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Lisa Cremaschi "Voi chi dite che io sia?"

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9 agosto 2022

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 16,13-20 (Lezionario di Bose)

In quel tempo13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.


Il vangelo di Matteo, come quello di Marco, precisa la collocazione geografica della confessione di Pietro. Gesù si trova a Cesarea all’estremo nord di quella che era considerata terra di Israele; la città era stata ricostruita verso il 3 a.C. da Erode Filippo, che le dato il nome di Cesarea in onore dell’imperatore Cesare Augusto. Di fronte a questa città, Gesù interroga i discepoli: “Gli uomini chi dicono che sia il Figlio dell’uomo?”. I pareri sono tanti e diversi. Lo erano attorno ai discepoli, lo sono attorno a noi. 

Ma Gesù poi rivolge la domanda direttamente ai discepoli: “Voi, chi dite che io sia?”. Lo chiede ai discepoli, lo chiede a ciascuno di noi. Pietro risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. È giunto a questa confessione di fede dopo un lungo cammino dietro a Gesù, con Gesù e i suoi discepoli; è una confessione che nasce dalla rivelazione del Padre che è nei cieli. Pietro l’ha accolta, ma dovrà passare molto tempo prima che la faccia veramente sua, prima che comprenda fino in fondo il senso di queste parole. Dovrà lasciarsi abitare da questa domanda, attraversare cadute e smarrimenti, e proprio al cuore dei momenti di crisi, imparerà a capire che il Cristo è il Figlio del Dio vivente, del Dio che vive accanto a noi tutti giorni fino alla fine del mondo e che vuole troviamo la vita nel suo Figlio. Pietro è uno dei piccoli a cui il Padre si è rivelato (cf. Mt 11,25); Gesù dichiara che su di lui, “pietra” edificherà la sua chiesa. 

Nel riconoscere l’identità di Gesù Pietro riceve la propria, confessa la sua fede/fiducia nel Signore, riceve fiducia da parte del Signore, ma deve restare piccolo, soltanto a questa condizione può restare pietra su cui viene edificata la comunità cristiana. E invece, immediatamente dopo l’annuncio che gli è stato rivolto, Pietro si sente grande, talmente grande da voler essere lui a indicare la via al Signore, una via senza passione e senza croce. Immediata e decisa la risposta: “Torna dietro a me, Satana!”. Simone può avere due nomi: Pietro e Satana. Affascinante l’evangelo, meravigliose le Beatitudini, ma Pietro, come anche noi, vorrebbe un vangelo senza croce. 

Pace, amore: chi non li desidera? Ma Gesù sa e annuncia ai suoi che la sua via di amore incontrerà il rifiuto da parte degli uomini; Pietro e noi con lui ci ribelliamo: “Non sia mai, Signore: questo non ti accadrà mai!”. Dietro a quel “non ti accadrà mai”, c’è il “non ci accadrà mai”. Rifiutiamo la via seguita dal Signore. In questi versetti risuona l’annuncio della passione, morte e resurrezione. Gli uomini daranno la passione e la morte, ma il Dio vivente richiama alla vita. La morte non è l’ultima parola. 

“Voi chi dite che io sia?”: la domanda ci accompagna lungo il corso della nostra vita. Sarà lo scorrere del tempo, sarà la nostra vita a manifestare se davvero abbiamo accolto e fatta nostra la rivelazione del Padre: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

sorella Lisa Cremaschi

Fonte: Monastero di Bose

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