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Ludwig Monti "QOHELET E GESÙ Credere in altro modo"

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 Pino di Luccio 

La Civiltà cattolica

Dopo la pubblicazione di Le domande di Gesù (cfr Civ. Catt. 2020 I 505 s), Ludwig Monti invita alla lettura del Qoelet, presentandone alcuni temi («variazioni») e commentandone alcuni testi come in una conversazione familiare, fornendo un’ampia esemplificazione di interpretazioni, con una «catena» di citazioni, e accostando l’autore a Gesù e al suo insegnamento.

Monti espone innanzitutto questioni sulla data, l’autore, lo scopo, la composizione e la recezione del Qoelet, dichiarando di non accettare la posizione di quei Padri della Chiesa per i quali il messaggio di questo libro è un invito alla fuga mundi. Invece egli condivide questa «intuizione dei Padri della Chiesa: “Il nostro Ecclesiaste è Cristo”. Intendendola più o meno così: l’uomo Gesù Cristo si è confrontato con le domande e i problemi lasciati aperti da Qohelet. Li ha affrontati, pensati, solo in parte risolti, anzi spesso li ha trasformati in nuove domande, ben sapendo che l’autore del libro si rivolgeva “a tutta la creazione e al mondo intero riguardo ad argomenti comuni a tutti”» (p. 17).

Monti vede dunque il rapporto di Gesù con l’autore del Qoelet come parte del contesto ermeneutico a cui appartengono i testi del Nuovo Testamento e di quello culturale e religioso in cui erano immersi i membri dei gruppi giudaici nel I secolo d.C. In questo senso risultano convincenti gli accostamenti tra Qoelet e Gesù, come ad esempio la destabilizzazione che entrambi operano per certezze acquisite dai loro rispettivi contemporanei.

La lettura di questo libro è accessibile a tutti, compresa la trattazione delle questioni più tecniche, come quella del difficile significato del termine ebraico hevel, che la Vulgata traduce con vanitas e l’autore rende quasi sempre con «soffio», a eccezione di Qo 4,7 e 6,11, dove la traduzione proposta è «assurdità» nel primo caso, e «vuoto» nel secondo (p. 40). In maniera semplice e chiara, e tutt’altro che superficiale, viene presentato il senso della famosa e difficile massima «Niente di nuovo sotto il sole» (Qo 1,9), notando che potrebbe trattarsi di una polemica nei confronti delle attese di rinnovamento presenti nelle profezie di Isaia o delle promesse di novità «celesti» di correnti apocalittiche.

Molto utili sono le numerose citazioni di commenti al Qoelet e i riferimenti bibliografici, e interessanti le attualizzazioni. Per esempio, quella del termine jitron («vantaggio»), che, alla luce di Qo 1,15, è inteso come «ciò che manca (chesron)»: «Qualcosa, almeno una, manca sempre nella vita, dal giardino dell’in-principio […]. C’è un di più, un vantaggio. Una plusvalenza, per usare un termine che ai nostri giorni imperversa? E dunque, anche, quale direzione prendere, quale senso cercare e trovare?» (pp. 52 s). Oppure l’attualizzazione del «tempo opportuno» (Qo 3,1): «Come comportarsi quando l’esperienza del vivere sotto il sole ci toglie l’ottimismo di fondo, quello connesso alla presenza di un Dio che guida la storia? Quando il senso profondo del “dove stiamo andando” ci sfugge?». A questo proposito, l’autore cita il biblista Luca Mazzinghi: «Viviamo l’esperienza di un mondo frammentato, nel quale non siamo più capaci di riconoscere il “momento opportuno” e nel quale anche il quotidiano ci appare spesso come un guazzabuglio senza significato…» (p. 188).

Chi cerca una risposta a queste domande, così attuali nel tempo della crisi pandemica – che è anche una crisi di senso –, e a domande sulla vita e sulla morte troverà una luce nella saggezza del Qoelet, presentata e spiegata in maniera «qoheletica», bella e sobria, da Monti.

LUDWIG MONTI
Qohelet e Gesù. Credere in altro modo
Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2021, 256, € 19,00.


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