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Salmi: il libro della vita

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del 6 luglio 2019
di: Roberto Mela

Il monaco di Bose Alberto Mello ha preparato una bella introduzione letterario-teologica al Salterio, “Il libro della vita”, come lo definisce nel primo saggio presente nel volume (pp. 15-48, Il libro della vita, già edito nel 2016 nella Festschrift per Roberto Vignolo).
Esso non rispecchia solo le varie età dell’uomo, dalla nascita all’infanzia, alla giovinezza, dalla maturità alla vecchiaia, ma anche le varie situazioni esistenziali che l’uomo si trova a vivere: nascita, giovinezza, lavoro e preghiera, peccato e malattia («la morte nella vita», «la preghiera del corpo», P. Beauchamp), il tempo che rimane prima della morte, non escludendo la risurrezione quotidiana.

Anatomia del Salterio
Il corpo centrale del volume (“Anatomia del Salterio”, pp. 49-182) rappresenta il contenuto dell’ultimo corso sui Salmi tenuto da Mello allo SBF nell’anno accademico 2014-2015. Il numero dei salmi è inferiore a 150, considerati i salmi doppi. Il Salterio è un volume unico, da leggere di seguito.

I vari salmi hanno una loro consequentia/akolouthia da rispettare. I Salmi vanno letti e interpretati non singolarmente, ma all’interno della raccolta, del rispettivo libro e del Salterio tutto.

Le concatenazioni fra i salmi, così da formare diverse raccolte o unità minori, sono date da molteplici fattori: argomento del salmo (“tema”: giustapposizione), affinità dell’inizio e della fine (concatenazione); coincidenza verbale (analogia); disposizione interna (ad es., salmi gemelli); sequenza acrostica (di due salmi consecutivi).

I contatti verbali iniziali e finali sono i più importanti. Questi i vari casi: inizio e fine (termini estremi); inizio e inizio (termini iniziali); fine e fine (termini finali); fine e inizio (termini intermedi).

Elementi utili per la struttura, la datazione e l’identificazione della natura delle varie raccolte sono le soprascritte – molto seguite da Mello – che sono di tipo liturgico – al capo-coro, strumenti musicali, toni musicali, tipi di salmo, le indicazoni liturgiche), l’attribuzione ad autori (o, meglio, al destinatario), le sovrascritte biografiche che attualizzano il salmo nella vita di Davide).

Raccolte e datazione
Grazie ad appositi accorgimenti (dossologie alleluiatiche e beatitudini), nel Salterio sono stati individuati cinque libri. Per quanto riguarda la sua prima parte sono state identificate tre raccolte davidiche: Davide 1 (Sal 3 – 41); Davide 2 (Sal 51 – 72); Davide 3 (Sal 138 – 145). A queste si aggiungono tre raccolte levitiche: Core 1 (Sal 42 – 49); Core 2 (Sal 84 – 89); Asaf (Sal 73 – 83).

Sal 2 – 89 appare essere il “Salterio primitivo”, con salmi attribuiti a un autore o a un destinatario, mentre gli altri sono tutti anonimi. Sal 90 – 150 appare come un prolungamento liturgico più recente.

Mello ipotizza le seguenti tappe della composizione e i rispettivi criteri di datazione:

Epoca monarchica antica: Davide 1 (Sal 2 – 41) + Davide 2 (Sal 51 – 72) + Davide 3 (Sal 138 – 145);

Epoca deuteronomistica: Elohista (= Core 1 + Davide 2 + Asaf) = Sal 42 – 83;

Epoca esilica: Davide 1 + Elohista + Core 2 = Sal 2 – 89 (Salterio primitivo);

Epoca postesilica: Salterio primitivo (Sal 2 – 89) + Salmi del Regno (90 –106: verso il 350 a.C., poiché 1Cr 16,36 cita la dossologia del Sal 106).

Redazione finale: Sal 1 (Sal 19B; 119); + Sal 2 106 + Sal 107 + Hodu (“Rendete grazie”) (Sal 108 – 110) + Hallel (“Alleluia”) (Sal 111 – 117) + Hodu (Sal 118) + Sal 120 – 134 (Salmi delle salite o graduali) + Hallel (Sal 135) + Hodu (Sal 136) + Davide 3 (Sal 138 – 145) + Hallel (Sal 146 – 150).

