Jean louis Ska "L’apparizione a Maria di Magdala"
Jean Louis Ska
Piano di lavoro 2018/19
7 - L’apparizione a Maria di Magdala
Giovanni 20,11-18
1. Per leggere e comprendere
Chi è Maria Maddalena?
Maria di Magdala o Maria Maddalena è presente in tutti e quattro vangeli ossia durante la crocifissione (Mt 27,56; Mc 15,40; cf. Lc 23,49; Gv 19,25), o al momento della sepoltura (Mt 27,61; Mc 15,47; cf. Lc 23,55) e o nella scoperta della tomba vuota (Mt 28,1; Mc 16,1; Lc 24,10; Gv 20,1).
La sua testimonianza è quindi molto importante perché fa parte delle poche persone che possono affermare che il corpo sepolto nella tomba è quello di Gesù di Nazaret, e che la tomba scoperta al mattino è proprio quello nella quale il corpo del crocefisso era stato sepolto.
Nel vangelo di Luca, Maria Maddalena è menzionata già nel capitolo 8 fra un gruppo di donne che accompagnava Gesù sin dalla Galilea (Lc 8,2-3):
Queste donne “che lo accompagnavano sin dalla Galilea” saranno menzionate senza nome, in Lc 23,49 (crocefissione) e 23,55 (sepoltura). Sono nominate, invece, in 24,10 come i primi testimoni della risurrezione. L’apparizione di Gesù a Maria Maddalena è ricordata in Mc 16,9.
Elementi principali dell’intreccio
Ogni racconto descrive un cambiamento di situazione e/o un cambiamento di conoscenza.
Più concretamente, un racconto descrive un passaggio dall’infelicità alla felicità (racconti con lieto fine) o l’inverso, un passaggio dalla felicità all’infelicità (come nelle tragedie).
Quando abbiamo un cambiamento di conoscenza, uno o più personaggi passano dall’ignoranza alla conoscenza. Alcuni racconti abbinano i due tipi di cambiamento.
In effetti, Maria Maddalena piange all’inizio del racconto (“infelicità”; 20,11). Alla fine, va ad annunziare ai discepoli che “ha visto” colui che cercava nella tomba vuota. È facile indovinare che il suo stato d’animo è completamente cambiato. D’altronde, il racconto specifica nel v. 14 che Maria Maddalena “non sapeva che fosse Gesù” quando egli le appare. È nell’ignoranza. Il riconoscimento avviene nel v. 16: “Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!»”.
Vi è un nesso stretto fra riconoscimento e cambiamento di situazione: Maria Maddalena passa dall’infelicità alla felicità proprio nel momento in cui passa dall’ignoranza alla conoscenza. Possiamo dire la stessa cosa dei discepoli di Emmaus.
Il voltafaccia di Maria Maddalena e il suo riconoscimento
In molti racconti, il lettore è invitato a usare la sua immaginazione e a visualizzare la scena.
Nel nostro caso, è persino indispensabile per capire bene il significato del brano. All’inizio del racconto, Maria Maddalena si trova davanti alla tomba e, anzi, si china per vedere che cosa ci sia al suo interno (20,11). Ella vede, in questo momento, due angeli con i quali ha una breve conversazione che spiega il suo stato d’animo: sta cercando invano il corpo di Gesù Cristo (20,12-13). Vediamo, dunque, Maria Maddalena china verso la tomba che cerca il corpo del defunto Gesù. Tutti questi elementi sono importanti: cerca un corpo in una tomba, vale a dire nel mondo dei morti.
Il risorto, invece, le appare però alle spalle. Lo vede senza riconoscerlo perché si volta indietro (20,14). In questo momento, Maria non guarda più verso la tomba, non guarda più nella tomba, guarda indietro. Il suo sguardo ha cambiato direzione di centottanta gradi. Tutto ciò significa che il risorto non è da cercare – verbo utilizzato da Gesù risorto in 20,15 – nella tomba, nel mondo dei morti. Si trova proprio all’opposto. Nel breve dialogo con il risorto, Maria compie un secondo movimento, poiché si volta ancora una volta mentre gli dice “rabbuni” (20,16). In questo momento, volta le spalle alla tomba e si affaccia completamente a Gesù risorto.
