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Visualizzazione dei post da maggio, 2011
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Ascensione del Signore (GIANCARLO BRUNI)

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Giancarlo Bruni,   (1938) appartiene all'Ordine dei Servi di Maria e nello stesso tempo è monaco della Comunità ecumenica di Bose. Risiede un po’ a Bose e un po’ all’eremo di San Pietro alle Stinche (FI). Le due facce dell’Ascensione Domenica 5 giugno, Ascensione del Signore. Letture : At 1,1-11; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20 1.  «Ascensione» è celebrazione di un evento unico a due facce: da un lato la  restituzione di Cristo al « cielo» da cui era venuto, d’altro lato la restituzione dei discepoli alla « terra» a cui vengono inviati: « Perché state a guardare in cielo?» ( At 1,11). Detto altrimenti: perché continuate a fissare il vuoto nella nostalgia e forse nel pianto, simili a Maria di Magdala l’ impossibilitata a immaginare un rapporto con l’amato sottratto allo sguardo, all’essere chiamati per nome e toccati: « Maria, perché piangi?...Non mi trattenere…Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro» ( Gv 20,15-17). L’Ascensione segna al contempo la

Profitto senza rischio: la tentazione di Giuda (P.Mieli Corriere 31/5/11)

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Esce domani in libreria il saggio dello storico medievista Giacomo Todeschini Come Giuda. La gente comune e i giochi dell’economia all’inizio dell’epoca moderna (Il Mulino, pagine 311, € 24). La figura dell’apostolo che tradì Cristo è stata oggetto di complesse riflessioni. Di recente sono usciti libri come Indagine su Giuda di Massimo Centini (Castelvecchi) e Giuda, traditore o amico di Gesù? di William Klassen (Bompiani). Osservazioni interessanti si trovano anche nel saggio di Friedrich Ohly Il dannato e l’eletto. Vivere con la colpa (Il Mulino). Sul piano letterario va ricordato lo scritto di Jorge Luis Borges «Le tre versioni di Giuda», contenuto nel volume Finzioni (Einaudi). Il primo a raffigurare Giuda all’ultima cena che, isolato dagli altri apostoli, si gira a guardarci negli occhi mentre lo stiamo guardando nell’affresco sul muro del refettorio delle Terziarie francescane nel Convento di San Onofrio delle Contesse a Firenze, è stato il Perugino, intorno al 1495. Da qu

Ascensione del Signore (Luciano Manicardi)

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domenica 5 giugno 2011 At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20 Gesù, che “è stato assunto fino al cielo” (At 1,11), che il Padre “fece sedere alla sua destra nei cieli” (Ef 1,20) e che da Dio ha ricevuto “ogni potere in cielo e in terra” (Mt 28,18), fa della sua assenza fisica una presenza invisibile, una  compagnia  nei confronti dei suoi discepoli: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). L’esito del dono della vita  per  i suoi amici, gli uomini, è l’essere  con loro per sempre, in modo misterioso, ma reale. “Là dove ci ha preceduto la gloria del capo, è chiamata altresì la speranza del corpo”, afferma Leone Magno a proposito dell’ascensione ( Sermo  73,4). E la seconda lettura parla espressamente della  speranza  dischiusa dalla vocazione cristiana, dal Cristo risorto e asceso al cielo (cf. Ef 1,18); speranza escatologica, ma che inserisce pienamente nella storia i cristiani chiamandoli alla testimonianza in forza dello Spirito santo (I let

Geremia. Questo tempio è un covo di ladri

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Il libro di Geremia è il secondo tra i profeti maggiori, ma è il primo come ampiezza di materiale e ricchezza di informazione storico-biografica; è unico per la ricchezza psicologica e per quanto lascia intravedere dell'azione misteriosa di Dio nell'animo del profeta. Colpisce in effetti l'abbondanza di racconti sulle vicende personali del profeta, nei quali ci è proposta una vivace testimonianza di come la missione profetica fosse compresa e vissuta dai suoi protagonisti. ALLE PORTE DEL TEMPIO DI GERUSALEMME             Dopo la narrazione della sua vocazione profetica e la presentazione dei suoi primi interventi pubblici (capitoli 1-6), inizia con il capitolo 7 una nuova sezione del libro, inaugurata da un discorso proclamato alle porte del tempio di Gerusalemme (7,2), postazione attraverso la quale dovevano transitare tutti i fedeli che si recavano al santuario per offrire sacrifici e innalzare preghiere. Dal capitolo 26 apprendiamo che il discorso che segue fu pronuncia

