46º Corso di aggiornamento biblico-teologico “Gerusalemme”
Gerusalemme 11-14 Aprile 2023
“Gerusalemme”
Organizzazione:
Studium Biblicum Franciscanum
Relatori:
Francesco Piazzolla: prof. stabile presso l’ISSR
“Mons. Pecci” di Matera, invitato SBF;
Michelangelo
Priotto: prof. stabile presso lo Studio Teologico
Interdiocesano di Fossano, invitato SBF;
Juan Antonio
Ruiz Rodrigo: prof. invitato presso l’Università San
Damaso di Madrid e lo SBF;
Gianantonio Urbani:
prof. invitato di Escursioni bibliche SBF; Amedeo
Ricco: dottorando, PIAC (Roma).
Proff. SBF: Eugenio
Alliata; Alessandro Coniglio; Yunus Demirici; Matteo
Munari; Massimo Pazzini; Rosario Pierri; Samuele
Salvatori.
Martedì 11 aprile
Prof. M. Priotto
Gerusalemme: una presenza, nella Torà,
silenziosa ma significativa
Apparentemente la presenza di Gerusalemme nella Torà, o Pentateuco, è nulla, perché non vi compare alcuna sua citazione; è soltanto
a partire dal libro di Giosuè che essa viene menzionata a proposito
di un suo re, Adoni-Zedeq (cf. Gs 10,1). Tuttavia, pare strano che
nel testo fondamentale della rivelazione e della pietà giudaica sia
assente quella che è la città sacra per eccellenza, la città di Dio. E
infatti tre passi interessanti, due nel libro della Genesi (Gen 14,17-24
e 22,1-19) e uno nel libro del Deuteronomio (Dt 12,2-6), ci avviano
verso la scoperta di una presenza tanto discreta, quanto significativa.
Prof. J. A. Ruiz Rodrigo
Il tema di Sion nel libro di Isaia
Il tema Sion/Gerusalemme è uno dei motivi dominanti nelle diverse
parti di Isaia, tanto da comparire in tutti quei capitoli che costituiscono
gli assi dell’impianto compositivo di tutto il Libro. È significativo
come Is 12, che è un canto di ringraziamento al Signore che si è manifestato trionfante in mezzo a Sion come Dio e Salvatore, presenti
nell’ultimo versetto la personificazione di Gerusalemme (attraverso
l’espressione ציון יושבת” ,abitante di Zion”), un aspetto caratteristico
del Deutero-Is, soprattutto dai capitoli 49-55, in cui Gerusalemme
diventa una persona che agisce, parla, piange o gioisce. In tal modo
la città di Gerusalemme griderà e canterà veramente di gioia, perché
Jhwh, che si era adirato con Sion e, quindi, l’aveva punita (cf. Is 1,21-
28; 29,1-4; 31, 4), ora abita in mezzo a loro in tutto il suo splendore (cf.
40,9; 52,7-10; 60,1-2), divenendo “messaggero” della consolazione
del Signore (40,1-11), che viene a porre fine alla situazione di angoscia
e di colpa in cui si trovava il popolo. Pertanto, il motivo letterario e
teologico di Sion nel libro di Isaia si inserisce in quella rete di elementi trasversali capaci di strutturare il libro e spiegare il suo senso.
Prof. A. Coniglio
Gerusalemme nel Salterio
Il libro dei Salmi è attraversato dalla presenza della città di Gerusalemme/Sion in modo pervasivo: qual è il senso che la Città Santa assume
nel Salterio? Come i salmi ci parlano di essa? Attraverso le principali
menzioni (esplicite o implicite) di Gerusalemme nei salmi cercheremo
di comprendere quale ruolo abbia la città nella teologia del Salterio.
Mercoledì 12 aprile
Prof. M. Munari
La città del gran Re.
Gerusalemme nel vangelo secondo Matteo
Gerusalemme nel vangelo secondo Matteo occupa un ruolo fondamentale nella storia di Gesù come del resto in tutti i vangeli canonici.
