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Luciano Manicardi "Cantico dei Cantici: il poema divino dell'amore per ogni tempo"

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Venerdì 10 maggio 2024 alla Scuola della carità a Padova incontro biblico su Cantico dei Cantici. Il poema divino dell’amore per ogni tempo. Con il biblista Luciano Manicardi, monaco di Bose si entra nel nucleo del Cantico dei Cantici, in cui si sottolinea come l’essere umano sia chiamato alla relazione d’amore per realizzarsi completamente. L’amore è cifra fondamentale del cristianesimo, vissuto e pensato in tutte le sue sfumature. 
Modera Patrizia Parodi, vicedirettore del settimanale diocesano La Difesa del popolo.


 

L’edizione 2024 del Festival Biblico ha per tema "Agape" e riflette sull’amore divino e sul modo di esistere che deriva da tale amore. 
Anche quest'anno Jesus dedica alcune pagine speciali al Festival Biblico nel numero di maggio, affrontando il tema da molteplici punti di vista con alcuni degli ospiti in programma. 
Nell'introduzione, Luciano Manicardi, biblista del monastero di Bose, riflette su Agape. 

Ecco un'anticipazione del suo testo. 

👇 DIO È AGAPE 
«Dio è agape» (1Gv 4,8). Agape, come nome di Dio, potrebbe liberare il vocabolo “Dio” dagli abusi che ne sono stati fatti nella storia. Come? Tento una risposta: nel Nuovo Testamento i vocaboli del gruppo lessicale agápe-agapáo sono riferiti quasi esclusivamente all’amore nella relazione a tu per tu. Dio è agape quando è un tu. Finché è solo un ciò, oggetto di parola e pensiero, diviene un idolo e fattore di violenza e inumanità. 

Dire che «Dio è agape» non significa sacrificare Dio all’amore e l’amore a Dio. Il rischio sarebbe di ridurre Dio a equivalente simbolico di una relazione altruista oppure di divinizzare l’amore instaurando una relazione fusionale con Dio. Nessuna confusione tra Dio e amore, perché questo aprirebbe la strada ai peggiori abusi spirituali, psicologici e sessuali. Significa invece che Dio è agape, non l’uomo. L’uomo può amare ed essere amato, compiere gesti di agape, ma non è amore. Per noi umani l’amore si gioca all’interno di polarità, sicché agape richiede discernimento, lotta e scelta. Non è raffigurabile con tinte soffuse, morbide e delicate, ma presenta una dimensione drammatica. 

Cogliamo qui, nel passaggio da Dio all’uomo, la bruciante attualità dell’agape e come essa giudichi e orienti l’agire dei cristiani ponendoli di fronte a scelte radicali anche sul piano sociale e politico, economico ed ecologico: cura invece di guerra; contemplazione invece di consumo, gratuità invece di sfruttamento; perdono invece di vendetta; ospitalità invece di respingimento; compassione invece di indifferenza; responsabilità invece di incoscienza; condivisione invece di accumulo; inclusione invece di discriminazione. In sintesi: l’agape chiede di costruire un “noi” uscendo dall’“ego”, anche se fosse l’ego di un gruppo o di una nazione. 

E che rapporto c’è tra agape ed eros? Nessuna opposizione ma distinzione all’interno di una ancor più fondamentale prossimità. Eros ama chi è amabile e desiderabile; agape ama anche il non amabile. Il Dio che è agape apre la strada all’amore per chi amabile non è. E come Dio ama il legno storto dell’umanità rendendolo amabile con il puro fatto di amarlo, così Gesù di Nazaret, che nella sua esistenza ha narrato il Dio che è amore, chiede di amare il nemico, il non amabile per eccellenza. 

Ma se tra eros e agape c’è distinzione, vi è anche somiglianza. Sia nell’eros che nell’agape noi affermiamo noi stessi dimenticandoci, ci troviamo perdendoci nell’altro. Mi spendo per persone senza casa, dono tempo ed energie per accogliere immigrati e trovo gioia in questo mio prodigarmi, sapendo che ha valore di per sé. Sono innamorato di una persona e mi abbandono ad essa in un atto di confidenza in cui donandomi mi trovo: la mia gioia è nella gioia dell’altro. Esco da me stesso, anche nell’eros. Nell’autentico amore, tanto erotico quanto agapico, vi è una dimensione pasquale, di morte e risurrezione. Trovo me stesso perdendo me stesso nell’altro e per l’altro. [....] 

📌Puoi leggere il testo integrale della riflessione di Luciano Manicardi acquistando il numero di Jesus di maggio. 


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