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Elena Bosetti "I Canti delle Salite"

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E’ un percorso in forma orante, in 6 puntate, con i Salmi 120-134 che possono essere definiti come Salterio dei pellegrini che ‘salivano’ a Gerusalemme per le tre grandi feste di pellegrinaggio: Pesach (Pasqua), Shavuot (Pentecoste) e Sukkot (Capanne). Sono 15 Salmi brevi che costituivano una sorta di vademecum dei pellegrini. Nell’anno del Giubileo che ha il tema “Pellegrini di speranza” le riflessioni che propone Suor Elena Bosetti sui ‘Canti delle salite’ sono particolarmente adatte per intraprendere un pellegrinaggio della mente e del cuore in chiave di speranza. 

Salmo 120: “Nella mia angoscia ho gridato al Signore…” Come inizia il primo dei “Canti delle Salite”? Facendo memoria della fedeltà di Dio, della preghiera esaudita: “Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto” (v. 1). Il RICORDARE diventa motivo per SPERARE. 

Salmo 121: “Alzo gli occhi verso i monti…” La domanda che apre il Salmo 121 suona provocatoria: “Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l’aiuto?” Domanda provocatoria perché sui monti non c’è solo il tempio del Signore, ci sono anche i santuari degli idoli (cf 1Re 11,7-8; 2Re 23,13). Dunque: da chi mi verrà l’aiuto? Dal dio Baal, da Chemosh, da Astarte…?

 

SALMO 122: L’INDICIBILE GIOIA DELL’ARRIVO A GERUSALEMME I primi due versetti del salmo (prima strofa) esprimono la profonda emozione del pellegrino, l’indicibile gioia pregusta già all’annuncio del pellegrinaggio («Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore!», gioia incontenibile all’arrivo: «Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!» (vv. 1-2). Siamo invitati a “entrare” in questo clima gioioso che dovrebbe caratterizzare tutta la nostra vita: gioia perché siamo in cammino verso “la casa del Signore”! 

SALMO 123: OCCHI RIVOLTI AL SIGNORE Il tempio di Gerusalemme, la «Casa del Signore», non è solo la meta gioiosa dell’incontro con Dio, è anche il luogo della speranza di chi lo invoca. Ecco allora che la comunità di Israele, sofferente per l’oppressione dei nemici (vv. 3-4) si presenta idealmente al trono del grande Sovrano che rende giustizia al povero e rialza lo sguardo di chi si sente prostrato e umiliato.

 

Salmo 124: SE IL SIGNORE NON FOSSE STATO PER NOI… Il Sal 124 – il quinto Canto delle Salite – conduce i pellegrini a fare memoria di come il Signore li abbia soccorsi e liberati in modo del tutto sorprendente, schierandosi in loro favore, per cui possono decisamente concludere: «Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra» (v. 8). Una professione di fede esistenziale, che ritroviamo anche in altri Salmi (121,2; 134,3). 

Salmo 125: COME IL MONTE SION Questo salmo lo possiamo comprendere meglio sullo sfondo della parola profetica di Isaia: «Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non si turberà» (Is 28,16). 

Salmo 126: ci sembrava di sognare… Il Sal 126 è forse tra i più noti e affascinanti dei “Canti delle Salite”. Il verbo fondamentale che caratterizza entrambe le strofe che lo compongono, è il verbo shub («ritornare»).

 

Salmo 127: SE IL SIGNORE NON COSTRUISCE LA CASA… Il Sal 127 – l’ottavo Canto delle Salite – parla di «casa» (v. 1) con implicita allusione al «tempio», costruito da Salomone. Possiamo articolare questo salmo in due strofe: – la prima (vv. 1-2) esprime la vanità della fatica umana senza l’azione di Dio; – la seconda (vv. 3-5) presenta invece la fecondità dell’esistenza con la benedizione di Dio. 

Salmo 128: COME VIRGULTI D’ULIVO Il Sal 128 è un “gemello” del precedente: può essere letto come benedizione della famiglia che teme Dio. «Il quadro familiare fa pensare a una benedizione per un matrimonio, inserita in seguito in una liturgia di benedizione per tutti i fedeli del Signore, che vengono in pellegrinaggio a Gerusalemme. Il Sal 128, come il precedente, è classificato tra i poemi sapienziali» 

Salmo 129: MOLTA GUERRA MI HANNO FATTO… Il Sal 129 ha in comune con il Sal 124 l’espressione «lo dica Israele» (124,1 = 129,1). Come si articola? Si compone di un invito liturgico (v. 1); di un ricordo della sofferenza personale e comunitaria (vv. 2-4); di una preghiera per Sion (ai prevaricatori si augura una punizione esemplare: vv. 5-8a), e si conclude con una benedizione sui pellegrini.

 

Salmo 130: DAL PROFONDO GRIDO A TE, O SIGNORE Il Sal 130 lo colleghiamo istintivamente all’Ufficio dei Defunti, è il famoso De profundis. Ma sapete che questo salmo la Liturgia ce lo fa pregare anche il giorno di Natale, ai Secondi Vespri? Come mai il De profundis in un giorno di grande gioia, quale il Natale del Signore? Per capire l’ampio utilizzo liturgico di questo salmo, probabilmente abbiamo bisogno di riscoprirlo. È quello che ci proponiamo di fare con l’aiuto dello Spirito Santo che è stato effuso nei nostri cuori e ci rivela il senso profondo delle Scritture. 

Salmo 131: COME UN BIMBO IN BRACCIO A SUA MADRE Questo breve salmo è una perla, un vero gioiello, tra le preghiere più belle del Salterio. Si connette al salmo precedente del quale riecheggia il medesimo invito: «Israele attenda il Signore» (Sal 131,3 = Sal 130,7).

 

Salmo 132: RICORDATI, SIGNORE, DI DAVIDE La prima parola di questo salmo è il verbo “Ricordati”. Si tratta di un verbo fondamentale nella Bibbia, un verbo che rinvia alla memoria del cuore. Come fai a ringraziare se non ricordi? E il primo che “si ricorda” con infinita tenerezza è sempre il Signore. A Gerusalemme che si lamentava sentendosi abbandonata, il Signore dice: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato» (Is 49,14-16). Splendido! Dio si è fatto, per così dire, il nostro tatuaggio sulle sue mani!! 

Salmo 133: COME È BELLO CHE I FRATELLI VIVANO INSIME! Il penultimo “canto delle salite”, attribuito a Davide, inizia con un «ecco» (hinneh) pieno di meraviglia: «Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (v. 1). Possiamo immaginare la festa e le danze dei pellegrini davanti al tempio, come Davide davanti all’arca del Signore! L’incontro con il Signore, meta del pellegrinaggio, è inseparabile dall’amore fraterno!

Salmo 134TI BENEDICA IL SIGNORE DA SION.

 


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