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L’implosione di una religione

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Bruno Mori
L’implosione di una religione 
VERSO LA CRISI DEI DOGMI, DEI SACRAMENTI E DEL SACERDOZIO NELLA CHIESA CATTOLICA

Questo scritto di p. Bruno Mori, presbitero e teologo cattolico, è soprattutto autobiografico e rivela l’urgenza di un cammino verso l’essenzialità del messaggio di Gesù di Nazaret. È servito a dare un nome ai conflitti, a esprimere dubbi, più che a trovare soluzioni e risposte. È tanto il risultato di una ricerca quanto il frutto di una terapia che l’Autore si è imposto per liberarsi da condizionamenti indotti da un’educazione cattolica che lo aveva lasciato con certezze alle quali non poteva più aderire. 
Autore già per Gabrielli editori di Per un cristianesimo senza religione, fondamentalmente in questa nuova opera Mori affronta il tema della crisi della Chiesa cattolica, che coinvolge la pertinenza e l’utilità dei suoi dogmi insieme alla distanza crescente rispetto alla sensibilità e alla cultura contemporanee. Nel testo sono illustrati gli elementi che si trovano all’origine del progressivo spostamento dall’intuizione religiosa originaria alla struttura di potere e alle influenze che hanno distorto il primitivo messaggio di Gesù. «Liberati dalla paura e dai condizionamenti prodotti dalla religione, liberati dai dogmi e dalle servitù alienanti di un certo cattolicesimo, i cristiani di domani scopriranno che la ricerca di Dio è l’unica e sola domanda che merita di essere e di rimanere al centro degli interessi umani, com’era l’unica domanda al centro delle preoccupazioni di Gesù di Nazaret.» 

«Non so ancora con quale nuova forma di cristianesimo finirò. Ma sento che non posso più essere cristiano secondo il modello tradizionale e che mi è impossibile essere cattolico secondo la formula romana. Dire che queste pagine sono il risultato di una “riconversione” è un eufemismo. Sono piuttosto il risultato di una morte. Una morte che è stata preceduta da una lunga lotta durante la quale ho dovuto gradualmente, ma inevitabilmente, separarmi dalla maggior parte delle convinzioni che, fino a quel momento, avevano tessuto la trama della mia vita e sulle quali avevo scommesso la mia esistenza.» (B. Mori) 

➤➢Il lettore deve sapere che il contenuto di questo libro è stato concepito, elaborato e scritto negli anni 2002-2003 e che ha poi riposato per vent’anni come dattiloscritto in un cassetto del mio ufficio. Non ho mai preso in seria considerazione la possibilità di pubblicarlo, poiché ritenevo le riflessioni, le considerazioni e le argomentazioni in esso contenute troppo personali, troppo critiche e troppo distruttive della struttura religiosa cattolica per essere esposte sulla scena pubblica o per interessare chiunque in questa società laica d’inizio terzo millennio, totalmente destabilizzata e disorientata dalla violenza del fanatismo religioso proveniente dal Medio Oriente.
Solo dopo la pubblicazione del mio libro Pour un christianisme sans religion. Retrouver la “Voie” de Jésus de Nazareth nel 2021, (1)  la casa editrice Karthala si è interessata a questo mio scritto e mi ha comunicato l’intenzione di pubblicarlo, ritenendo i suoi contenuti validi, rilevanti e sempre ancora attuali. 
Tale scritto, grazie alla casa editrice Karthala e adesso grazie alla casa editrice Gabrielli, è ora a disposizione dei lettori cristiani francesi e italiani, nella speranza che possa aiutarli ad affezionarsi più a Gesù di Nazaret che alle pratiche della religione cattolica tradizionale.
L’analisi che svolgo in queste pagine è personale. Riflette solo i miei sentimenti, le mie idee e le mie reazioni. È intesa a dare una visione d’insieme della mia percezione dei dogmi e delle dottrine che la Chiesa propone ai suoi fedeli. Non ho intenzione di fare lezioni o di proporre nuove teorie. Questo scritto è soprattutto autobiografico. È servito a dare un nome ai conflitti, a esprimere dubbi, più che a trovare soluzioni e risposte. È tanto il risultato di una ricerca quanto il frutto di una terapia che mi sono imposto per liberarmi dai condizionamenti indotti da un’educazione cattolica che mi aveva lasciato con certezze alle quali adesso non potevo più aderire. 

1 Ed. italiana: Per un cristianesimo senza religione. Ritrovare la “Via” di Gesù di Nazaret, Gabrielli editori, San Pietro in Cariano (VR) 2022.  

(...) Ritengo infatti che sia necessaria una diversa comprensione della realtà della croce se si vuole che essa continui ad avere un senso per gli uomini e le donne del terzo millennio. 