CONOSCIAMO LA BIBBIA: Giosuè

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VI domenica di Pasqua (don Claudio Doglio)

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VI domenica di Pasqua (Fam. Visitazione)

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Giovanni 14,15-21 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15 «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16 e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 1) Se mi amate, osserverete i miei comandamenti : con questa associazione amare/osservare, il Signore richiama le parole del Deuteronomio, come ad es. in Dt 5,10: mantiene l’alleanza e la bontà per mille generazioni con coloro che lo aman

VI domenica di Pasqua

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29 maggio 2011 - Cristiani credibili Viviamo tempi difficili, inutile negarlo. Difficili umanamente, difficili cristianamente.  Il futuro è denso di nubi scure e il rischio di vedere sempre e solo il negativo rischia di contagiare anche i cristiani più virtuosi. Non so a voi, ma a me il clima di contrapposizione feroce delle idee e delle posizioni mette profondamente a disagio. Si è di qua o di là, di destra o di sinistra, credenti o atei, di una squadra o dell’altra. E se uno non si ritrovasse? La cronaca aumenta il disagio, per noi cattolici, quando leggiamo di comportamenti incomprensibili da parte di coloro che dovrebbe condurre il gregge e che, invece, lo opprimono con la violenza. Eppure siamo ancora qui a meditare un vangelo pasquale, di resurrezione, di fiducia, di gioia e conversione. Un vangelo che ci indica una strada, difficile, ma possibile, per custodire la speranza, per dare ascolto alla foresta che cresce e non lasciarci intimorire dal frastuono del

VI domenica di Pasqua (Giancarlo Bruni)

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Giancarlo Bruni,   (1938) appartiene all'Ordine dei Servi di Maria e nello stesso tempo è monaco della Comunità ecumenica di Bose. Risiede un po’ a Bose e un po’ all’eremo di San Pietro alle Stinche (FI). Gli amici del Signore 29 maggio 2011. 6ª Domenica di Pasqua. Letture : At 8,5-8.14-17; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21. «Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» 1.  La tavola è luogo di comunione, di condivisione e di comunicazione non solo di notizie ma di quanto pulsa veramente nel cuore detto con gesti, con silenzi e con parole. Così Gesù ha vissuto la sua Ultima cena con i suoi, iniziata in Giovanni con il gesto della lavanda dei piedi e proseguita con un discorso testamentario la cui chiave di lettura è racchiusa nel termine « amicizia» : « Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici , perché tutto quello che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (

Parole di vita 2/2011

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Racconti della Bibbia Sommario     Claudio Doglio Editoriale   2     Dionisio Candido Il libro di Ester nei suoi testi   4     Donatella Scaiola Un vuoto da riempire (Est 1-2)   12     Guido Benzi La decisione (Est 4)   18     Claudio Doglio Le preghiere di Mardocheo ed Ester (Est 4,17a-z)   23     Tiziano Lorenzin Il rovesciamento delle sorti (Est 9)   30     Dionisio Candido Espedienti narrativi nel libro ebraico di Ester   36     Sebastiano Pinto La collaborazione dell’uomo alla salvezza di Dio   42     PER LEGGERE IL LIBRO DI ESTER   Dionisio Candido Bibliografia ragionata   48     SCHEDE PER IL GRUPPO BIBLICO   Serena Noceti Scegliere con responsabilità   49     INTRODUZIONE ALL'ANALISI NARRATIVA   Annalisa Guida Fabula, intreccio, trame   51     «ANTICHE STANZE»   Marco D’Agostino Le feste: possibilità divina d’incontrare l’uomo   54     APOSTOLATO BIBLICO   Valentino Bulgarelli L’esperienza nella diocesi di Bergamo   57