La dinamica letterario-teologica del Salterio sembra andare dalla supplica alla lode.

Mello analizza le caratteristiche principali di ogni salmo, inserendole nell’unità di partenza, e poi all’interno dei vari libri di cui si compone il Salterio. Presenta, infine, gli indicatori letterari e il contenuto espresso nei vari generi letterari (con protagonista il singolo o la collettività).

I libri
Il primo libro (Sal 3 – 41) sembra concentrarsi dapprima sull’inimicizia (Sal 3 – 14); quindi sul Re-Messia (Sal 15 – 24), poi sul tempio (Sal 25 – 34) e, infine, sulla malattia (Sal 35 – 41).

Il secondo libro (Sal 42 – 72) comprende anzitutto la prima raccolta coraita (Sal 42 – 49) caratterizzata dai nomi plurali femminili per il singolare (Mello pensa che “Dio degli eserciti” significhi “Dio tutto-tenente/pantokrator”), da un forte anelito di Dio e del suo tempio, con l’affermazione dell’inespugnabilità di Sion e del pellegrinaggio delle genti.

Segue la seconda raccolta davidica (Sal 51 – 72) in cui è prevalente la supplica. Davide 2 è la raccolta più (auto)biografica. La sequenza non è concentrica ma progressiva nel pensiero e nell’esperienza spirituale, applicata poi a Davide. Dal discernimento – si veda la sovrascritta maśkil che ha a che fare con l’intelligenza/śeqel – si passa alla compassione, poi alla fiducia, quindi alla lode e, infine, alla memoria.

Nel Salterio il culto non viene criticato dall’esterno, come avviene nei profeti in rapporto a un criterio esterno quale la giustizia sociale, ma dall’interno, cercando di purificarlo, raffinarlo e interiorizzarlo.

Il terzo libro (Sal 73 – 89) comprende la raccolta di Asaf (Sal 73 – 83), Core 2 (Sal 84 – 88) e il Sal 89 che ne è la conclusione messianica.

I salmi di Asaf (Sal 73 – 83) tradiscono un’origine settentrionale, mettono l’accento sull’interiorità, ricercano la vicinanza di Dio, risentono dell’influsso teologico deuteronomico e presentano spesso uno stile “profetico”, cioè un discorso diretto di Dio. È la serie salmica più prossima alla memoria storica e alla lamentazione collettiva. Temi fissi, senza un ordine preciso, sono: vicinanza di Dio (Sa 73; 75; 77), lamentazione (Sal 74; 79; 80; 83), Canto di Sion (Sal 76), profezia (Sal 75; 81; 82), storia (Sal 77; 78).

La raccolta Core 2 (Sal 84 – 88) alterna la lode alla supplica, con la voluta messa al centro del Sal 86 (supplica – lode – supplica) e l’aggiunta del Sal 89 come conclusione messianica.

Alla fine del “Salterio elohista” (Sal 42 – 89, II e III libro), si constata che il nome generico di “Dio/Elohim” finora impiegato quasi esclusivamente si rivela col suo nome specifico di YHWH. Questo Nome ha una “grazia” specifica, che è quella giurata fedelmente a Davide.

Altro tema fondamentale è quello della città di Dio. Su questo punto Core 1 (Sal 42 – 49) e Core 2 (Sal 84 – 88) hanno salmi con temi paralleli. La menzione di Elohim è originaria e fa trasparire l’origine settentrionale di questi salmi, mentre negli altri libri (I, IV e V) predomina la menzione di YHWH.

Il quarto libro (Sal 90 – 106) comprende solo salmi “orfani” (tranne il Sal 90 che ha il titolo che lo attribuisce a Mosè).

Nei Salmi del Regno (Sal 93 – 100) si riscontra un monoteismo pratico, che afferma la superiorità di YHWH su tutti gli altri dèi (retroterra mitologico), mentre in DeuteroIsaia il monoteismo è più teorico (insistenza degli altri dèi, ridotti a idoli).