(...) La teologia cattolica afferma che Gesù è il fondatore della Chiesa. Tuttavia, questa affermazione sembra essere basata più sull’ideologia che sull’evidenza storica. Le conclusioni dell’esegesi storico-critica, così come quelle di numerosi studi sulle origini del cristianesimo pubblicati nella seconda metà del XX secolo, sono unanimi nell’ammettere che Gesù di Nazaret non ha mai voluto fondare né una nuova “religione” né una nuova organizzazione religiosa. Il fatto che Gesù di Nazaret, dopo Giovanni Battista, fosse coinvolto in un movimento apocalittico che credeva che la fine dei tempi fosse imminente e che un Messia sarebbe venuto per esercitare un giudizio definitivo sull’umanità giunta alla fine, impedisce di attribuire a Gesù l’intenzione di voler iniziare un’opera destinata a durare a lungo. Gesù si troverebbe spaesato nell’Istituzione e nella teologia della Chiesa cattolica, come il Papa di Roma si troverebbe terribilmente a disagio in una scuola di buddismo Vajrana.

(...) I teologi cristiani dei primi quattro secoli non ebbero altra scelta che quella di ricorrere al vocabolario filosofico del loro tempo quando vollero riflettere sui contenuti del fenomeno cristiano. Il concetto filosofico d’incarnazione era probabilmente lo strumento concettuale più appropriato per esprimere sia l’importanza della presenza di Dio in Gesù, sia l’importanza della presenza di Gesù nella storia umana.  

(...) Per diventare un organismo di potere, la Chiesa ha attraversato le seguenti quattro fasi: la creazione di una struttura gerarchica; la creazione di un’ideologia; la creazione di un corpus giuridico e liturgico che regola la vita spirituale e materiale dei fedeli; la creazione di un sofisticato regime di sorveglianza e di controllo basato sulla paura e sul mantenimento di una nevrosi universale di colpa.  

(...) La Bibbia è stata allora il libro sacro e ispirato di riferimento per fornire il materiale di cui i teologi, al soldo dell’Istituzione ecclesiastica, avevano bisogno per elaborare ideologicamente la dottrina della redenzione e la credenza in una colpevolezza universale. 
Una interpretazione delle Sacre Scritture fatta sotto l’influenza del pensiero dualistico delle filosofie ellenistiche dei primi quattro secoli (platonismo, stoicismo, gnosticismo, neoplatonismo) è in gran parte responsabile della negatività e del pessimismo che caratterizzano oggi la visione cristiana della materia e della natura umana. 

(...) Come una impresa di pompe funebri organizza tutto intorno alla morte, la Chiesa ha organizzato tutto intorno al peccato. Ciò appare evidente quando si analizza l’attività principale della vita interna della Chiesa costituita dalla sua “liturgia”. La liturgia è l’insieme dei riti attraverso i quali essa celebra ed esprime visibilmente la sua fede.
La dottrina cattolica sostiene che la Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione di “santificare” l’uomo. La “santificazione” consiste nel portare i credenti da uno stato di riprovazione a uno stato di “grazia”; nel trasformare dei prevaricatori o “peccatori” in “giusti”, degli esseri perduti in individui salvati.

INDICE 

Nota per il lettore 13
Introduzione 17

PRIMA PARTE - DA GESÙ ALLA CHIESA 25

1. Il destino di Gesù 26

Gesù di Nazaret 26
Gesù giustiziato su una croce 26
Una morte che salva? 29
Una morte voluta da Dio? 30
Una croce gloriosa? 32
Il Gesù “risorto” ancora vivo 33

2. Il messaggio di Gesù 40

Gesù e la legge 40
Il Dio di Gesù 43
Il “Regno di Dio” 45

3. Dal Gesù della storia al Cristo della fede 47

Gesù, fondatore di una Chiesa? 47
Paolo di Tarso e l’emergenza del Cristo 49
Il passaggio dal simbolo all’ontologia 53

4. Il dogma dell’incarnazione 56

La genesi della fede nell’incarnazione 56
Perché un dogma dell’incarnazione? 58
Comprendere diversamente l’incarnazione? 62

SECONDA PARTE - IL TOTALITARISMO ECCLESIASTICO 69

5. Il totalitarismo intellettuale 70

Creazione di una struttura totalitaria di potere 70
La creazione dell’ideologia 71
La deriva verso la violenza 74

6. La politica della colpevolezza 80

La produzione del peccato 84
Il peccato, un male inevitabile 86
Il peccato originale o il gioiello della colpevolezza 90
Una colpevolezza radicale 93

TERZA PARTE - IL TOTALITARISMO SPIRITUALE 97

7. I sacramenti o il controllo dei mezzi di salvezza 98
Lo sfruttamento del senso di colpa 98
L’uso del “segno” sacramentale nella liturgia cattolica 99