VI domenica di Pasqua (Luciano Manicardi)

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domenica 29 maggio 2011 Anno A At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21 Prima di passare da questo mondo al Padre, Gesù promette ai suoi discepoli il dono dello  Spirito , del Paraclito, ovvero dell’avvocato difensore che proteggerà i discepoli stessi nella lotta che dovranno sostenere in un mondo ostile (vangelo); questo Spirito guida la presenza cristiana nel mondo sulla via della mitezza e del rispetto degli “altri”, i non credenti (II lettura) e accompagna la predicazione degli apostoli che dà vita a nuove comunità cristiane (I lettura). Dall’evento pasquale sgorga la  speranza come responsabilità  dei cristiani. Di essa i cristiani devono essere “sempre pronti a rispondere a chiunque ne chieda loro conto” (1Pt 3,15). “Sempre”, dunque in ogni ambito e momento della vita; “a chiunque”, dunque non a qualcuno sì e ad altri no, ma a tutti. Inoltre di essa i cristiani devono “rispondere”, cioè divenire responsabili: è la testimonianza che solo loro possono dare al mon

Incontri sull'Eucaristia

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Il portico di Salomone Incontri biblici a Oliveto (Monteveglio) tenuti da Giovanni Paolo Tasini Incontri sull'Eucaristia - aprile-giugno 2011 ore 19,30-21,30 a Oliveto(Monteveglio) Il Rito dell'Eucaristia Locandina di presentazione sabato 30 aprile L’INGRESSO NEL SANTUARIO : la purificazione del cuore - l’offerta delle intenzioni e l’offerta dei doni Sussidio sabato 7 maggio LA PREGHIERA DELLA COMUNITA' SACERDOTALE : il ringraziamento a Dio, la lode del Santo, l'invocazione dello Spirito santificante Sussidio Fonte:  portico

V domenica di Pasqua (Fam. Visitazione)

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Giovanni 14,1-12 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 1 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4 E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è i

Varazze 2011: “Incontri secondo Luca” (don C.Doglio)

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Varazze 2011: “Incontri secondo Luca”. 1. Chiamata di Simone 2. Perdono alla peccatrice 3. Marta e Maria 4. Donna curva 5. Buon ladrone 6. Discepoli di Emmaus Scarica l'intero corso  Incontri secondo Luca

V domenica di Pasqua (Giancarlo Bruni)

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Giancarlo Bruni,   (1938) appartiene all'Ordine dei Servi di Maria e nello stesso tempo è monaco della Comunità ecumenica di Bose. Risiede un po’ a Bose e un po’ all’eremo di San Pietro alle Stinche (FI). Chi vede me vede il Padre e l’uomo 22 maggio, 5ª domenica di Pasqua. Letture:  At 6,1-7; 1 Pt 2,4-9; Gv 14,1-12 1.  «Dove vai?» (Gv 16,5) e che ne sarà di noi sono alcune tra le domande sottese ai «discorsi di addio» del Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,31-16,33) nei quali Gesù, a tavola, lascia ai suoi parole che hanno il sapore di un testamento, perle preziose affidate a cuori attenti. Come già Giacobbe con Giuseppe (Gen 47,29s), Giosuè con l’intero Israele (Gs 23) e Davide con Salomone (1 Re 2,1-9). Parole indice di una grande tenerezza nei confronti di amici per i quali non ci sono segreti (Gv 15,15), eppure tristi e angosciati dinanzi all’annuncio di un addio imminente che non deve significare rottura di un rapporto e venir meno di una fiducia: «Non sia

