Commenti Vangelo 9 dicembre 2018 II Avvento
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VIVERE L'AVVENTO
Ciclo liturgico C
Seconda Domenica
Vangelo: Lc 3, 1-6
Ciclo liturgico C
Seconda Domenica
Vangelo: Lc 3, 1-6
L'Avvento è attesa, atmosfera carica di preghiera che promette l'arrivo certo del Messia. Se ai tempi di Gesù l'attesa era sostenuta dalle profezie, oggi è calata nella fede, certificata da un evento storico di due millenni fa. Noi attendiamo ciò che già conosciamo, eppure ogni volta ci commuove: è il mistero del Dio Bambino che viene per salvarci dal peccato: tutti, e per sempre.
Ogni evento importante va, tuttavia, preparato e per questo la liturgia propone durante le tappe di avvicinamento al Natale la figura del Battista, il Precursore per eccellenza, colui che con la sua vita ha educato al senso dell'attesa orante modificando mentalità e abitudini per essere pronti a incontrare un messaggio tutto nuovo. Le sue non sono indicazioni teoriche, tutt'altro, perché, incarnate in lui, tratteggiano i lineamenti di ogni uomo che davvero vuole sperimentare una personale conversione. I requisiti necessari sono: la volontà di cambiare radicalmente vita, la ricerca dell'essenziale in contrapposizione alla superficialità, imparare a rinnegare se stessi per trovare qualcosa di più alto e prezioso. E' questo il terreno su cui la venuta di Gesù opererà grandi cose, come garantisce Giovanni nello scenario scabro di un deserto fisico e spirituale: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.
Il Battista esorta a una totale trasformazione interiore, un' inversione di rotta. Ciò che Giovanni dice può adattarsi a grandi e piccoli: è nel silenzio che Dio si lascia incontrare, è nel deserto delle rinunce, quando sembra di non aver più nulla, che si scopre il vero valore di ogni realtà terrena.
Quindi, anche ai ragazzi si può chiedere talvolta un sacrificio: loro non si tirano indietro, ma giustamente hanno bisogno che esso venga motivato per poterlo accettare di cuore. Piccoli sacrifici in Avvento, fioretti in Quaresima o nel mese di maggio, possono essere suggeriti per aiutare qualcuno, ma anche, semplicemente, per amore di Gesù. Saranno un gesto di perdono, una proposta di pace tra amici, un silenzio che brucia per l'orgoglio ferito da un'ingiustizia: tutto in perfetta gratuità. In apparenza, si offre senza ricevere niente in cambio: solo in apparenza, però, perché il Signore ha buona memoria e si ricorderà di tutto.
Ogni evento importante va, tuttavia, preparato e per questo la liturgia propone durante le tappe di avvicinamento al Natale la figura del Battista, il Precursore per eccellenza, colui che con la sua vita ha educato al senso dell'attesa orante modificando mentalità e abitudini per essere pronti a incontrare un messaggio tutto nuovo. Le sue non sono indicazioni teoriche, tutt'altro, perché, incarnate in lui, tratteggiano i lineamenti di ogni uomo che davvero vuole sperimentare una personale conversione. I requisiti necessari sono: la volontà di cambiare radicalmente vita, la ricerca dell'essenziale in contrapposizione alla superficialità, imparare a rinnegare se stessi per trovare qualcosa di più alto e prezioso. E' questo il terreno su cui la venuta di Gesù opererà grandi cose, come garantisce Giovanni nello scenario scabro di un deserto fisico e spirituale: “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.
Il Battista esorta a una totale trasformazione interiore, un' inversione di rotta. Ciò che Giovanni dice può adattarsi a grandi e piccoli: è nel silenzio che Dio si lascia incontrare, è nel deserto delle rinunce, quando sembra di non aver più nulla, che si scopre il vero valore di ogni realtà terrena.
Quindi, anche ai ragazzi si può chiedere talvolta un sacrificio: loro non si tirano indietro, ma giustamente hanno bisogno che esso venga motivato per poterlo accettare di cuore. Piccoli sacrifici in Avvento, fioretti in Quaresima o nel mese di maggio, possono essere suggeriti per aiutare qualcuno, ma anche, semplicemente, per amore di Gesù. Saranno un gesto di perdono, una proposta di pace tra amici, un silenzio che brucia per l'orgoglio ferito da un'ingiustizia: tutto in perfetta gratuità. In apparenza, si offre senza ricevere niente in cambio: solo in apparenza, però, perché il Signore ha buona memoria e si ricorderà di tutto.
Paola Radif
pubblicato su Il Cittadino (Diocesi di Genova) del 9 dicembre 2018