Sabino Chialà: «Parrocchia e nuzialità: discernimento e accompagnamento»
Assemblea Operatori Pastorali
“Parrocchia e nuzialità: discernimento e accompagnamento“
11 settembre 2018
Vorrei partire dall’immagine della nuzialità e capire come questa si può incarnare concretamente nell’esperienza ecclesiale e in che misura discernimento e accompagnamento possono indicare una esperienza di nuzialità. Come tutte le immagini, anche quella della nuzialità è solo un’immagine, che sarà necessaria interpretare/adattare e comprendere senza banalizzarla (rischio cui questa immagine va particolarmente soggetta).
Cosa può voler dire: ”vivere la nostra esperienza ecclesiale alla luce della nuzialità”? Cosa può voler dire una spiritualità nuziale all’interno delle nostre comunità ecclesiali? Come, anche, nei rapporti tra le nostre comunità ecclesiali e il resto dell’umanità noi ci sentiamo chiamati ad accompagnare? Cosa può voler dire vivere delle relazioni interpersonali segnati dalla nuzialità? Tra l’altro ,in un momento in cui la sua applicazione meglio nota - la nuzialità uomo /donna -attraversa una delle sue crisi più profonde?
Se noi partiamo da questa immagine è perché essa viene impiegata nelle scritture. Uno dei paradigmi più fecondi in cui gli Autori dei libri santi hanno cercato di narrare le due relazioni fondamentali che noi viviamo – la relazione tra Dio e l’umanità, la relazione interpersonale più feconda tra gli esseri umani più esperita, cioè la relazione uomo donna. Ambedue nei libri santi sono spiegati attraverso la categoria della nuzialità.
Iniziamo, da un rapidissimo sguardo, all’impiego di questa immagine nelle scritture Giudaico –Cristiane. Nell’antico testamento chi sono e quali sono i libri che impegnano questa immagine? Sono, i libri profetici. Isaia, ad esempio, parla della relazione tra Dio e il suo popolo in termini di nuzialità. Pensiamo in particolare a Isaia 54 ai versetti 5-7, dove rivolgendosi a Gerusalemme il profeta dice:” Poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. Come una donna abbandonata e con l’animo afflitto, ti ha il Signore richiamata. Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? Dice il tuo Dio. Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore. Dio si presenta in questo testo, innanzitutto, come lo sposo fedele che non abbandona la sua sposa “Gerusalemme”(figura di tutta l ‘umanità )…neppure quando la sposa è infedele. La nuzialità è sempre una relazione impari ,in cui c’è un Dio sempre fedele nonostante la nostra infedeltà. Il medesimo profeta Isaia impiega l’immagine sponsale anche altrove, per esempio al Cap.61 versetto 10 Cap. 62 versetto 4 (etc.) - altri profeti sono: Ezechiele (Cap. 16 ),Osea ( primi tre capitoli).
Queste immagini mirano a rappresentare che cosa? La storia della salvezza, come una narrazione drammatica, sempre in crisi …della nuzialità tra dio e il popolo. Un cammino difficile, contraddetto dagli esseri umani, del popolo cui Dio garantisce la sua fedeltà. Il rapporto si mantiene, perché uno dei due resta fedele. Un rapporto che Dio sa rivitalizzare e rinascere ogni volta, facendo di ogni peccato e di ogni contraddizione un momento di grazia.
Nel nuovo testamento, registriamo uno sviluppo ulteriore. Lo sposo diventa Cristo e la sposa diventa la Chiesa. L’ultima immagine della Bibbia cristiana ,ricordate nell’Apocalisse è un immagine sponsale. Alla fine dell’Apocalisse lo Spirito e la sposa invocano il ritorno dello sposo. Lo Spirito e la sposa dicono ”vieni”, cosi termina il libro profetico dell’Apocalisse.
Narrando, così, una nuzialità ancora incompiuta. Una nuzialità ,in cui la sposa invoca con lo Spirito, questo sposo che c’è e non c’è. Una nuzialità aperta. Un testo emblematico, è il Cap. V degli Efesini (versetti 25/33) dove Paolo legge la parabola dell’amore tra l' uomo e la donna in parallelo con quello del legame tra Cristo e la Chiesa.