V domenica di Pasqua

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22 maggio 2011 - Via, verità, vita Non dobbiamo avere paura, dice Gesù. E usa il verbo che indica il timore suscitato dalla tempesta in mare. È vero: nelle vicende della vita molto spesso ci sentiamo come in mezzo ad una tempesta, senza riuscire a governare la barca. Il clima di tensione che viviamo, la precarietà economica, lo sbriciolamento dei valori, l’insignificanza della Chiesa non fanno che appesantire il clima, la sensazione di essere alla fine di un’epoca. Non abbiamo paura, ci rassicura il Signore, confidiamo in lui, casa del Padre, che ha posto nel suo cuore, che ci prepara un posto. In mezzo alle vicende della vita Gesù Maestro ci indica la strada per scoprire il vero volto di Dio e, di riflesso, il volto di noi stessi. Sono le parole forti che la liturgia ci consegna, oggi, parole che Gesù ha pronunciato, secondo l’evangelista Giovanni, durante la sua ultima cena, una sorta di testamento per i discepoli.

V domenica di Pasqua (Luciano Manicardi)

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domenica 22 maggio 2011 At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12 Il Cristo risorto, andato al Padre (vangelo), è il fondamento dell’edificio spirituale che è la chiesa (II lettura): è in riferimento a lui, con la preghiera che guida il discernimento, che i credenti affrontano i problemi della comunità cristiana cercando di farlo regnare sulla vita della comunità (I lettura). Il Cristo che lascia i suoi discepoli e sale al Padre chiede loro la  fede  (cf. Gv 14,1.10.11.12); la chiesa fondata sul Crocifisso Risorto è l’insieme dei credenti chiamati a “offrire sacrifici spirituali graditi a Dio” (1Pt 2,5): il riferimento è certamente alla  liturgia , ma più estesamente al  culto nell’esistenza quotidiana , a fare del quotidiano il luogo dell’adorazione di Dio in cui il credente offre il proprio corpo in “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rm 12,1); i problemi organizzativi della comunità, che rischierebbero di  soffocare ciò che è essenziale nella chiesa, devono essere ri

Omelia IV domenica di Pasqua (padre C. Moro)

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Omelia della IV Domenica di Pasqua a cura di Padre Carlo Moro Priore del Santuario della Madonnetta di Genova durante la messa di domenica 15 maggio 2011 alle ore 11.

IV domenica di Pasqua (Famiglie Visitazione) 2011

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Giovanni 10,1-10 I n quel tempo, Gesù disse: 1 «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4 E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6 Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7 Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e trover

RAIDUE La storia siamo noi - Madonna di Fatima

IV domenica di Pasqua 2011

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Pecore e pastori È risorto, il Maestro. Lo hanno visto, incontrato, abbracciato. Hanno pianto e riso i discepoli, stupiti, perplessi, scossi. Ci vuole del tempo per credere, lo sanno, lo sappiamo. Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro, Maria di Magdala che non si stacca dal suo dolore, Tommaso e la sua straziante sofferenza, i discepoli di Emmaus e la loro speranza delusa… Convertirsi al risorto non è un affare di pochi minuti, non è un percorso per uomini deboli, ma per uomini e donne forti e tenaci. Li raggiunge, il Maestro, là dove sono, nella condizione in cui sono. Li raggiunge e li aiuta a superare ogni paura, ogni sofferenza. Li raggiunge perché li ama, perché vuole per loro salvezza piena, perché li aiuta nello scoprire Dio e nello scoprirsi credenti. Lo fa perché la loro vita è preziosa al suo sguardo. Lo fa perché sa dove portarli, dove portarci.

EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO - 7 (Paola Radif - Il Cittadino)

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Capitolo 3  (Seconda parte) A partire dalla nota affermazione di Tertulliano: “Cristiani si diventa, non si nasce”, è possibile riconoscere la dimensione educativa nella vita cristiana. Educatori ed educandi intrecciano infatti un’esperienza umana e spirituale in un itinerario condiviso. Educare richiede un impegno nel tempo e non può quindi ridursi a interventi frammentari. La relazione educativa si forma, cresce e matura nell’incontro con la libertà dell’altro, ed è strettamente connessa con l’essere figli. Come il bambino impara a vivere guardando ai genitori e riceve un’impronta indelebile da questa sua prima esperienza, così poi il processo educativo continua nella vita. È un cammino che fa progredire verso la maturità impegnando la persona in una formazione permanente i cui elementi chiave sono: il tempo, il coraggio, la meta. Al centro dell’esperienza cristiana c’è l’incontro tra la libertà di Dio e quella dell’uomo: quest’ultima viene continuamente educat

