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Rosanna Virgili "La donna Sapienza, che custodisce la vita"

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19 Marzo 2024


La Bibbia è una collezione di libri che la Chiesa ritiene canonici, vale a dire normativi per la vita dei cristiani in quanto ritenuti ispirati dallo Spirito Santo. Si tratta di settantatré volumi, piccoli e grandi, distribuiti tra il Primo e il Nuovo Testamento che, a loro volta, si dividono in diverse sotto parti. Una di queste è l’insieme dei libri “sapienziali” che comprende alcuni tra i testi più belli di tutta la Bibbia. Nel canone cattolico essi sono sette e molto diversi tra loro: dai Salmi al Qoèlet; dal Cantico dei Cantici al libro della Sapienza.

In realtà si può dire che tutta la Scrittura sia intrisa di sapienza ma questa sezione lo è in particolare. Infatti molti di questi libri – specialmente i Proverbi, il Siracide e la Sapienza, appunto – sono esplicitamente scritti per educare gli inesperti a fare le giuste scelte nella vita. Nel libro dei Proverbi si trova una personificazione della sapienza che, come per gran parte dei popoli antichi, secondo i miti e le storie più note, è donna. Come Atena e Metis, come la Ma’at egiziana, così la Sapienza è femmina anche nei testi ebraici biblici. Essendo essa la via morale e intellettuale alla vita, è assimilabile alla donna-madre dal cui grembo nasce ogni creatura. 

Come una madre, infatti, la Sapienza si preoccupa di custodire la vita per mezzo della sua parola, dei suoi consigli e dei suoi insegnamenti. Così viene presentata: «La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: “Chi è inesperto venga qui!”. A chi è privo di senno ella dice: “Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza”» (Pr 9,1-6). 

La Sapienza è una signora colma di dignità e di competenza, capace di creare collaborazione tra le sue ancelle per raggiungere i suoi scopi. Essi sono pedagogici e didattici, la sua è una mensa dove gli inesperti, tutti insieme, possono “pasteggiare” il pane e il vino della scienza e dell’intelligenza indispensabili per sfuggire alla morte e ottenere un futuro di vita. Di nutrirsi alla sua mensa tutti i giovani e gli ignoranti hanno bisogno ma specialmente coloro che dovranno dedicarsi al governo del loro Paese. 

Grande sarà il bene che essi potranno fare se sceglieranno di fare di lei la maestra e la guida, la via e la ricerca continua della giustizia, della verità e della pace. Ne è testimone il re Salomone: «Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento. L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. Ella è infatti un tesoro inesauribile per gli uomini; chi lo possiede ottiene l’amicizia con Dio, è a lui raccomandato dai frutti della sua educazione. Mi conceda Dio di parlare con intelligenza e di riflettere in modo degno dei doni ricevuti, perché egli stesso è la guida della sapienza e dirige i sapienti» (Sap 7,7-15). Ci auguriamo che molti possano seguire l’esempio di re Salomone.


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