Negli altri salmi si constata che il nome divino è legato alla misericordia e al perdono, con salmi alleluiatici e meditazioni storiche (Sal 105 – 106) che tradiscono una teologia sacerdotale che ignora il patto sinaitico o deuteronomico (patto bilaterale, soggetto alla Torah, menzionata solo in 105,45). Si allude solo al patto noachico e a quello con Abramo.

Il quinto libro (Sal 107 – 150) è complicato a livello compositivo, ma ha un profilo linguistico e teologico molto distintivo. In esso prevale. I Sal 146 – 150 sono addirittura un” trionfo alleluiatico”. L’invito halelujah ricorre dieci volte, all’inizio e alla fine di ogni salmo (prima di questo libro solo quattro volte!). La lode a cui si invita si struttura a partire da tre radici: hll, jdh e brk, cioè la lode, il ringraziamento e la benedizione.

Il Sal 107 è un grande inno di ringraziamento; i Sal 108 – 110 sono davidici; i Sal 111 – 112 sono salmi “gemelli”, alfabetici per stichi, alleluiatici. I Sal 113 – 118 costituiscono l’Hallel pasquale; il Sal 119 è un torrente di elogio alla Torah, probabilmente il salmo più recente di tuto il Salterio, una «meraviglia meccanica» (D.N. Freedman).

I Sal 120 – 134 sono “canti graduali/delle salite”. Il tema di fondo è la benedizione che viene da Sion, e dunque la centralità di Gerusalemme, come nei salmi di Core. Tolti gli aggiustamenti redazionali posteriori (inserzione di Sal 122 e 132 e ripetizione di formule redazionali), il nucleo originario sembrerebbe piuttosto nord-israelitico, con l’insistenza non tanto sul tempio e su Gerusalemme, quanto sulla famiglia, sulla campagna e sulle gioie domestiche. Confluito a Gerusalemme, il materiale avrebbe subito una rielaborazione in prospettiva “sionista”.

Mello ipotizza che il titolo di “gradini” alluda non tanto al pellegrinaggio al tempio, quanto al luogo sopraelevato dal quale i sacerdoti, nel tempio, proclamavano la benedizione. Questa era in ogni caso collegata al pellegrinaggio al tempio, come momento culminante delle grandi feste. I quindici salmi graduali potrebbero essere la risposta di Israele alla benedizione sacerdotale (composta oltretutto da quindici parole!).

Il Sal 134 è alleluiatico; il Sal 136 è il “grande Hillel” che conclude la celebrazione pasquale ebraica; il Sal 137 una lamentazione. I Sal 135 – 137 potrebbero essere un’appendice ai canti delle salite, un loro prolungamento nella lode storica, quasi assente nei Sal 120 – 134.

I Sal 138 – 145 sono la raccolta di Davide 3. I salmi di Davide vecchio? (E. Cortese). In essi è assente la gioia, anche se si parla ancora di amore/ḥesed. Il Sal 139 è il salmo della “conoscenza”, un salmo sapienziale che insiste sulla conoscenza di Dio e sulla finitezza dell’uomo. È parallelo al Sal 144, che nota la finitezza dell’uomo, anche del Re. Tutt’intorno, i Sal 138, 140 – 143 e il Sal 145 hanno come tema quello del nome di Dio.

I Sal 146 – 150 sono la dossologia finale del Salterio e, nella liturgia ebraica, l’Hallel quotidiano che si recita tutte le mattine. Serie anonima nel TM, nella LXX è attribuita ai profeti Aggeo e Zaccaria: come dire che il Salterio si conclude con lo spegnimento della profezia di Israele.

Non va dimenticato che i Sal 1 – 2 sono, secondo Mello, il «programma editoriale» del Salterio: il messia è il salvatore nella misura in cui è anche uomo obbediente alla Torah. Il seguito del Salterio si farà più gratuito, culminando nella pura lode alla grazia di Dio.

Mello sostiene che tutto il Salterio ha un’«ossatura messianica» – più che una «cornice regale» di cui parla qualche autore –, che lo struttura anche oltre il Sal 89. Sono messianici i Sal 2, 45, 72, 110, 132, 144 (tesi di dottorato di Kuttianickal allo SBF, diretta da Mello). Da parte sua, Mello sostiene la messianicità anche dei Sal 18 e 20-21.