IV Domenica di Pasqua 2011 (Giancarlo Bruni)

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Giancarlo Bruni,   (1938) appartiene all'Ordine dei Servi di Maria e nello stesso tempo è monaco della Comunità ecumenica di Bose. Risiede un po’ a Bose e un po’ all’eremo di San Pietro alle Stinche (FI). Io sono colui che orienta 15 maggio. Quarta domenica di Pasqua. Letture : At 2,14a.36-41; 1Pt 20b-25; Gv 10,1-11. «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato» 1.  Spaesamento e disorientamento appartengono alla storia dell’uomo. La carovana degli sradicati dal loro paese di origine e dei recisi dal villaggio degli orizzonti di senso fa parte del paesaggio quotidiano. Questo esserci senza vie d’uscita e senza guide disinteressate genera quel senso diffuso di smarrimento che possiamo descrivere con le parole del profeta: «Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada» (Is 53,6), e dell’apostolo: «Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime» (1 Pt 2,25). L’esperienz

Amerai il tuo prossimo come te stesso (E. Bianchi)

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Bose, 9 maggio 2011 “ Ogni uomo è il mio prossimo ” (Gerolamo): è l’altro che incontriamo e verso cui dobbiamo farci vicini per renderlo prossimo. In ogni amore c’è un legame che va custodito e fatto crescere, e nel contempo  una provocazione ad uscire da noi stessi .  Amare il prossimo significa  ricercare il bene dell’altro,  operare a favore dell’altro , con un atteggiamento di giustizia e di fraternità nei suoi confronti. In questo doppio CD è inciso  l’incontro  tenuto da fr. Enzo Bianchi a Bose l’8 maggio 2011. ascolta un passaggio:  per ordinare il CD: Amerai il tuo prossimo come te stesso VAI A TUTTI I CD di ENZO BIANCHI

IV domenica di Pasqua (Luciano Manicardi)

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domenica 15 maggio 2011 At 2,14.36-41; Sal 23; 1Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10 La quarta domenica di Pasqua contempla il Risorto quale pastore della chiesa. Il pastore indica al gregge la via da percorrere e il Cristo-Pastore indica alla chiesa la via che essa deve seguire. Via che, secondo la prima lettura, si chiama  conversione . “Convertitevi” ( Metanoésate : At 2,38), risponde Pietro alle folle di Gerusalemme che gli chiedevano: “Che cosa dobbiamo fare?” (At 2,37). L’attività pastorale degli apostoli suscita un itinerario che, a partire dall’ascolto della parola predicata e dalla fede, si dipana in alcune tappe:  conversione; battesimo; remissione dei peccati; effusione dello Spirito . Tutto questo conduce all’aggregazione alla comunità cristiana (cf. At 2,41). La seconda lettura mostra il modello di questo cammino di salvezza: Cristo. Il Cristo che ha sofferto la passione e la morte lascia ai suoi seguaci un tracciato affinché seguano le sue orme (cf. 1Pt 2,21). Così essi, come p

Storia e mistero, ecco dove è nato il Rosario (R.Sangalli)

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Il rosario è una preghiera radicata nell’annuncio del Vangelo. Esso consiste nel sostare sui vari momenti del mistero dell’incarnazione e della redenzione, accompagnandosi innanzitutto con la preghiera che Gesù ci ha insegnato (per imparare a compiere la volontà del Padre), poi ribadendo come Maria abbia detto il suo “sì” centrato su Gesù, per rendere infine, con la vita, gloria alla Santissima Trinità. Il mistero  non è un qualcosa di separato da noi, inconoscibile ed oscuro. Al contrario è un invito ad entrarvi, coraggiosamente, per poterne comprendere la natura ed il beneficio che ce ne scaturisce. Maria ha lei stessa dovuto misurarsi con questo progressivo immergersi battesimale nella volontà di Dio, meditando ogni cosa nel proprio cuore, mettendo insieme come un mosaico, un tassello per volta, giungendo a vedere la meraviglia del disegno di amore di Dio per l’umanità. Maria ne è preceduta (significativamente nel rosario non c’è un mistero dedicato alla sua immacolata conc

