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Paolo Gamberini "Perché l’incarnazione è importante"

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Fin dall’inizio dei tempi, lo Spirito di Dio ha rivelato la sua gloria e bontà attraverso la creazione fisica. I cristiani credono che questa presenza universale di Cristo sia stata in seguito “nata da una donna sotto la legge” (Galati 4:4) in un momento di tempo cronologico. Questo è il grande salto di fede cristiano!

Crediamo audacemente che la presenza di Dio sia stata riversata in un singolo essere umano, in modo che l’umanità e la divinità possano essere viste operare come una in lui – e quindi in noi! Invece di dire che Dio è venuto al mondo attraverso Gesù, forse sarebbe meglio dire che Gesù è uscito da un mondo già intriso di Cristo. La seconda incarnazione è scalata dalla prima, dall’unione amorevole di Dio con la creazione fisica. 

Attraverso la sua presenza incarnata, Gesù ha offerto al mondo un esempio vivente di amore pienamente incarnato che è emerso da situazioni di vita ordinarie e limitate. Per me, questa è la vera importanza della dichiarazione di Paolo secondo cui Gesù era “nato da una donna secondo la legge”. In Gesù, Dio divenne parte del nostro piccolo mondo domestico ed entrò nei limiti umani e nell’ordinarietà, e rimase anonimo e in gran parte invisibile per i suoi primi trent’anni. Per tutta la sua vita, Gesù stesso non trascorse tempo a salire, ma molto tempo a scendere, “svuotarsi e diventare come tutti gli umani” (Filippesi 2:7), “tentato in ogni modo che siamo” (Ebrei 4:15) e “vivere nei limiti della debolezza” (Ebrei 5:2). 

Gesù camminò, gode e soffrì l’intero viaggio umano, e ci disse che potevamo e dovevamo fare lo stesso. La sua vita ha esemplificato il mistero che si svolge in tutte le sue fasi, da una concezione nascosta e divina, a una normale vita adulta piena di amore e problemi, punteggiata da alcuni momenti di trasfigurazione e illuminazione, e tutti che hanno portato alla gloriosa ascensione e al ritorno finale. Come afferma Ebrei 4:15, “Poiché non abbiamo un sommo sacerdote che non sia in grado di simpatizzare con la nostra debolezza, ma abbiamo uno che è stato come noi in ogni modo, ha sperimentato ogni tentazione e non è mai tornato indietro”. 

La vita di Gesù rivela che non dobbiamo aver paura delle profondità e delle ampiezze delle nostre vite, di ciò che questo mondo ci offre o ci chiede. Così diventiamo intimi con le nostre esperienze, e da esse possiamo imparare e scendere nella profondità delle cose, anche dei nostri errori, prima di cercare troppo rapidamente di trascendere il tutto in nome di una certa purezza o superiorità idealizzata. Dio si nasconde nelle profondità, anche nelle profondità dei nostri peccati, e non si vede finché rimaniamo sulla superficie di qualsiasi cosa. 

La terza incarnazione è quella che continua fino alla fine del mondo quando tutto sarà trasformato nel mistero della morte/risurrezione di tutte le cose e che in Gesù è stato anticipato, e da lui rivelato. Sarà così che “la vita del mondo verrà” – come ci fa confessare il Credo – e tutte le cose saranno “piene” di Dio, poiché Dio sarà tutto in tutti (1Cor 15,28). 

  • Prima incarnazione della materia/spirito nell’evento singolare del Big Bang; 
  • Seconda incarnazione dell’umano e divino, nell’evento singolare dell’uomo Gesù; 
  • Terza incarnazione nell’evento singolare di tutte le cose divenute Dio.



Fonte: ApertaMente 



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