Crepet sullo spot Esselunga: “Una seduta psicoanalitica che parla al senso di colpa degli italiani”
Professor Crepet, ha visto che tsunami ha sollevato lo spot dell’Esselunga?
«Sì, ed era ora che qualcuno ponesse gli italiani di fronte a una realtà speculare a quella del Mulino bianco. E chi dice che il Mulino nero è a sua volta uno stereotipo, sbaglia, perché si tratta semplicemente di una verità statistica. Certo, si tratta di un dramma per questo fa pensare, quindi coglie nel segno. Poi non so se il committente ne ricaverà un beneficio proporzionale al clamore che ha accompagnato l’uscita dello spot. A volte il messaggio, se molto forte, in questo caso la storia della pesca e della bambina, sovrasta il prodotto. Ma questo non è un problema nostro».
Lo spot ha anche molto diviso.
«Ha diviso perché non è facile arrendersi a una realtà dolorosa. Vale a dire che la separazione è sempre un lutto, e che i bambini abbiano due camere da letto non può essere considerata una soluzione felice. E ancor peggio è quando si delega anche involontariamente, per incapacità, il ruolo di paciere ai figli: questa, purtroppo, è la massima sconfitta».
Fonte: IlSecoloXIX