8. Il battesimo o la porta della salvezza 106
Un simbolo di vita nuova e di salvezza 106
Un rito necessario alla salvezza di tutti 108
E la salvezza dei non cristiani? 110
E la salvezza dei bambini morti senza battesimo? 113
Il battesimo salva con certezza? 115
Il battesimo, strumento di potere? 116

9. Il convito cristiano, senso e contenuto 121
L’alterazione del simbolo 121
Un pasto che diventa un sacrificio 123
Il luogo di una “presenza reale” 129

10. L’eucaristia trasformata in sistema di sfruttamento 137
L’obbligo di assistere alla “messa” 137
Le messe per i defunti 142

11. Il sacerdozio cattolico e i suoi poteri divini 153

Gesù, un sacerdote? 153
Un sacerdozio a misura dell’Istituzione 155
Un sacerdozio che esalta i chierici 159
Un sacerdozio che scredita i semplici fedeli 161
Un sacerdozio indelebile 162

12. Il sacerdozio cattolico nella morsa dell’ideologia 165

Un sistema fuori servizio 165
Il sacerdozio: potere o servizio? 166
Un sacerdozio eterno 170
Un sacerdozio univoco 171
Lo stallo ministeriale 174
Un cerotto su una gamba di legno 179
Innovare o scomparire 183

13. La saga del perdono dei peccati nella Chiesa cattolica 187

La Chiesa perdona al posto di Dio 187
La Chiesa perdona meglio di Dio 189
Confessarsi per essere perdonati 191
E l’assoluzione collettiva dei peccati? 193
Un sacramento poco amato e solo tollerato 198

14. Il matrimonio al rischio della propria salvezza 201

Un prodotto del celibato 201
Il matrimonio indissolubile 204
Il matrimonio e i sottintesi del sistema clericale 207
Un male necessario 211

15. L’unzione dei malati o l’ultima battaglia per la nostra salvezza 215

Un olio che guarisce 215
All’ombra della morte, lottare per vivere 216
Il cristiano espropriato della sua morte 218

16. L’economia sacramentale della Chiesa al vaglio della critica 221

17. I sacramenti, riti salutari o mistificazione? 226

QUARTA PARTE - IL TOTALITARISMO ETICO E ALTRI ASPETTI DEL POTERE NELLA CHIESA 231

18. Totalitarismo etico 232

Dal dogmatismo teologico al dogmatismo etico 232
La monotonia del discorso magisteriale 236
Il cambio di direzione 238
La svolta antropologica 243

19. Il miracolo è davvero fra noi? 250

Dio a disposizione dell’Istituzione 250
Dio sempre al lavoro 251
Un Dio operatore di miracoli 253

20. Disuguaglianza e discriminazione 259

Chierici e laici 260
I “paria” del sistema clericale 264
Un sistema inventato al maschile 268

21. Essere cristiano diversamente 273

Una Istituzione religiosa scaduta 273
Una visione mitica della realtà 274
Una concezione dualistica della realtà 277
Guardare la realtà in modo diverso 279

22. Elogio dell’imperfezione 282

Il mito della perfezione 282
Nel mondo reale la perfezione non esiste 284
L’imperfezione che ci rende più umani 286
L’illusione religiosa della perfezione 288
La “perfezione”, un mito pericoloso 291

Conclusione 295

I cristiani di domani 295 

Bruno Mori, il teologo di un nuovo cristianesimo senza divinità di Gesù 
di Paolo Rodari 
“Il manifesto” del 28 maggio 2024 

L’ha tenuto per venti anni nascosto in un cassetto. Riteneva che i tempi per la pubblicazione non fossero maturi. Poi, dopo aver dato alle stampe un primo volume dedicato all’ipotesi di un cristianesimo senza religione, a pochi mesi dalla morte avvenuta alla fine del 2023, ha trovato il coraggio di dare il suo assenso a che L’implosione di una religione – in sostanza il suo testamento – uscisse in tutte le librerie grazie a Gabrielli editore con la curatela di Ferdinando Sudati (pp. 298, euro 20). 

L’HA FATTO PERCHÉ, ha raccontato lui stesso, «prima della morte fisica ho conosciuto un’altra morte, quella che mi ha portato a separarmi dalla maggior parte delle convinzioni che avevano tessuto la trama della mia vita e sulle quali avevo scommesso la mia esistenza». Ha confessato: «Se morire è perdere tutto per rimanere soli e nudi davanti a Dio, allora sì, credo di avere sperimentato una morte». E ancora: «È il mondo in cui sono vissuto, che mi ha formato, che ha strutturato la mia personalità e con cui ho identificato la mia vita, che è crollato dentro e intorno a me». Bruno Mori non è stato il classico «teologo del dissenso», critico verso gli atteggiamenti più tradizionali della Chiesa. Presbitero italiano da anni in missione in Canada, Mori è stato un prete che ha speso tutta la sua vita all’interno della Chiesa tradizionale. 