Il messaggio mi sembra chiaro: per vedere e riconoscere il risorto, è inutile cercarlo in una tomba, nel mondo dei morti. Egli invece è all’opposto nel mondo dei vivi. Possiamo anche dire che la tomba ove Gesù di Nazaret è stato sepolto non è un punto finale, non è la conclusione della sua vita e del suo ministero. Al contrario, è un punto di partenza. La tomba è vuota perché non è il luogo della morte, è il luogo di una nuova nascita, quella descritta a Nicodemo nel terzo capitolo del vangelo. Per questo motivo, nel vangelo di Giovanni, Nicodemo riappare al momento della sepoltura (Gv 19,39).
La tomba è l’inizio di una vita nuova o rinnovata. Nella nostra scena, tutto si concretizza nella missione affidata dal risorto a Maria Maddalena: «Và dai miei fratelli e dì loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria Maddalena è la prima annunziatrice e missionaria della risurrezione nel quarto vangelo. Il vangelo la presenta come modello per tutti i credenti.
Vedere e credere
Il brano usa diverse forme del verbo “vedere” in greco, una cosa difficile da rendere in italiano. Un primo verbo è usato nei vv. 12 e 14, quando Maria vede, prima, i due angeli, poi il risorto che confonde con l’ortolano. Nel v. 18, tuttavia, il testo greco utilizza un altro verbo che, con ogni probabilità, significa che Maria Maddalena “vede” oramai con occhi diversi – perché, potremmo dire, si è girata nella buona direzione.
La tomba
• Si parla molto oggi della morte del cristianesimo o di un cristianesimo moribondo. Dove è la tomba del cristianesimo? Chi piange sulla tomba di un cristianesimo che non c’è più?
• È possibile che il vero cristianesimo non sia in una tomba? Dove sono le tombe vuote della nostra fede?
• Dove si trova il cristianesimo di domani? Il vangelo ci inviata a guardare in quale direzione per trovare il vero vangelo? A chi siamo invitati ad annunziare il vangelo della risurrezione?
Vedere e credere
• Vi è una differenza fra “vedere” e “osservare”, fra lo sguardo di Maria Maddalena all’inizio del racconto e la sua visione finale. Come definire questa differenza? Che cosa fa la differenza?
• Qual è il nostro sguardo sul mondo di oggi? E sulla Chiesa di oggi? In quale modo il vangelo ci invita a guardare il mondo e le nostre chiese? A quale mondo il racconto di Giovanni ci invita a voltare le spalle?
Maria di Magdala o Maria Maddalena è presente in tutti e quattro vangeli ossia durante la crocifissione (Mt 27,56; Mc 15,40; cf. Lc 23,49; Gv 19,25), o al momento della sepoltura (Mt 27,61; Mc 15,47; cf. Lc 23,55) e o nella scoperta della tomba vuota (Mt 28,1; Mc 16,1; Lc 24,10; Gv 20,1).
La sua testimonianza è quindi molto importante perché fa parte delle poche persone che possono affermare che il corpo sepolto nella tomba è quello di Gesù di Nazaret, e che la tomba scoperta al mattino è proprio quello nella quale il corpo del crocefisso era stato sepolto.
Nel vangelo di Luca, Maria Maddalena è menzionata già nel capitolo 8 fra un gruppo di donne che accompagnava Gesù sin dalla Galilea (Lc 8,2-3):
[Accompagnavano Gesù di Nazaret i Dodici] e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Queste donne “che lo accompagnavano sin dalla Galilea” saranno menzionate senza nome, in Lc 23,49 (crocefissione) e 23,55 (sepoltura). Sono nominate, invece, in 24,10 come i primi testimoni della risurrezione. L’apparizione di Gesù a Maria Maddalena è ricordata in Mc 16,9.
Elementi principali dell’intreccio
Ogni racconto descrive un cambiamento di situazione e/o un cambiamento di conoscenza.
Più concretamente, un racconto descrive un passaggio dall’infelicità alla felicità (racconti con lieto fine) o l’inverso, un passaggio dalla felicità all’infelicità (come nelle tragedie).
Quando abbiamo un cambiamento di conoscenza, uno o più personaggi passano dall’ignoranza alla conoscenza. Alcuni racconti abbinano i due tipi di cambiamento.
In effetti, Maria Maddalena piange all’inizio del racconto (“infelicità”; 20,11). Alla fine, va ad annunziare ai discepoli che “ha visto” colui che cercava nella tomba vuota. È facile indovinare che il suo stato d’animo è completamente cambiato. D’altronde, il racconto specifica nel v. 14 che Maria Maddalena “non sapeva che fosse Gesù” quando egli le appare. È nell’ignoranza. Il riconoscimento avviene nel v. 16: “Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!»”.
