Lire Marc par Marx: no, non è una battuta di Groucho (Marx) destinata a proporre una lettura ironica del Vangelo di Marco; è un programma ermeneutico approntato da un teologo, Fernando Belo, nel 1974 secondo i canoni del materialismo storico. Questo che è, cronologicamente parlando, il primo dei Vangeli, fonte dei successivi Matteo e Luca, affidato a una narrazione di sole 11.229 parole greche, è stato in realtà strattonato anche verso altre interpretazioni estrinseche: citiamo il bagno nella psicologia del profondo in cui l'ha immerso il tedesco Eugen Drewermann (da noi il suo commento a Marco è stato tradotto nel 1994 dalla Queriniana), oppure la rilettura che René Girard ha fatto di alcune pagine marciane, secondo i moduli dell'antropologia culturale, nel suo Capro espiatorio (tradotto dal Adelphi nel 1987), e così via da parte degli altri studiosi lungo i percorsi dello strutturalismo, dell'analisi retorica e della narratologia.
Quest'ultimo approccio, il narrativo, è il più praticato e fecondo proprio perché Marco, con la secchezza del suo racconto, invita a riabilitare questa strategia per la comunicazione di fede.
Leggi tutto
ilsole24ore