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Educare alla fede nella catechesi (1) Paola Radif Il Cittadino

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Prende l’avvio, in questo numero, una rubrica dal titolo: “Educare alla fede nella catechesi” che, in linea con l’orientamento attuale della Chiesa italiana, porrà l’attenzione alla catechesi nel suo aspetto educativo.
Se i genitori e gli insegnanti sono chiamati ad assumersi con grande responsabilità il compito di educatori e sono invitati ad acquisire una vera e propria competenza nel settore, così anche i catechisti dovranno essere sempre più all’altezza della propria missione che è quella di educare alla fede.

I compiti della catechesi
Compiti generali
Nel vasto campo delle sfumature che l’opera catechistica comporta si possono individuare alcuni compiti generali, di cui oggi tratteremo, che si distinguono da quelli specifici della catechesi.
Se dovessimo indicare con poche parole la figura del catechista potremmo definirlo colui che si propone di formare cristiani adulti nella fede, in grado di camminare con le proprie gambe in fatto di vita morale e spirituale e capaci di operare scelte in linea con il vangelo anche senza la presenza rassicurante di un maestro o di una guida, non sempre possibile.
In realtà la catechesi comprende un ampio ventaglio di aspetti che vanno poi ad armonizzarsi fino a costruire la persona del cristiano.
Prendendola alla lontana, la missione della catechesi è, prima ancora che una formazione religiosa, una scuola di vita. Il catechista si pone nei confronti dei suoi destinatari nell’atteggiamento del buon padre che desidera mettere le basi per un cammino che poi non sarà lui a percorrere. Tuttavia le premesse, poste in giovane età, sono sicuramente determinanti per il futuro, come lo è, a più ampio titolo, la missione dei genitori.
Procedendo, giorno dopo giorno, a fianco del ragazzo per aiutare la sua personale manovra di avvicinamento alla meta, che è l’incontro con Gesù, ed è un po’ come l’attracco di una nave alla banchina, il catechista non è colui che incarica di fare qualcosa o manda da qualche parte ma si caratterizza per una presenza che non abbandona. È compagno di cammino e di viaggio sui sentieri dell’apprendimento e della maturazione, così come lo è l’insegnante. Non ha, a suo sostegno, l’“arma” del brutto voto o del castigo ma ha, dalla sua parte, il soffio dello Spirito Santo che gli indica la via, i tempi e le parole più opportune per essere ascoltato.
Il cammino si snoda per mezzo di un dialogo fiducioso, di un confronto sincero e rispettoso, dove ciascuno è fedele al proprio ruolo. Il catechista non diventerà l’amico del cuore con cui scherzare ma sarà comprensivo, attento, disponibile col suo consiglio per sciogliere dubbi e difficoltà.
I bambini vogliono parlare, chiedere, contestare. La maturazione, del bambino prima e dell’adolescente poi, passa attraverso quel ritmo di domande e risposte che a volte sorprende lo stesso catechista ed è prezioso per l’acquisizione di punti fermi essenziali.
Per quanto tempo sia passato da quando il catechista era a sua volta bambino, è pur sempre possibile richiamare alla memoria alcuni particolari, ricordando ciò che più si desiderava sapere, che cosa ci si aspettava dagli adulti, che cosa invece era causa di umiliazione o di sofferenza.
Alle risposte è possibile arrivare proprio attraverso il dialogo, che mette sul tappeto i nodi da sciogliere e fa compiere tanti piccoli passi verso la conferma personale di una vita davvero improntata al vangelo. Dunque è fondamentale farsi vicini ai ragazzi per dar loro un senso di sicurezza e poterli gradualmente lanciare in un volo che sarà esclusivo e personale per ciascuno.
Perché possano volare occorre accertarsi che i ragazzi abbiano le ali. Se i catechisti sapranno immedesimarsi nei sogni di chi li ascolta potranno contribuire a costruire forti personalità di cristiani ancorati ai principi e tuttavia leggeri, liberi di sollevarsi verso cieli più azzurri e trasparenti di quelli che le proposte del mondo attuale sembrano indicare.

                                                                                          Paola Radif

Fonte: Il Cittadino Ge  
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