Vi è un nesso stretto fra riconoscimento e cambiamento di situazione: Maria Maddalena passa dall’infelicità alla felicità proprio nel momento in cui passa dall’ignoranza alla conoscenza. Possiamo dire la stessa cosa dei discepoli di Emmaus.
Il voltafaccia di Maria Maddalena e il suo riconoscimento
In molti racconti, il lettore è invitato a usare la sua immaginazione e a visualizzare la scena.
Nel nostro caso, è persino indispensabile per capire bene il significato del brano. All’inizio del racconto, Maria Maddalena si trova davanti alla tomba e, anzi, si china per vedere che cosa ci sia al suo interno (20,11). Ella vede, in questo momento, due angeli con i quali ha una breve conversazione che spiega il suo stato d’animo: sta cercando invano il corpo di Gesù Cristo (20,12-13). Vediamo, dunque, Maria Maddalena china verso la tomba che cerca il corpo del defunto Gesù. Tutti questi elementi sono importanti: cerca un corpo in una tomba, vale a dire nel mondo dei morti.
Il risorto, invece, le appare però alle spalle. Lo vede senza riconoscerlo perché si volta indietro (20,14). In questo momento, Maria non guarda più verso la tomba, non guarda più nella tomba, guarda indietro. Il suo sguardo ha cambiato direzione di centottanta gradi. Tutto ciò significa che il risorto non è da cercare – verbo utilizzato da Gesù risorto in 20,15 – nella tomba, nel mondo dei morti. Si trova proprio all’opposto. Nel breve dialogo con il risorto, Maria compie un secondo movimento, poiché si volta ancora una volta mentre gli dice “rabbuni” (20,16). In questo momento, volta le spalle alla tomba e si affaccia completamente a Gesù risorto.
Il messaggio mi sembra chiaro: per vedere e riconoscere il risorto, è inutile cercarlo in una tomba, nel mondo dei morti. Egli invece è all’opposto nel mondo dei vivi. Possiamo anche dire che la tomba ove Gesù di Nazaret è stato sepolto non è un punto finale, non è la conclusione della sua vita e del suo ministero. Al contrario, è un punto di partenza. La tomba è vuota perché non è il luogo della morte, è il luogo di una nuova nascita, quella descritta a Nicodemo nel terzo capitolo del vangelo. Per questo motivo, nel vangelo di Giovanni, Nicodemo riappare al momento della sepoltura (Gv 19,39).
La tomba è l’inizio di una vita nuova o rinnovata. Nella nostra scena, tutto si concretizza nella missione affidata dal risorto a Maria Maddalena: «Và dai miei fratelli e dì loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria Maddalena è la prima annunziatrice e missionaria della risurrezione nel quarto vangelo. Il vangelo la presenta come modello per tutti i credenti.
Vedere e credere
Il brano usa diverse forme del verbo “vedere” in greco, una cosa difficile da rendere in italiano. Un primo verbo è usato nei vv. 12 e 14, quando Maria vede, prima, i due angeli, poi il risorto che confonde con l’ortolano. Nel v. 18, tuttavia, il testo greco utilizza un altro verbo che, con ogni probabilità, significa che Maria Maddalena “vede” oramai con occhi diversi – perché, potremmo dire, si è girata nella buona direzione.
2. Per meditare e attualizzare
La tomba
• Si parla molto oggi della morte del cristianesimo o di un cristianesimo moribondo. Dove è la tomba del cristianesimo? Chi piange sulla tomba di un cristianesimo che non c’è più?
• È possibile che il vero cristianesimo non sia in una tomba? Dove sono le tombe vuote della nostra fede?
• Dove si trova il cristianesimo di domani? Il vangelo ci inviata a guardare in quale direzione per trovare il vero vangelo? A chi siamo invitati ad annunziare il vangelo della risurrezione?
Vedere e credere
• Vi è una differenza fra “vedere” e “osservare”, fra lo sguardo di Maria Maddalena all’inizio del racconto e la sua visione finale. Come definire questa differenza? Che cosa fa la differenza?
• Qual è il nostro sguardo sul mondo di oggi? E sulla Chiesa di oggi? In quale modo il vangelo ci invita a guardare il mondo e le nostre chiese? A quale mondo il racconto di Giovanni ci invita a voltare le spalle?
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