Nel primo vangelo tuttavia essa è anche la città nella quale ha origine
la prima persecuzione del messia da parte di Erode il Grande e che in
Mt 5,35 è chiamata “città del gran Re” (cf. Sal 48,2). Gerusalemme
dunque è la città nella quale la regalità divina irrompe e attraverso
il sacrificio del Cristo salva il popolo dai suoi peccati (cf. Mt 1,21).
Prof. S. Salvatori
Gerusalemme nelle lettere di Paolo e negli Atti degli Apostoli
L’importanza che Gerusalemme riveste nella vita e nella missione
di S. Paolo è testimoniata sia nelle sue lettere sia nella narrazione
lucana degli Atti degli Apostoli, in cui l’“Apostolo delle genti” ha
un ruolo fondamentale. Tuttavia ad una lettura attenta di queste due
fonti emergono numerose difficoltà nel comporre le informazioni che
ci vengono offerte circa il rapporto dell’Apostolo con la Città santa
e con le comunità dei credenti che vi si trovano. La comunicazione
cercherà di dimostrare che, pur nelle diverse prospettive narrative e
teologiche, le lettere di Paolo e gli Atti concordano nel mostrarci il
profondo legame di Paolo con la città che ha visto la morte e risurrezione di Cristo e da cui il Vangelo si è propagato in tutto il mondo.
Prof. F. Piazzolla
La nuova Gerusalemme:
eterna convivenza di Dio con l’umanità
L’ultima visione di Giovanni nell’Apocalisse (21,1–22,5) descrive
la Gerusalemme celeste, immagine del mondo rinnovato, che nasce
dall’opera di Dio e dell’Agnello, in stretta collaborazione con l’azione dell’umanità. La preziosità della città, le sue enormi misure
e la sua apertura in ogni direzione rendono Gerusalemme il luogo
in cui l’umano assurge a livello divino. Nessuna barriera intercorre
più tra Dio e le sue creature, in una vertiginosa comunione. Questa
promessa del futuro si prospetta come modello politico-sociale, per
la città terrena, e stimola i credenti a contribuire nella realizzazione
di una convivenza di Dio con gli uomini e degli uomini tra loro.
Giovedì 13 aprile
Prof. M. Pazzini
Gerusalemme (e Sion) nel Midrash sul libro dei Salmi
Il Midrash sul libro dei Salmi, cioè il commento rabbinico al libro
dei Salmi, fa un ampio uso di riferimenti e citazioni bibliche che
hanno una relazione diretta o indiretta con Gerusalemme e Sion. Ci
soffermeremo, in particolare, su alcune citazioni della città santa
ricorrenti nei Salmi che trattano di Gerusalemme ma anche sulle
citazioni di altri testi che ricorrono nel commento rabbinico al libro
dei Salmi. Vedremo come i rabbini citano e interpretano i testi che
parlano della città santa notando, di volta in volta, quali tradizioni
vengono ad essa associate.
Prof. Y. Demirici
La topografia di Gerusalemme dagli inizi ai nostri giorni
L’intervento prevede una presentazione sintetica dei dibattiti
archeologici attuali sui cambiamenti e sugli sviluppi che la topografia
della città di Gerusalemme ha avuto durante i millenni passati fino
ai nostri giorni. Questo excursus sintetico si concentrerà sopratutto
sulle discussioni relative alla posizione topografica iniziale degli
insediamenti nella città, alle datazioni e alle motivazioni storiche
dell’allargamento e del restringimento dei suoi confini durante
differenti periodi storici.
Prof. E. Alliata
Le origini del pellegrinaggio cristiano a Gerusalemme
Per i cristiani, fin dal principio, non esiste un precetto di recarsi a
Gerusalemme in pellegrinaggio né in alcun altro luogo, perché nessun
luogo è “santo” in maniera particolare: «È giunto il momento, ed è
questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità;
perché il Padre cerca tali adoratori» (Gv 4,23). Perciò si dice comunemente che nei primi secoli cristiani il fenomeno del pellegrinaggio
era una pratica “rara e controversa”. Il pellegrinaggio cristiano nasce
e si sviluppa come risposta della mente e del cuore all’annuncio di
fede. Esaminiamo le più antiche testimonianze.