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Nella Chiesa è il tempo delle donne

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Se c’era un battesimo urgente o un funerale, celebravano loro. Durante la liturgia della Parola con Eucaristia predicavano. A loro era affidata la preparazione al matrimonio, le conversazioni spirituali, la catechesi... Insomma, «un diaconato femminile, ma senza titolo»Maria Lia Zervino è una servidora, fa parte cioè di un’associazione di donne consacrate fondata nel 1952 da un sacerdote argentino, oggi servo di Dio, Luis María Etcheverry Boneo, in stretta collaborazione con la sua discepola Lila Blanca Archideo.

Una piccola realtà, 60 donne, tra Argentina e Italia, a servizio delle Chiese locali, per mandato del vescovo e della loro comunità: «La mia prima missione è stata in una zona molto povera nella diocesi di Mar de la Plata, a 400 chilometri da Buenos Aires. Per due parrocchie, distanti 150 chilometri, c’era un unico parroco.Era eccezionale ma non poteva fare tutto, aveva bisogno che lo aiutassimo. Quando si fanno tante domande sulla donna, io dico che è l’esperienza che ci mostra cosa fare».

Oggi, a 72 anni, Zervino in termini laici si direbbe che è una delle donne che ha sfondato il “tetto di cristallo” nella Chiesa. In piena sintonia con la “rivoluzione al femminile” che sta attraversando la Chiesa di Francesco e che ha la sua icona più significativa nella partecipazione di diverse donne, con diritto di voto, all’assemblea dei vescovi, del prossimo ottobre.

 

DAI POVERI IL DONO DELLA FEDE

Laureata in sociologia, in Argentina, dove è nata, è stata direttrice della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale, mentre Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, ne era presidente. A Roma Francesco lo scorso anno l’ha voluta nel dicastero per i vescovi. Fino a maggio scorso è stata presidente dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche (Umofc) e, con duemila donne, è stata ricevuta in udienza dal Papa, prima dell’assemblea elettiva ad Assisi. Le chiediamo se tra il Bergoglio cardinale di Buenos Aires e il Papa di Roma c’è differenza: «Quando è diventato Papa ha avuto come un’esplosione di gioia, che in Argentina aveva poche volte. La linea della sua vita non è cambiata, è stata arricchita, ma va sempre nella stessa direzione. È sempre lui. La differenza è la sua gioia».

Da pochi mesi la nuova presidente dell’Unione mondiale delle organizzazioni delle donne cattoliche (Umofc), Monica Santamarina, l’ha chiamata a guidare l’Osservatorio mondiale delle donne, progetto “fiore all’occhiello” dell’Unione. Sobria e diretta, Maria Lia non si perde in giri di parole. Solo quando ripensa alla comunità di Mar de la Plata si lascia andare a un sorriso prolungato: «L’ho amata molto». La scelta della consacrazione, racconta, arriva dopo un’adolescenza vissuta nel rifiuto di quell’educazione cattolica in cui era stata cresciuta dalla mamma Maria Lia e dal papà Santiago. «Ho riscoperto la fede a contatto con i poveri, studiavo da assistente sociale, poi ho fatto Sociologia. La dottrina sociale della Chiesa ha attirato la mia attenzione, perché indicava la vera strada per trasformare la realtà dei più vulnerabili». L’incontro con giovani che avevano scelto il Vangelo «mi ha aiutato, erano molto impegnati, facevano la missione. Mi sono detta che valeva la pena vivere così».

 

LA RETE DELLE DONNE

Studia, è appassionata di teatro, cerca una sua strada. Alla fine di un percorso di discernimento «in cui ho domandato al Signore “Cosa vuoi dalla mia vita, per cosa mi hai creato?”, ho scoperto, stupita, che mi voleva totalmente. Mi sono innamorata di questo meravigliosa chiamata». Siamo nell’immediato post-Concilio: «Le religiose andavano via dal convento. E io ero disorientata, ma mi sono fidata del Signore. Che alla fine mi ha indicato una vocazione nuova nella Chiesa, che in realtà era antica, l’Ordo Virginum, che si stava rinnovando».

Dall’incontro con le Servidoras parte un cammino che l’ha portata a percorrere tutto il globo, soprattutto grazie all’impegno nell’Unione mondiale delle organizzazioni delle donne cattoliche, fondata nel 1910, presente in circa 60 Paesi, per un totale di circa otto milioni di donne rappresentate. L’Umofc, che nel 2006 è stata riconosciuta dalla Santa Sede come Associazione pubblica internazionale di fedeli, si è sempre proposta di «collaborare con le donne, perché siano protagoniste dell’evangelizzazione e dello sviluppo umano integrale», dice Zervino.

