Enzo Bianchi "Convivenze difficili"
27 febbraio 2023
di ENZO BIANCHI
per gentile concessione dell’autore.
Un mondo a pezzi! Un’umanità che conosce divisioni e contrapposizioni che sfociano in conflitti
violenti. Dalle catene dell’Himalaya, al Caucaso, al Medio Oriente, fino all’Europa della penisola
balcanica e dell’Ucraina si registrano guerre da decenni senza che si intravvedano vie di
riconciliazione: popoli quasi tutti poveri e oppressi, gente che vorrebbe soltanto vivere in pace.
Facciamo finta di non saperlo, ma in Kosovo la situazione non è di convivenza pacifica: siamo al
preludio di una nuova guerra per uscire dallo stillicidio di ostilità tra le nazioni nate dalla
deflagrazione iugoslava. E in questi giorni anche la Moldavia è riemersa come terra contesa, ai
confini dell’Ucraina e della Russia già in guerra tra loro.
Quella convergenza che sembrava attestarsi alcuni decenni fa appare lontana ed emerge invece una
conflittualità dovuta in radice a una differenza culturale, a una non-contemporaneità delle nazioni
della pretesa “Unione” Europea, che si è spinta fino a Est. Così l’Europa è depotenziata,
nell’impossibilità di porsi come artefice di pace e queste fratture sono destinate ad allargarsi
aumentando la divisione al suo interno, motivata come difesa di valori culturali e morali. Ma anche
le chiese sono a pezzi, e di questo non c’è consapevolezza, sia perché queste interessano sempre
meno, sia perché le divisioni che emergono scandalizzano a tal punto che vengono rimosse. Ma le
divisioni sono iniziate già da alcuni decenni nella chiesa anglicana sul tema dell’ordinazione delle
donne e della possibilità di celebrare le nozze tra omosessuali.
Nella chiesa cattolica ci si fa guerra su diversi fronti, con scontri che possono sfociare in divisioni.
Nei confronti dei tradizionalisti, legati alla liturgia preconciliare, si registra una presa di posizione
da parte di Papa Francesco, che non intende più tollerare la presenza dei due riti che Papa Benedetto
aveva permesso. Si noti che i tradizionalisti in alcuni paesi rappresentano il 20% dei praticanti. Ma
anche altre divisioni tra chiese appaiono all’orizzonte. Le chiese del Nord Europa chiedono una
revisione della morale sociale, la promozione delle donne ai ministeri ecclesiastici, la libertà nella
scelta del celibato: richieste lette come perversioni e tradimenti dalle chiese dell’Est Europa e dalle
chiese africane. Non sarà facile, per Papa Francesco, preservare la comunione.
Si pensi poi al
conflitto e alla guerra tra chiese ortodosse: Costantinopoli contro Mosca e viceversa, le 4 chiese in
Ucraina, con lo stesso rito ma in conflitto, il contenzioso tra Patriarcato di Alessandria e Patriarcato
di Mosca per la missione in Africa e tra quello di Antiochia e di Gerusalemme per la missione nella
penisola arabica.
Solo il Patriarca di Belgrado, nella chiesa serba, Porfirio, autentico uomo di pace, ha fatto gesti di
riconciliazione riappacificando la Serbia con la Macedonia. Papa Francesco non può intromettersi
nelle questioni ortodosse, ma segue le divisioni con volontà di dialogo, intelligenza e grande carità.