Enzo Bianchi "Insieme a Papa Francesco"
di ENZO BIANCHI
per gentile concessione dell’autore.
In maniera sommessa, senza attirare molto l’attenzione dei media, ieri è iniziato un cammino nuovo
nelle diverse chiese locali cattoliche sparse su tutta la terra: un percorso inedito, mai praticato in
venti secoli di cristianesimo, anzi osteggiato soprattutto in Occidente nel secondo millennio. Può
darsi, e lo vedremo tra qualche anno, che si sia dato inizio all’evento ecclesiale più importante e più
capace di dare un nuovo volto alla chiesa dopo il concilio Vaticano II. Scrivo "può darsi", perché
nulla è assicurato: il cammino è tutto da fare e percorrendolo occorre pensare ed emanare
indicazioni che precisino i termini della sinodalità e definiscano le procedure per il sinodo che sarà
celebrato nell’ottobre del 2023. Perché sinodo ( syn-hodós in greco) significa cammino fatto
insieme da tutti i battezzati, da tutte le componenti della chiesa, da tutti i fedeli, i pastori, i vescovi e
il Papa, "insieme". È una procedura da inventare perché il sinodo non è un parlamento, non è una
convention, ma è innanzitutto uno stile nel vivere e nell’agire, e quindi anche un’istituzione nella
quale "ciò che riguarda tutti, da tutti deve essere trattato e deliberato" come recita il principio
forgiato nella tradizione cristiana.
Non si tratta di immettere nell’ambito ecclesiale la "democrazia" e la logica delle maggioranze e
delle minoranze, ma di rendere possibile il concorso di tutti i battezzati alla formulazione di scelte e
decisioni necessarie a una chiesa nella storia e nella compagnia degli uomini. Così, Papa Francesco
ancora una volta ha sorpreso tutti camminando davanti al popolo e indicando che occorre uscire dai
recinti. Ecco allora soprattutto due parole che diventano martellanti nelle coscienze che sono contro
vento nell’attuale nostra società: responsabilità e partecipazione. Il forte richiamo alla responsabilità
nasce dalla consapevolezza della dignità di essere cristiani e si manifesta in una soggettività matura,
in una fede pensata, in una vera responsabilità nella e della chiesa. Non ci devono più essere
cristiani passivi che lasciano al clericalismo accentratore e verticalista l’opportunità di essere la
chiesa.
E perciò occorre la partecipazione concreta di ciascuno e di ciascuna, altrimenti comunione e
missione restano temi astratti. La responsabilità è faticosa, è facile fuggirla, ma ora Papa Francesco
svela l’ipocrisia e la menzogna di tanta passività. Il Papa ha fiducia nel popolo di Dio, come se
vedesse l’invisibile, assicura che esso ha un fiuto, un senso della fede infallibile, dunque può, deve
impegnarsi nell’edificare la chiesa con una presenza che non sia solo ancillare e di collaborazione
subordinata.
Papa Francesco afferma che "il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalle
chiese del III millennio". È una sfida che solo un profeta può annunciare.
Ma sappiamo che proprio a causa della parola detta il profeta segna anche il proprio tragitto e il
proprio esito tra incomprensioni e non certo tra gli applausi mondani.