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«Stazioni sulla via della libertà», giornata di studi sul teologo e pastore Dietrich Bonhoeffer

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Ottant’anni fa, all’alba del 9 aprile 1945, il pastore e teologo luterano Dietrich Bonhoeffer, su espresso ordine di Adolf Hitler, veniva impiccato nel campo di concentramento Flossenbürg. Sebbene non si conosca la sorte dei suoi resti mortali, resta di lui una delle testimonianze più limpide del cristianesimo novecentesco.

Soprattutto dopo la pubblicazione di Resistenza e resa (Widerstand und Ergebung), la raccolta di lettere dal carcere, Bonhoeffer si impone all’interesse di un pubblico sempre più vasto, al di là delle appartenenze confessionali. Ciò che affascina nella sua opera non è il suo rigore, né la sua coerenza e neppure la sua originalità, ma il suo carattere multidimensionale. Ognuno e ognuna possono trovarvi qualcosa, un’ispirazione, un incoraggiamento, un problema. 

C’è chi vede in Bonhoeffer il modello dell’uomo di fede, il pastore e il leader spirituale. 
Chi vede in lui il predicatore solitario contro una chiesa secolarizzata che scende a patti con il regime hitleriano. Altri hanno visto il militante politico, imprigionato per le sue idee e capace di resistere sino alla fine, il prigioniero di Tegel ricordato come il martire che ha saputo opporsi alla dittatura. Ma c’è anche chi ha messo in risalto il Bonhoeffer poeta-filosofo, un grande umanista, un teologo-filosofo della vita. Letture, a loro modo, tutte giuste e al tempo stesso parziali. 

È da queste premesse che nasce la giornata di studio organizzata dal Centro Culturale Protestante di Bergamo, con l’adesione della Fondazione Serughetti La Porta e Molte fedi. Se è doveroso fare memoria del martiro di Dietrich Bonhoeffer e della sua riflessione teologica, è altrettanto importante, grazie alla distanza e all’ampia produzione bibliografica che si è accumulata negli anni, sfuggire al duplice rischio di imbalsamare Bonhoeffer, trasformandolo in una icona buona per tutte le stagioni, e di santificarlo riducendolo all’aspetto agiografico. 

L’intento di offrire alcune prospettive critiche che consentano, da una parte, di valorizzare la complessità della figura e dell’opera di Bonhoeffer e, dall’altra, di porne in risalto gli aspetti più problematici, anche alla luce del contesto in cui si è svolta la sua esistenza. 

 P R O G R A M M A 
«Stazioni sulla via della libertà» 

SESSIONE MATTUTINA 
 
10.30: Introduce Luciano Zappella, Bonhoeffer: ottant’anni dopo 
11.00: Fulvio Ferrario, Un Bonhoeffer antigiudaico? Riletture 


11.40: Alberto Conci, Tra pacifismo e ricostruzione: appunti sulla politica di Bonhoeffer 

 

 
SESSIONE POMERIDIANA 

Introduce e coordina Guido Canziani 

15.00: Ilenya Goss, Un Bonhoeffer maschilista?


15.40: Ludwig Monti, “Cristo è il centro della vita”: la teologia cristologica di Bonhoeffer


16.20: Gabriella Caramore, Bonhoeffer: un “cristianesimo non religioso”



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