Caro Diogneto (JESUS, maggio 2011 Enzo Bianchi)

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“ ‘Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?’ La sentinella risponde: ‘Viene il mattino... se volete, pregate... convertitevi!’ ”. Le parole del profeta Isaia (21,11-12) risuonano insistentemente nei cuori e sulle labbra dei credenti in questi ultimi tempi, perché la sensazione è quella di dover attraversare una stagione buia, di dover percorrere un sentiero nella nebbia. Addirittura “manca il respiro”, come ha scritto qualcuno, ed è sensazione che si avverte nella società come nella chiesa. E se in passato qualcuno denunciava solo la crisi della società, dell’occidente, dell’Europa, ora ci si rende conto di quanto questa crisi sia oggettiva, profonda ma riguardi anche le comunità cristiane, le chiese: nella crisi della civiltà occidentale si colloca infatti anche la crisi della chiesa. Né potrebbe essere altrimenti: innanzitutto perché il cristianesimo appartiene alla genealogia di questa cultura e poi perché è sempre forte e attraente la tentazion

“Dalla contemplazione del volto all’incontro con la Persona”

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Conferenza di don Claudio Doglio per il Gruppo genovese di Rinascita Cristiana tenuta il 24 marzo 2011 presso la chiesa di San Bartolomeo degli Armeni in Genova sul tema «Dalla contemplazione del Volto all’incontro con la Persona» si narra l’origine della reliquia del « Santo Mandilion » e si riflette sul tema della ricerca del Volto di Dio per la nostra attuale spiritualità Ascolta   iconesacregenova SCARICA IL FILE AUDIO IN MP3

III Domenica di Pasqua (Giancarlo Bruni)

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Giancarlo Bruni,   (1938) appartiene all'Ordine dei Servi di Maria e nello stesso tempo è monaco della Comunità ecumenica di Bose. Risiede un po’ a Bose e un po’ all’eremo di San Pietro alle Stinche (FI). Commensali del Risorto 8 maggio, 3° domenica di Pasqua .  Letture : At 2,14a.22-33; 1Pt 1,17-21; Lc 4,13-35. «Lo riconobbero nello spezzare il pane» 1.  Il generato dall’eternità dal Padre nel silenzio, il disceso nel tempo dal silenzio e il  partorito da una donna  nel silenzio è il risvegliato-alzato e l’esaltato-glorificato dal Padre nel silenzio. La risurrezione, al pari dell’ in principio  e della incarnazione, è un evento che investe in maniera unica la relazione Padre-Figlio, lontano da occhi indiscreti e da racconti diretti; evento donato alla intelligenza del cuore e affidato alla «castità» della immaginazione e alla sobrietà della narrazione (R. Vignolo). Vi sono momenti che appartengono esclusivamente agli amanti e vi sono momenti in cui gli effetti de

III Domenica di Pasqua

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08 maggio 2011 - Viandanti È uno dei brani più conosciuti e più belli dell’intero vangelo. Nel racconto dei discepoli di Emmaus che, scoraggiati, tornano a casa loro scappando da Gerusalemme, san Luca concentra una riflessione assolutamente esemplare sulla capacità che noi uomini abbiamo di complicarci la vita. Sono tristi, i discepoli, e parlano delle loro disgrazie. Tristi, e si caricano a vicenda, facendo a gara a chi si butta più giù, come si fa, a volte, fra persone scoraggiate. Come se ci fosse un premio da vincere: lo sfortunato del mese. Il loro cammino è di reciproca lamentazione, di progressivo affossamento.  Sconcertante. È terribile avere a che fare con persone che, quando vedono che sei afflitto, invece di incoraggiarti iniziano anch’esse a fare l’elenco delle loro disgrazie. Mal comune non fa mai mezzo gaudio.  Spesso, fa doppia tristezza.



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