Commenti Vangelo 9 maggio 2021 Sesta Domenica di Pasqua
- Alberto Maggi
- Alberto Simoni
- Alessandro Dehò
- Antonio Savone
- Associazione il Filo
- Augusto Fontana
- Clarisse Sant'Agata
- Comunità Kairòs
- Erio Castellucci
- Ermes Ronchi
- Ernesto Balducci
- Fabio Rosini
- Fernando Armellini
- Francesco Cosentino
- Gaetano Piccolo
- Giulio Michelini
- Giuliva Di Berardino
- Giuseppe De Carlo
- Luca Pedroli
- Luciano Manicardi
- Luigi Verdi
- Matías Augé
- Meditare la Parola
- Monastero Dumenza
- Paolo Curtaz
- Paolo Scquizzato
- Ricardo Perez Marquez
- Simona Segoloni
- Rito ambrosiano: Angelo Casati
- Rito ambrosiano: Gesuiti di Milano
- Rito ambrosiano: Giulio Michelini
- Rito ambrosiano: Paolo Alliata
- Rito ambrosiano: Qumran2
- Rito ambrosiano: Walter Magni
MAGGIO CON MARIA
1. Una presenza silenziosa
Maria nei vangeli
Anni fa, il nostro parroco chiedeva talvolta ai bambini del catechismo di cercare nei vangeli quante volte venivano riferite le parole dette da Maria. Catechisti e bambini si mettevano all'opera e con loro anche i genitori. Alla fine la tanto attesa risposta: cinque volte, veniva coronata da un piccolo premio. Erano, escludendo il Magnificat, due le frasi pronunciate nel dialogo coll'angelo all'annunciazione, poi un dolce rimprovero nell'aver smarrito Gesù al tempio e altri due brevi interventi in favore degli sposi di Cana: tutto qui. Contrariamente a quanto avviene ai nostri giorni, quando molti ritengono di valere per quello che dicono e non per quello che sono, Maria emerge invece silenziosamente dalle pagine che raccontano la vita di suo figlio. La sua presenza s'intuisce, e diventa certezza, tanto che non si può prescindere da lei ogni volta che ci accostiamo al mistero della redenzione.
Sono
pochi gli scenari “ufficiali” che nei vangeli ce la presentano protagonista,
una parola grossa chiamarla protagonista, ma questo ella fu, al di là di ogni
sua pretesa o intenzione. Protagonista umile di una storia importante e unica:
così forse possiamo classificarla, ma Maria è troppo oltre e al di fuori di
ogni possibile descrizione umana. Lontana nel tempo e nello spazio, eppure ci è
sempre stata vicina fin da bambini, come presenza materna complementare alla
nostra mamma terrena che ci insegnava le prime preghiere rivolte proprio a Lei.
E' difficile immaginare l'irruzione del soprannaturale in una vita
adolescenziale spesa tra la casa, la sinagoga, il pozzo o la fontana per
assolvere i quotidiani impegni materiali e spirituali. E allora tanto vale
affidarsi alle belle immagini pittoriche con cui nei secoli i grandi artisti
l'hanno ritratta, inquadrature e scorci poco
verosimili, ma carichi di bellezza, idealizzati e trasposti in ambienti
diversi. Tutto questo non distoglie dall'essenziale e non ne altera i
contenuti.
A tu
per tu con un angelo...come sarà stato, chissà? Il vangelo non si preoccupa dei
dettagli non necessari. Un breve dialogo, solo per chiarire i termini di un
accordo tra due contraenti: uno proponeva, l'altra accettava un disegno che
sfugge ai limiti umani, coinvolge cielo e terra e si perde nell'eternità.
Silenziosa, prudente, sobria, fiduciosa: così ci appare Maria alla fine di
questo affresco evangelico, lei “Vergine annunciata”, come volle definirla
Antonello da Messina, raffigurandola in meditazione, di fronte a un angelo che
è addirittura fuori campo. E' lei, infatti, la destinataria di un annuncio che
la segnerà per sempre. Sulla parola di Dio, Maria si fida e parte per il suo
cammino. Cammino di consapevole accettazione, pronto ad ogni difficoltà e
sofferenza, immerso in un mistero dapprima solo intravisto e gradualmente
assunto sempre più su di sé.
Sulle
alture di Ein-Karem Maria arriva da Elisabetta a dorso d'asino, spinta da una
carità si direbbe già divina, frutto dello Spirito che in lei opera il miracolo
della maternità e prorompe nel Magnificat, quasi la necessità di esprimere
subito la lode a Dio di cui constata le grandi opere, alle quali lei stessa
collaborerà. Silenzio, carità, umiltà fanno corona ad ogni gesto di Maria fin
qui.
Un
sentimento di disappunto umano la caratterizza come mamma apprensiva al momento
dello smarrimento di Gesù al tempio: ed è comprensibile l'ansia di Maria e
Giuseppe “angosciati” per aver perso quel figlio, quel tesoro donato e affidato
alle loro cure!
Infine
Cana: il primo dei miracoli o “segni” che Giovanni riferisce. Qui Maria è donna
di casa, attenta al funzionamento di ogni cosa al meglio. Non è in casa sua ma
si preoccupa come e più che se fosse per sé. La carità fa parte di lei che vive
proiettata all'esterno, non pensa a sé, non parla di sé, non pretende per sé e
non fa parlare di sé. Davvero difficile raggiungere queste vette di ascetismo,
pur vivendo nella banale quotidianità di un villaggio d'Oriente. Ma siamo di
fronte a Maria “piena di grazia”, dunque creatura unica, modellata da Dio con
tutte le bellezze spirituali che le litanie le riconoscono.
Un richiamo ai catechismi
Io sono con voi : capp. 3 e 4
Annunciazione,
nascita di Gesù, adorazione dei Magi, fuga in Egitto: sono tanti gli episodi in
cui cercare coi bambini la presenza di Maria. A volte è solo accennata,
s'intuisce appena, ma aleggia un po' ovunque, alle spalle di quel Figlio che
cresce e si sta nascostamente preparando per la sua missione.
Cogliamo
tra le parole scarne degli evangelisti, Luca in particolare, il calore di una
casa modesta, riscaldata dall'amore e
dalla fede di Maria, sostenuta da Giuseppe, lo sposo dolce e forte che Dio le
ha messo al fianco. Anche attraverso i millenni la famiglia di Nazareth può
offrire a chi lo cerca un modello sempre attuale a cui ispirarsi
“Maria,
tu che hai atteso nel silenzio” così inizia un bel canto che possiamo insegnare
ai bambini e ragazzi che si preparano ai sacramenti. Qui c'è il doppio aspetto
che troviamo nella Madonna: da una parte il silenzioso ascolto nella docilità e
nella piena fiducia in Dio e dall'altra la sua capacità di aiutarci a fare lo
stesso, accogliendo a nostra volta suo Figlio.