EPPURE, AL TRAMONTO dei suoi giorni, dopo conflitti interiori iniziati anni prima, ha compreso quello su cui diversi teologi insieme a lui stanno facendo luce: la visione che le Chiese– e più in generale il cristianesimo del paradigma premoderno – propongono da secoli, ha fatto il suo tempo. E come Simone Weil che auspicava la totale libertà dell’intelligenza dal dogma, ha preferito guardare oltre. Perché è questo il nocciolo della sua tesi: il Dio teistico che suppone l’antica cosmologia, che sta nei cieli e che dall’alto interviene a piacimento nella vita degli uomini, quel Dio che ancora oggi la chiesa cattolica chiede ai suoi fedeli di seguire e pregare, non esiste. Gesù stesso, del resto, non si è mai proclamato Dio in senso ontologico, come il cristianesimo dal Concilio di Nicea in poi ha invece preteso di sancire in dogma. «Preferisco – dice non a caso Mori – essere un credente che ammette di non aver alcun controllo su Dio, piuttosto che qualcuno che crede di poterlo imprigionare nella rigidità del dogma e nella magia del rito». 

SONO DIVERSI gli uomini e le donne del nostro tempo che non possono più concepire Dio in termini teistici, come colui che vive nell’alto dei cieli e da lì interviene nella storia. Anche perché, se così fosse, sarebbe un Dio ingiusto, che premia e castiga secondo criteri imperscrutabili. In questo senso, anche il dogma dell’incarnazione divina di Gesù, su cui la Chiesa fonda la propria storia, non è credibile: Gesù non si è mai chiamato Dio, non si è mai proclamato tale. Eppure, questo dogma costituisce la chiave di volta del cristianesimo, ed è ciò che ha giustificato l’agire della Chiesa fino a oggi. «I papi di Roma – scrive Mori – convinti di occupare in terra il posto di Dio in cielo non esiteranno ad agire come despoti assoluti, attribuendosi l’autorità e il potere supremo di un dio». Tuttavia, mentre in passato era impossibile essere cristiani senza credere nella divinità di Gesù, oggi «molte persone non vedono più la necessità di tale fede per considerarsi seguaci del Nazareno». Prima di morire fu il cardinale Carlo Maria Martini a dire al gesuita Georg Sporschill che la Chiesa è rimasta indietro di duecento anni. Oggi sono diversi teologi a sostenerlo e a chiedere, con Mori, un cristianesimo nuovo. Al post-teismo da tempo dedica articoli il settimanale d’informazione indipendente Adista. Mentre sull’ultimo numero de Il Regno è il teologo Giovanni Ferretti a fare una disamina obiettiva della «sfida del post-teismo». 

LA META è un nuovo mondo, più vicino all’autentica via aperta da Gesù, la via di coloro che rifiutano l’invenzione di un Dio onnipotente che dirige il mondo dai cieli e abbracciano al contrario il mistero del divino che vive nei cuori, un mistero tuttavia di cui nulla si sa né si può dire. La via, ancora, è quella seguita da due grandi mistici cristiani, Meister Eckart e Teilhard de Chardin ed anche, in certo qual modo, dal cristianesimo non religioso di Dietrich Bonhoeffer e dal filosofo Baruch Spinoza. Sento, scrive Mori, «che non posso più essere cristiano secondo il modello tradizionale e che mi è impossibile essere cattolico secondo la formula romana». E ancora: «Nessuno può dire con certezza quale sarà la mappa di questo nuovo Paese», scrive. «Forse ci vorranno generazioni prima che questi ’sopravvissuti’ dell’Istituzione ecclesiastica possano decifrare il significato del loro viaggio e ricostruire un nuovo paesaggio per la loro fede». 

MORI HA SCRITTO le sue pagine senza astio e animosità. La Chiesa, ad oggi, non l’ha censurato. Del resto, non è solo. Già il teologo riformato Jürgen Moltmann affermava che si è atei di un Dio impossibile da credere, il Dio dell’Istituzione. Concetti ripresi dal vescovo episcopaliano John Shelby Spong in Incredibile (Mimesis). E, nell’ambito cattolico, dal Gesù di Nazaret del gesuita Roger Lenaers (Gabrielli) e, in forma più esplicita, dagli scritti di diversi teologi post-teisti.

Presentazione del libro 
4 giugno 2024 

🌎 CLAUDIA FANTI, giornalista, divulgatrice scientifica, responsabile della serie "Oltre le religioni" 
🌎 AUGUSTO CAVADI, filosofo, saggista
in dialogo per la presentazione del libro di BRUNO MORI L'IMPLOSIONE DI UNA RELIGIONE

 

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