Commenti Vangelo 23 dicembre 2018 Quarta Avvento
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VIVERE L'AVVENTO
Ciclo liturgico C
Quarta Domenica
Vangelo: Lc 1, 39-48
Ciclo liturgico C
Quarta Domenica
Vangelo: Lc 1, 39-48
Siamo ormai in prossimità del Natale: questi giorni di Avvento sono volati. Sulle orme di chi ha preparato la venuta del Messia anche noi abbiamo provato a incamminarci. La grotta di Betlemme è là, davanti a noi: ci aspetta con il suo messaggio universale, sempre nuovo, valido ad ogni latitudine. In questa domenica per incontrare il bambino Gesù ci lasciamo dare qualche indicazione da Maria, che ha saputo in cuor suo come fare per vivere in totale adesione al disegno di Dio. Lei non ha forzato gli eventi, non ha scelto le tappe della sua vita: ha solo scelto di camminare nella piena volontà del Signore. Ed è quello che si richiede ad ogni seguace di Gesù.
Il vangelo di oggi presenta un episodio che pone in evidenza due donne: entrambe grate a Dio per il dono della maternità, due mamme per le quali la nascita imminente segnerà un'importante svolta. Maria, ricevuto l'annuncio dell'angelo, non si è soffermata troppo sull'eccezionalità dell'evento ma si è ben presto affrettata in aiuto alla cugina Elisabetta, già avanti negli anni, forse confusa di fronte a una tale, inattesa, prospettiva, e anche un po' timorosa di mostrarsi in pubblico...Maria è la carità che si fa pellegrina tra i monti della Giudea, a dorso di asino, lei, giovane, con una vita nascente racchiusa in sé.
Dunque, il confronto qui è tra due donne. Nessun altro sembra parteciparvi: né Giuseppe, alle prese coi suoi dubbi, né Zaccaria, reso muto per la sua incredulità. Ma c'è qualcun altro presente all'incontro: sono i due bambini, che si riconoscono per la prima volta. Giovanni sussulta perché qui si annuncia il suo ruolo di precursore, quello che ha accompagnato anche noi attraverso le domeniche di Avvento.
Per i nostri ragazzi forse il brano di oggi può non risultare a prima vista incisivo, né particolarmente interessante. Tuttavia proviamo a coinvolgerli, tratteggiando con loro la figura di Maria, cercando di scoprire insieme le linee che definiscono il suo modo di agire. Incominciando dall'annunciazione: disponibilità alla volontà di Dio, umiltà, silenzio, nessuna “pubblicità” sul grande evento che la vede protagonista e poi l'immediata decisione di portare conforto e sostegno alla cugina Elisabetta, nessun timore di fronte alla fatica, alla stanchezza, al disagio di un viaggio lungo molti chilometri. Col tempo le sue virtù cresceranno sempre più: incomprensioni, difficoltà, pericoli, sofferenze saranno tutte accettate silenziosamente; il vangelo infatti non riferisce neppure una parola di sconforto o lamento attribuita a Maria. E' uno stile di vita, questo, che conserva una sua intramontabile freschezza e può ancora parlare ai giovani.
Il vangelo di oggi presenta un episodio che pone in evidenza due donne: entrambe grate a Dio per il dono della maternità, due mamme per le quali la nascita imminente segnerà un'importante svolta. Maria, ricevuto l'annuncio dell'angelo, non si è soffermata troppo sull'eccezionalità dell'evento ma si è ben presto affrettata in aiuto alla cugina Elisabetta, già avanti negli anni, forse confusa di fronte a una tale, inattesa, prospettiva, e anche un po' timorosa di mostrarsi in pubblico...Maria è la carità che si fa pellegrina tra i monti della Giudea, a dorso di asino, lei, giovane, con una vita nascente racchiusa in sé.
Dunque, il confronto qui è tra due donne. Nessun altro sembra parteciparvi: né Giuseppe, alle prese coi suoi dubbi, né Zaccaria, reso muto per la sua incredulità. Ma c'è qualcun altro presente all'incontro: sono i due bambini, che si riconoscono per la prima volta. Giovanni sussulta perché qui si annuncia il suo ruolo di precursore, quello che ha accompagnato anche noi attraverso le domeniche di Avvento.
Per i nostri ragazzi forse il brano di oggi può non risultare a prima vista incisivo, né particolarmente interessante. Tuttavia proviamo a coinvolgerli, tratteggiando con loro la figura di Maria, cercando di scoprire insieme le linee che definiscono il suo modo di agire. Incominciando dall'annunciazione: disponibilità alla volontà di Dio, umiltà, silenzio, nessuna “pubblicità” sul grande evento che la vede protagonista e poi l'immediata decisione di portare conforto e sostegno alla cugina Elisabetta, nessun timore di fronte alla fatica, alla stanchezza, al disagio di un viaggio lungo molti chilometri. Col tempo le sue virtù cresceranno sempre più: incomprensioni, difficoltà, pericoli, sofferenze saranno tutte accettate silenziosamente; il vangelo infatti non riferisce neppure una parola di sconforto o lamento attribuita a Maria. E' uno stile di vita, questo, che conserva una sua intramontabile freschezza e può ancora parlare ai giovani.
Paola Radif
pubblicato su Il Cittadino (Diocesi di Genova) del 23 dicembre 2018