Beatrice Iacopini "Etty Hillesum: vivere e respirare con l’anima"
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Etty Hillesum: vivere e respirare con l’anima
La scommessa di una spiritualità laica
presentazione online martedì 25 febbraio ore 20.30 con Lucia Vantini, Paolo Scquizzato e Beatrice Iacopini, info in fondo all’articolo
IL LIBRO DI BEATRICE IACOPINI IN BREVE
Un’inedita e illuminante lettura del Diario e delle Lettere che vede in Etty Hillesum un’antesignana della spiritualità non religiosa, trans-religiosa o laica
L’abbandono di massa delle forme religiose tradizionali fa emergere in modo sempre più forte il bisogno di approfondire e coltivare la spiritualità al di fuori dei sentieri consueti proposti alle istituzioni religiose. A questo scopo viene incontro il nuovo libro di Beatrice Iacopini che offre una lettura originale degli scritti di Etty Hillesum mettendo in risalto sotto una luce nuova diverse espressioni presenti nel noto Diario e nelle Lettere, facendo riferimento alla prospettiva della mistica e del post-teismo.
Secondo questa lettura Etty, con la sua particolarissima storia spirituale, può essere considerata non un’eccezione, ma una vera e propria antesignana di una spiritualità non religiosa, trans-religiosa o laica che dir si voglia, che si costruisca a partire dall’essere umano e dalla sua esperienza, e può avvicinare anche il lettore contemporaneo, ormai poco avvezzo ai linguaggi tradizionali delle religioni, alla sapienza accumulata da millenni nell’universo mitico e simbolico delle religioni stesse.
«Io riposo in me stessa. E questo ‘me stessa’, la parte più profonda e ricca di me in cui riposo, io la chiamo ‘Dio’ […] quando dico che ascolto dentro, in realtà è Dio che ascolta dentro di me. La parte più essenziale e profonda di me che ascolta la parte più essenziale e profonda dell’altro. Dio a Dio» (Diario, 17 settembre 1942)
«A volte trovo la parola ‘Dio’ così primitiva: è solo una metafora dopo tutto, un avvicinamento alla nostra più grande e continua avventura interiore» (Diario, 22 giugno 1942)
Beatrice Iacopini (Pistoia, 1965) è laureata in Filosofia e magistero in Scienze Religiose. I suoi studi vertono principalmente su Etty Hillesum, su cui ha scritto, con Sabina Moser, Uno sguardo nuovo. Il problema del male in Etty Hillesum e Simone Weil (2008, Ed. San Paolo) e di cui ha introdotto e pubblicato una scelta antologica per Le Lettere: E. Hillesum, Il gelsomino e la pozzanghera (2018). I suoi interessi sono rivolti ultimamente al post/trans teismo, prospettiva teologica a cui si sente molto vicina: è del 2023 il suo ampio studio sulla rivista «Mistica e Filosofia», Di fronte a un cristianesimo che muore, la proposta di un cristianesimo adulto: uno sguardo al post-teismo.
Dal libro
Ripensare la fede nella crisi delle religioni
Se le forme religiose ereditate dal passato mostrano la corda, la spiritualità – che definiamo, in prima battuta, come l’attenzione verso la conoscenza profonda di sé e del tutto, che inizia a svilupparsi non appena si prenda consapevolezza di qualcosa che ci precede e da cui dipendiamo – non viene meno, né potrebbe, connaturata com’è all’essere umano: una recente ricerca svolta in Italia sulla religiosità giovanile ha rilevato come l’abbandono del modo tradizionale di credere non implichi necessariamente la fine di una ricerca personale, rimanendo vivo comunque il bisogno di esperienze significative di conoscenza di sé, di bellezza, di armonia con la natura e di connessione con gli altri e con tutto ciò che c’è. (…)
Con Etty Hillesum, dal problema di Dio all’esperienza dello spirito
Scindere la ricerca spirituale dalla necessaria appartenenza a una religione significa anche superare schemi che oggi tengono sempre meno. Uno di questi è l’immediato legame che si istituisce tra spiritualità e credenza nel Dio del teismo, così com’è presentato abitualmente nelle religioni del Mediterraneo. Ma nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, sembrano aprirsi scenari diversi: oggi il problema dell’esistenza di Dio – almeno di quel Dio – è avvertito da molti come secondario e comunque, la stessa immagine che ne è presentata dalle religioni è messa fortemente in discussione. Tanto che, se si volesse indagare il sentire diffuso, sarebbe molto più utile sostituire la domanda classica ‘Credi o non credi in Dio’, che in modo un po’ semplicistico vorrebbe l’umanità divisa in due, con quella, molto più rispettosa della complessità, ‘In quale Dio credi? In quale Dio non credi?’, che permetterebbe risposte ricche non solo di una vasta gamma di sfumature, ma anche di inaspettate consonanze tra coloro che, secondo la prima domanda, si troverebbero su fronti opposti.
