Enzo Bianchi "Francesco, un papa umano"
In una delle ultime conversazioni con il teologo Joseph Moingt, uno dei maggiori esperti di cristologia della Chiesa cattolica, osservavamo che i cristiani faticano nel credere e nell’accettare la piena umanità di Gesù.
Per questo, quasi come testamento, ha lasciato scritto che “ciò che era straordinario in Gesù era il suo essere umanissimo”. Infatti certi comportamenti di Gesù li dimentichiamo perché troppo umani, rivelatori di un carattere particolare, non sempre dolce e solenne come noi desidereremmo dal Figlio di Dio. Succede così anche nella vita della Chiesa: prima che si formi la leggenda devota e pia di un cristiano si osservano il carattere, il temperamento e si formula un giudizio di approvazione, diffidenza o rifiuto.Questo si ripete anche per ogni Papa: troppo buono, anzi bonaccione Giovanni XXIII, troppo aristocratico Paolo VI, troppo intellettuale Benedetto XVI, e umano, troppo umano, PapaFrancesco. I cristiani sono innamorati di Papi ieratici come bassorilievi assiri, che fanno “epifanie” quando si fanno vedere, stanno in cattedra quando parlano e nascondono la loro umanità ai mortali: anche il loro corpo nella vita quotidiana non apparterrebbe più a loro ma alla Chiesa, perché ciò che conta è la modalità di presenza, non la loro persona. Queste sono ottiche docetiche che negano come sia proprio il nostro corpo e la sua vita a rendere testimonianza a Cristo. Nei giorni scorsi alcune interviste e un libro intervista di Papa Francesco hanno acceso un dibattito, suscitando critiche: scrive troppo, parla troppo, non ha il senso della diplomazia e non disdegna di farsi vedere nella sua fragilità e nella sua malattia.
Recentemente è riuscito a sorprendere tutti facendo silenzio invece di pronunciare l’omelia o farla leggere: segno profetico che rivela che quando le parole non sono ascoltate il silenzio del profeta grida la verità sulla pace e sulla follia della guerra.
Non sono un adulatore di Papi e so porre interrogativi critici quando la mia coscienza cristiana mi spinge a farlo, ma certo so distinguere il carattere di un Papa, che può piacermi o no, dal suo carisma e dal suo servizio alla comunione delle Chiese. Non si può chiedere a un Papa di non essere umanamente sé stesso: a lui si deve chiedere di confermare i fratelli nella fede, di non contraddire il Vangelo e di ricordarlo sine glossa ,nella sua radicalità, a coloro che lo ascoltano, di usare sempre misericordia.
Questo Francesco lo fa e nessuno, salvo i folli che lo giudicano eretico, lo nega. Sì, i cattolici devono smettere l’idolatria del Papa e ricomprenderlo come successore di Pietro: quest’ultimo aveva un carattere poco amabile secondo il Nuovo Testamento, ma è stato scelto come pastore del piccolo gregge che resta gregge di Cristo.
Scrissi a suo tempo che con Papa Giovanni un cristiano diventava Papa, scrivo oggi che con Francesco un uomo è il nostro Papa, con limiti umani precisi, ma con una radicale obbedienza al Vangelo.