Salmi sapienziali
Quatto ai salmi sapienziali, Mello identifica dapprima dei criteri di riconoscimento: criteri retorici (ammonizione “figli ascoltate”, la beatitudine, la struttura alfabetica, il paragone, l’enigma o la domanda retorica, il detto “è meglio”, il detto numerico, il sintagma “allontanarsi dal male”) e i criteri tematici (l’amore del Signore e la coppia giusto-empio).

Nel Salterio, secondo Mello, si costaterebbe il fatto che i salmi sapienziali sono continui a quelli messianici nei punti di svolta da un libro all’altro, con uno sviluppo parallelo delle due tematiche. In tal modo, secondo lo studioso, il messianismo dei salmi è stato “doppiato” da una riflessione sapienziale che lo riattualizza o “democraticizza”, nella vita del credente, esattamente come avviene nel manifesto editoriale dei Sal 1 – 2.

Mello ricostruisce in tal modo un itinerario sapienziale presente nel Salterio: Dio conosce la via dei giusti (Sal 1); i giusti possiederanno la terra (Sal 37); l’uomo nel benessere non capisce (Sal 49); il mio bene è stare accanto a Dio (Sal 73); la scienza del cuore (Sal 90); l’imitatio Dei (Sal 112); come la tenebra, così (Dio è) la luce (Sal 139); buono verso tutti (Sal 145). Alla fine del Salterio si precisa che YHWH è buono non solo con Israele e con i puri di cuore (Sal 73,1) ma che «YHWH è buono con tutti: la sua misericordia su tutte le creature»).

Il lungo capitolo dell’Anatomia del Salterio si conclude con alcune considerazioni sul rapporto tra il Salterio e l’evangelo. Vengono elencati tenta luoghi salmici citati più o meno letteralmente nel NT.

Lessico del Salterio
Dopo il corpo centrale del libro, il volume di Mello riporta tre contributi già comparsi su Liber Annus, la rivista ufficiale dello SBF: uno sull’ordine dei Salmi (pp. 183-220), che riprende vari temi già svolti), uno sulla struttura teologica del Salterio (pp. 221-247): il Messia è perfettamente obbediente alla Torah, libro I; Sion è la città partecipe della pace messianica, libri II-III; la Torah di YHWH ri-costruisce Sion, libri IV-V. Molto interessante è il capitolo finale, riguardante “Il lessico del Salterio” (pp. 247-282).

All’interno di quattro grandi temi letterario-teologici indicati dalla scuola esegetica tedesca (Lamento/Klage, Supplica/Bitte, Ringraziamento/Danke, Lode/Lob) – da scrivere però con le iniziali in maiuscolo –, Mello studia la semantica variegata di ventotto termini fra vocaboli e radici verbali (povero/umile, angoscia/avversario, abbandonare, dimenticare, nascondere, obbrobrio, preghiera, ruggito, confidare, rifugiarsi, porgere l’orecchio, compatire, amore e fedeltà, felicità, meraviglia, ringraziare, ricordare ecc.). Un capitolo molto suggestivo.

Due osservazioni. Il livello scientifico del volume avrebbe forse richiesto la traslitterazione scientifica dell’ebraico e non quella semplificata. Il carattere impiegato è inoltre infelice e induce a confondere la consonante alef (’) con la consonante ain (‘). In molti casi la alef è traslitterata in modo non corretto oppure tralasciata qualora sia in posizione iniziale. La traslitterazione indicata a p. 12 nota 1 mi sembra inoltre errata per quanto concerne proprio la consonante alef, indicata con lo stesso segno grafico della lettera ain.

La bibliografia scelta è riportata alle pp. 283-288.

Mello è un grande conoscitore delle letteratura biblica, midrashica, targumica e patristica. A partire dalla sua lunga frequentazione orante e scientifica del Salterio ha potuto quindi proporre un’introduzione ai Salmi che si raccomanda per la sua chiarezza didattica e per l’abbondanza delle proposte interpretative avanzate sia a livello letterario che teologico.

ALBERTO MELLO, Il libro della vita. Leggere i Salmi, Edizioni Terra Santa, Milano 2019, pp. 288, € 18,00, ISBN 978-88-6240-661-1.

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