Si tratta di nuovo di spostare l’attenzione da una credenza (o non credenza) all’esperienza vissuta: perché la differenza più significativa oggi, quando i dubbi e le inquietudini serpeggiano forti anche tra chi aderisce a un culto, non è tanto tra chi ha deciso che un Dio non c’è e chi invece ne afferma l’esistenza, bensì tra chi rinuncia alla ricerca e chi accoglie la sfida di rimanere homo viator, uomo in cammino; tra «residenti» e «cercatori». E poiché chi cammina ha bisogno di guide sapienti, che conoscano e sappiano additare direzioni e tracce, è importante portare alla luce il numero maggiore possibile di maestri della via, che siano affidabili e autentici; perché in un’epoca globalizzata come la nostra, piuttosto che chiudersi nelle rigide appartenenze delle verità di fede e puntare solo su un’unica stella polare, soprattutto se essa sembra impossibile da rintracciare in mezzo a tante altre, può essere ben più fruttuoso procedere affidandoci a costellazioni.
A questo scopo proponiamo la vicenda di Etty Hillesum, come una di quelle presenze luminose da annoverare nella schiera dei grandi maestri spirituali, per la sostanza e la forma della sua testimonianza, fiorita fuori da steccati confessionali e scaturita non da una dottrina o da un’indagine su Dio, ma da una inattesa relazione viva con Lui. (dall’Introduzione al libro)
INTRODUZIONE
Oltre le religioni: un cambiamento d’epocaRipensare la fede nella crisi delle religioni
Con Etty Hillesum, dal problema di Dio all’esperienza dello spirito
1. Una vita spezzata
Undici quaderni con la copertina colorata
Tra Middleburg, Deventer e Amsterdam
L’incontro con Julius Spier
La rinascita nello spirito
La scelta di «esserci»
2. Una guida per i nostri tempi
Indipendente e colta
Nient’altro che una poveretta piena di paura
Un egocentrismo molto contemporaneo
Un’evoluzione inattesa
3. La scoperta del centro di sé
Dalla testa al cuore
Il grande regno interiore
Il miracolo del gelsomino
Il cuore pensante
Una nuova visione delle cose
4. Un Dio da raccogliere e da salvare
Il coraggio di dire Dio
Dio, una costruzione di sostegno
E tuttavia «Dio» rimane
Né con Aleida né con Tide
A-teismo mistico
Una fede non religiosa
5. Esercizi spirituali, ovvero lavorare al distacco da sé
Un laborioso necessario processo
Imparare il distacco
La ragazza che non sapeva inginocchiarsi
La chiusa cella della preghiera
Un’immensa libertà e ricchezza
6. L’impegno etico
Redimere la sofferenza
La resistenza esistenziale
Una compassione senza confini
Preparare tempi nuovi
Essere una cristiana decente
7. Appunti per una spiritualità laica: alla scuola di Etty Hillesum
Un itinerario spirituale non religioso
Cara Etty, che cosa ha combinato
Spiritualità, una qualità umana
Dire l’esperienza dello spirito in un linguaggio non religioso: un tentativo
E dunque, che ne è di Dio?
Ateismo mistico o ateismo tout court?
Una visione non duale
Il senso della devozione
Fine delle religioni?
8. Sulle tracce di Etty Hillesum e non solo
Visioni di una santità nuova
La buona notizia nel «racconto del Dio personale»
Monache e monaci senza abito e senza monastero
Non stare al sicuro, ma «esserci»
Postfazione – Solo il nome di Dio conviene alla luce nell’anima e dell’anima
di Marco Vannini
Bibliografia
Scritti di Etty Hillesum
Sulla spiritualità di Etty Hillesum
Sui temi trattati
La recensione di Marco Vannini su RSI: Etty Hillesum, l’antesignana di una spiritualità laica