G. Ravasi "La fede tra silenzio, Parola e storia"
Lo scorso martedì 2 aprile, data in cui è stata pubblicata l’esortazione Christus vivit redatta a conclusione del Sinodo dei giovani, in cattedrale il card. Gianfranco Ravasi ha offerto una riflessione su “La fede tra silenzio, Parola e storia”.
Dopo il saluto del vescovo Cancian e una breve presentazione del direttore della Scuola, don Romano Piccinelli, il Cardinale – che ha una riconosciuta preparazione biblica, teologica e culturale ha tenuto il suo intervento con estrema semplicità fornendo al numeroso pubblico presente un gran numero di spunti di approfondimento.
La fede che ci porta a scoprire Dio
La fede che ci porta a scoprire Dio nella sua manifestazione, nella sua epifania, secondo Ravasi riveste una posizione centrale: come in un polittico, è posta al centro di altri elementi quali la Parola, il silenzio e la storia.
“Dio va incontro agli uomini, anche a quelli che non lo cercano, è in cammino sulle loro strade; un dialogo oltre la quotidianità, una presenza che si insedia in un travolgente rapimento, sempre nel rispetto della piena libertà dell’uomo”. Alla Parola che testimonia la fede e che è luce e alimento per il credente, si deve rispondere con l’apertura del proprio cuore per non restare chiusi nel suo piccolo mondo, da solo.
La fede e la storia
Il secondo elemento della fede è quello della Storia, perché la Parola è inserita nella vita concreta dell’uomo e dell’umanità. “La Bibbia stessa – ha detto il relatore – è ricca di elementi concreti: schiavitù, guerre, patriarchi, ma anche più ampi riferimenti alla sofferenza umana.
Anche il tema della giustizia emerge come elemento storico in cui è radicata la Parola”. I testi sacri fanno riferimento a grandi eventi e a piccoli dettagli concreti della vita quotidiana, miserie e ingiustizie umane. Una quotidianità che molto bene ci riporta il libro dei Proverbi .
Un riferimento spazio-temporale in cui sono uniti e comunicanti il tempio e la piazza, Dio e l’uomo fatto a sua immagine, gli uomini e le donne, “manifesto” della presenza viva di Dio.
Il silenzio
Ravasi infine ha analizzato l’elemento del silenzio: un suono di vento leggero, “una voce silenziosa sottile”, traducendo il testo di 1Re 19,12. “Dio è presente nel silenzio, non nel vuoto, ma anzi nella sintesi di tutte le parole. Il silenzio non rappresenta la fuga dal mondo, dalla realtà ma un incontro intimo tra Dio e l’uomo. “Adorazione, contemplazione, lo stare in silenzio di fronte al Signore è una pienezza che il credente deve sperimentare per alimentare la propria fede”.
Ha concluso rivolgendo ai presenti il suo augurio: “L’ascolto della Parola, insieme alla meditazione, diventi cammino di vita in questo tempo di grazia che è la Quaresima, e ci conduca a una Pasqua luminosa”.