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Visualizzazione dei post da novembre, 2022
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Massimo Recalcati “L’idiota della famiglia. Il timore di non farcela”

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Mercoledì 21 settembre 2022 , alle  ore 17:30 , viene ufficialmente inaugurato l’anno accademico 2022/23 presso il  Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia  con la  lectio magistralis  del  Prof. Massimo Recalcati  dal titolo:  “L’idiota della famiglia. Il timore di non farcela” . Un titolo che, tratto dalla biografia filosofica scritta da Sartre su Gustave Flaubert, il quale non era considerato troppo promettente da bambino, si riferisce alle vere o presunte difficoltà di apprendimento dei ragazzi, acutizzatesi dopo due anni di pandemia. L’autore di “L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento” (in cui sosteneva come il bravo insegnante fosse colui che sa fare esistere nuovi mondi, che sa fare del sapere un oggetto del desiderio in grado di mettere in moto la vita e di allargarne l’orizzonte) ritorna su un tema cruciale del nostro presente, offrendo riflessioni che aprono varchi nell’incertezza generale.

Rosanna Virgili “La vita nuova: il Battesimo”

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Si è concluso con l’incontro sul tema “ La vita nuova: il Battesimo ”, guidato dalla biblista  Rosanna Virgili , il percorso di formazione pastorale di base “ Credi tu questo? ”. Carpi lunedì 7 febbraio 2022 C’è una preoccupazione nei vescovi e nella Chiesa tutta: il calo dei battesimi che giunge dopo quello degli altri sacramenti (l’Eucaristia, la Cresima, il matrimonio). Ed ecco la domanda con cui vorrei dare avvio alla nostra riflessione: perché battezzarsi o far battezzare i propri figli interessa sempre di meno?  La dottrina  Come ogni sacramento anche il Battesimo ha una storia legata alla storia della Chiesa. Immagino che molti di noi colleghino quasi scontatamente il Battesimo al peccato originale, che l’acqua in cui il bambino viene immerso – o da cui viene più simbolicamente asperso – lo “lavi”, liberandolo dalla prigionia dello stesso. Esso è, infatti, un peccato che il battezzando, nel caso in cui fosse un bambino, non avrebbe potuto commettere personalmente ma nel quale è

Rosella De Leonibus "Trauma e resilienza"

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Rosella De Leonibus   Rocca n. 23 del 1 dicembre 2022   rubrica Psicologia In condizioni estreme, quando tutto intorno sembra andare nella direzione della morte, e gli spiragli per l’uscita sembrano tutti soffocati, là nel cuore elle esperienze traumatiche possono iniziare i processi di resilienza. Processi, appunto, non caratteristiche già presenti, non la pepita d’oro che avevo già in tasca, ma la perla che formo pian piano per curare la ferita delle esperienze traumatiche. Si parla ovunque di resilienza oggi, perfino nel PNRR, la si invoca anche, in modo da esorcizzare le conseguenze amare delle situazioni estreme. E proprio perché è diventata una parola perfino abusata, allora vale la pena di definirla ancora una volta. Viene dalla fisica dei materiali, il concetto di resilienza, e racconta la capacità di un corpo, di un materiale, non solo di resistere agli urti, ma di riprendere la sua forma. In termini umani o sociali, resilienza è la sequenza dei passaggi o delle condizioni che

Enzo Bianchi "Dalla fraternità la vera riforma della Chiesa”

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Vita Pastorale    dicembre  2022 Dalla fraternità la vera riforma della Chiesa di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell'autore Senza una conversione non ha senso riunirsi per l’eucaristia né la predicazione del Vangelo Il 27 ottobre 2022 è stato presentato in conferenza stampa il  Documento per la Tappa Continentale del Sinodo sulla Sinodalità , sul tema: “Per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Il Card. Mario Grech, con un intervento puntuale ed essenziale, ha sottolineato che il documento è una fedele restituzione delle sintesi espresse dalle diverse conferenze episcopali, mentre altri hanno cercato di illustrarne la struttura e le intuizioni. In tal modo le chiese possono mettersi in ascolto l’una dell’altra in vista delle assemblee continentali che si terranno nell’anno che inizia. ​ Indubbiamente questo documento è la testimonianza di una novità assoluta nella storia di tutte le chiese, e non solo della cattolica: per la prima volta si è prestato 

Gianfranco Ravasi: “Neppure gli atei sono più quelli di una volta”

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“L’uomo di cultura cristiano deve stare alla frontiera, i piedi ben piantati sul proprio terreno, quello della fede, ma continuando a guardare ciò che sta al di là”. Intervista a tutto campo a Gianfranco Ravasi , in libreria con “Breve storia dell’anima” (“Siamo in un mondo che ha smarrito l’anima e non se ne duole, né tanto meno si preoccupa di riconquistarla. Casomai, è il corpo a dettare legge”), e divulgatore appassionato, ogni giorno protagonista su Twitter (“TikTok? Non l’ho ancora provato…”): “Siamo nella civiltà dell’immagine e Gesù già utilizzava le parabole, che sono racconti visivi… oggi utilizzerebbe i social”. Spazio a diverse riflessioni sulla crisi del cristianesimo, naturalmente: “Interessarsi dell’anima o di Dio è una forma di provocazione per il nostro tempo, nel quale non c’è una negazione radicale, strutturale, cosciente e coerente di Dio… domina invece l’apatia, che trascolora in quello che definisco apateismo, la cifra costitutiva del presente”. Il cardinale parl

Enzo Bianchi "Chi sono i credenti"

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La Repubblica   28 novembre 2022 di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell’autore. In una conversazione con un teologo cristiano sul tema della fede Umberto Galimberti a un certo punto insorge e dice con forza: «Mi sento offeso dalla cultura cristiana che chiama quelli che non credono “non credenti”, al negativo, e quelli che non credono in Dio “atei”, che è un altro negativo.  Abbiamo diritto di cittadinanza senza essere definiti in negativo». Questa rivendicazione è significativa: da un lato attesta la difficoltà da parte dei cristiani di definire chi non si professa credente in Dio come loro, dall’altro mi sembra si possa individuare qui una domanda per i cristiani.  Chi è colui che crede? Credere significa aderire, fare fiducia, mettere la fiducia in… Credere ingloba in sé la speranza. Siamo consapevoli che se pur c’è una differenza cristiana questa non sta nella capacità di credere: molti umani vivono di fede, nutrendo ogni giorno pensieri e atti di fiducia, aderiscono a un ori

Alessandro D’Avenia "Spasimante"

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Alessandro D’Avenia Corriere della Sera 28 novembre 2022 Innamorato. Così voglio morire. Non parlo della follia dell’inizio di una storia, ben espressa in italiano con «infatuato» e in inglese con «fallen in love», cadere nell’amore come in una buca. Innamorarsi, come qui lo intendo, non è cadere, ma far accadere, permettere ad altro (cosa o persona) di «farsi vivo» in e grazie a noi, in-amorarsi è porsi in condizione permanente d’amore, cioè di gioia. L’innamorato, per quanto costi impegno, sceglie di avere sempre una storia d’amore con il mondo, di esserne «cotto», messo «a fuoco». Ma questo non accade per caso come crediamo oggi, tanto che poi siamo convinti che l’amore, con eguale fatalità, finirà. Chiamiamo «caso» ciò che ignoriamo e di cui vorremmo avere il controllo: come far accadere «sempre e per sempre» l’amore. Possiamo vivere un quotidiano innamoramento, senza essere degli illusi fuori dalla realtà? Bisogna «diventare» amore, cioè avere, in superficie, una pelle che s



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