La sua più grande ricchezza è che le organizzazioni aderenti sono le più varie: «Donne per lo più laiche che operano nel sociale e nella cultura. Dalle adorazioni notturne ai pozzi per l’acqua nel deserto, dalle organizzazioni internazionali, al Consiglio d’Europa, ai lavori con le donne indigene in Amazzonia e in Australia. In rete con organizzazione laiche, ecumeniche, di altre religioni. È veramente una ricchezza culturale e un arricchimento per la Chiesa». Come organizzazione internazionale partecipa al Movimento e alla piattaforma Laudato si’, «siamo impegnate per l’ecologia integrale».

 

IL DIALOGO CON FRANCESCO

 Nel 2015 Zervino ha scritto una lettera a papa Francesco, in occasione dell’ottavo anniversario del pontificato, in cui lo ringraziava, tra le altre cose, per il lavoro fatto per sanare la piaga degli abusi, per aver messo al centro del suo magistero l’ecologia integrale e poi, proprio perché presidente di una realtà che rappresenta le donne, chiedeva un sostegno diverso all’empowerment femminile (il processo di crescita nella consapevolezza di sé e del proprio ruolo, ndr).

«Sebbene il Papa abbia nominato donne in posti chiave della Curia Romana, ancora non sono stati compiuti sufficienti passi avanti nell’attingere alla ricchezza femminile. Ci sono donne idonee a presiedere tribunali della famiglia, gruppi di formatori dei seminari e ministeri (dell’ascolto, della direzione spirituale, della cura del pianeta, della difesa dei diritti umani e altri ancora). Spero, insieme a tante altre dei movimenti femminili nella Chiesa, che questo si superi presto».

Il fondatore delle Servidoras era favorevole al diaconato femminile, non all’ordinazione sacerdotale delle donne. «E io condivido pienamente questa posizione». Da questo punto di vista il processo sinodale in corso, per Zervino, è «una stupenda opportunità. Le modifiche apportate per esempio al regolamento, con la partecipazione e il voto femminile, sono fantastiche».

 

L’OSSERVATORIO MONDIALE

«Il discorso sui ministeri si deve sviluppare e il Papa ha aperto le porte. Con Querida Amazonia ha messo tutto nelle mani dei vescovi, della Chiesa locale. Non si può dire che certe cose sono solo per coloro che ricevono il ministero ordinato, le donne possono partecipare alla gestione del potere come servizio, perché il ministero, la missione, sono sempre un servizio, ma questo non vuole dire servitù, non siamo serve. Gesù che si è messo a lavare i piedi degli apostoli è il nostro esempio».E tutta le rete Umofc si è mobilitata in vista del Sinodo, grazie all’Osservatorio Mondiale delle Donne, creato dall’Umofc nel 2021 e ora diretto da Zervino.

Oltre alla campagna #invisiblenomore contro la violenza e la discriminazione nata su richieste delle africane, l’Osservatorio, somministrando migliaia di questionari, ha anche curato un progetto relativo alla partecipazione e la discriminazione delle donne nella Chiesa e nella società in America latina e un altro sulla sinodalità in tutti i continenti. Dall’analisi è emersa la necessità di ascolto e dialogo; la condanna del clericalismo, che impedisce una maggiore partecipazione delle donne nei processi decisionali; la richiesta di poter contare nei luoghi dove si decide. Potrà essere il Sinodo l’occasione di cambiamenti profondi? «Il vento dello Spirito soffia forte, tanto da far cambiare tutti di posizione».

CHI È MARIA LIA ZERVINO

HA LA STIMA DI FRANCESCO

Già presidente dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche, Maria Lia Zervino è originaria della diocesi di Mar de la Plata, in Argentina. Ha diretto la Commissione nazionale giustizia e pace della Conferenza episcopale argentina e, lo scorso luglio, il Pontefice l’ha chiamata a far parte del Dicastero per i vescovi. Attualmente guida l’Osservatorio mondiale delle donne, progetto “fiore all’occhiello” dell’Umofc. Tra gli altri incarichi, insegna Comunicazione ecclesiale nella Scuola Universitaria di Teologia Universitaria, in collaborazione con la Conferenza episcopale argentina.

Età 72 anni

Professione Laureata in sociologia

Consacrazione Nell’associazione Servidora

Incarico Guida l’Osservatorio mondiale delle donne


Fonte: Famiglia Cristiana


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