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«Francesco ha deluso molti cardinali, ha rivoluzionato una Chiesa conservatrice. Speriamo di avere un Papa così umano»

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28 aprile 2025
per gentile concessione dell'autore

intervista a cura di Francesca Marsili

INTERVISTA a padre Alberto Maggi, teologo, fondatore del Centro studi biblici a Montefano. «Bergoglio è stato scelto perché era un gesuita intransigente. Appena eletto c'è stata la trasformazione, mai avrebbero pensato che volesse riformare la Curia romana, eliminare privilegi e fustigare le vanità del clero che alla fine non lo sopportava più. Non ha avuto la pretesa di portare gli uomini verso Dio, ma ha portato Dio agli uomini. Di lui sono stati entusiasti i poveri, gli invisibili, e anche tutti quei vescovi e preti che da decenni erano stati emarginati per la loro fedeltà al vangelo»

«Papa Francesco ha deluso molti dei cardinali che lo hanno eletto. I vescovi in carriera, quelli per i quali una nomina era solo il piedistallo per un incarico di maggiore prestigio. Come pure gran parte del clero, cresciuto nel rispetto rigido della dottrina e che credeva di essere al di sopra delle persone mentre lui invita a scendere e mettersi a servizio degli ultimi. Ha deluso anche i laici super tradizionalisti attaccati tenacemente al passato: per questi ultimi il Papa era un traditore che stava portando la Chiesa alla rovina. Ma di lui erano entusiasti i poveri, gli invisibili, e anche tutti quei cardinali, vescovi e preti e laici che da decenni sono stati emarginati a causa della loro fedeltà al vangelo».

E’ il commento di padre Alberto Maggi sui dodici anni di pontificato di Papa Francesco. Fondatore del Centro studi biblici a Montefano e curatore della divulgazione delle sacre scritture interpretandole al servizio della giustizia e mai del potere, il teologo sostiene che «Bergoglio, con il suo comportamento, è stata una novità incredibile: non ha avuto la pretesa di portare gli uomini verso Dio, ma ha portato Dio agli uomini, è stato la carezza del Padre per chi lo ha avvicinato», dice a Cronache Maceratesi.

Papa Francesco è stato primo in tante cose: primo Papa gesuita, primo ad essere eletto con il predecessore ancora in vita. Primo a risiedere fuori dal Palazzo Apostolico e a firmare una Dichiarazione di Fratellanza con una delle maggiori autorità islamiche. Primo ad assegnare ruoli di responsabilità a donne e laici in Curia e primo ad abolire il segreto pontificio per i casi di abusi sessuali.

Padre Maggi, perché 12 anni fa Bergoglio è stato scelto se oggi ha deluso cosi tanto tanto gran parte della Chiesa? 

«E’ stato scelto per il dopo Ratzinger perché era un conservatore, rigido e tradizionalista, e la sua elezione era vista come una speranza. Era un periodo difficile per la Chiesa, scandali uno dietro l’altro. Serviva una persona sicura dal punto di vista pastorale e Bergoglio, che inizialmente era un conservatore con qualche apertura, e soprattutto che non aveva scheletri nell’armadio, era l’uomo ideale. Ma dopo la sua elezione c’è stata una trasformazione, per chi lo conosceva non era più lui. Era sempre stato un Gesuita intransigente con se e con gli altri, era vissuto nell’obbedienza, il massimo valore, ma dopo la sua elezione è fiorita una persona inedita. Si era compreso sin dalla prima volta in cui si affacciò a piazza san Pietro: aveva rinunciato ai paramenti papali della carica e soprattutto, cosa che ancora mi fa venire i brividi, lui ha chiesto la benedizione da parte della gente, mai accaduta una cosa del genere. Ha spiazzato tutti: mai avrebbero pensato che Bergoglio avrebbe avuto intenzione di riformare nientemeno che la Curia romana, eliminare privilegi e fustigare le vanità del clero che alla fine non lo sopportava più, perché ha ribaltato tutto. La scelta di abitare a Santa Marta per garantire il suo equilibrio psichico da molti fu vissuto come un affronto. All’inizio era solo una discreta mormorazione, poi è diventata mugugno sempre più crescente, alla fine, senza più remore, un aperto dissenso nei confronti del Papa arrivato dalla fine del mondo. Papa Francesco in poco tempo è riuscito a deludere tutti».

Deluso chi voleva una Chiesa con una guida conservatrice e non progressista quindi…

«Sì. E la delusione si è trasformata in un risentimento dapprima covato e ora platealmente manifesto. La sua sola presenza, sobria e spontanea, era un costante atto d’accusa ai pomposi prelati, anacronistici faraoni pieni di sé. Ha deluso i vescovi in carriera, pronti a clonarsi con il pontefice di turno, a imitarlo in tutto e per tutto, dall’abbigliamento alla dottrina, pur di entrare nel suo gradimento e ottenerne i favori, ma quando Francesco li invitava ad avere l’odore delle pecore per loro fu uno shock. Per questi Papa Bergoglio non ha usato la sua autorità di comandante in campo. Ha deluso gran parte del clero, che si sentiva spiazzato perché cresciuto nel rispetto rigido della dottrina e indifferente al bene delle persone, e che non sapeva più come comportarsi. Credevano di essere, in quanto sacerdoti, al di sopra delle persone, mentre questo papa li invita a scendere e mettersi a servizio degli ultimi». 

Cosa invece ha fatto sì che venisse amato dagli ultimi e dai meno credenti?

«Ha cambiato radicalmente il ruolo del papato e soprattutto l’attenzione verso gli ultimi: ricordo il gridare allo scandalo quando nelle udienze del mercoledì una suora portava i transessuali in prima fila: nessuno si è mai sentito escluso dal suo amore. La novità più grande, quella che lo ha reso unico rispetto ai suoi predecessori è che non ha avuto la pretesa di portare l’uomo verso Dio: siamo tutti diversi, qualcuno rimarrebbe indietro e altri esclusi. Seguendo la linea di Gesù, ha portato Dio verso gli uomini non con una dottrina che non tutti possono comprendere, ma ha avuto l’intuizione di essere la tenerezza del padre per ogni creatura, per gli stessi emarginati dalla Chiesa, questa la sua grandezza. Papa Francesco è stato un grande, arrivato al cuore delle persone, ha infranto tabù, si è rivolto ad ogni categoria, ogni giorno fino a che ha potuto si è messo in contatto con i bambini nella Striscia di Gaza e ci ha manifestato la misericordia del Padre. Da oggi gli ultimi lo capiranno ancora di più». 

Il 7 maggio inizia il Conclave, che caratteristiche dovrebbe avere secondo lei il nuovo Papa? 

«Si spera in un pontefice profondamente umano, che si distacchi “dall’aristocrazia” e dalla teologia, che faccia splendere le beatitudini». 




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