vedere in una "credenza" il segno distintivo del cristiano: soltanto la pratica cristiana, una vita come la visse colui che morì sulla croce, soltanto questo è cristiano. [...] Ancora oggi una tale vita è possibile, per certi uomini è persino necessaria: l'autentico, originario cristianesimo sarà possibile in tutti i tempi. [...] Non una credenza, bensì un fare, soprattutto un non-fare-molte-cose, un diverso essere» (L'anticristo, Adelphi).  Queste parole di Friedrich Nietzsche costituiscono un buon punto di partenza per interrogarci su che cosa è essenziale alla fede cristiana e sulla singolarità del cristianesimo.  Ai nostri giorni siamo costantemente raggiunti dal messaggio che il cristianesimo è un monoteismo, accanto all'ebraismo e all'islam. Se questa è una verità, è importante per noi cristiani comprend



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