Questo articolo è pubblicato sul numero 30/31 di Vanity Fair in edicola fino al 16 agosto 2022 Matteo Zuppi potrebbe essere uno di quei preti nei girotondi delle fotografie di Mario Giacomelli. Alto, magro, movimenti veloci, la tonaca nera che svolazza mentre lui si affretta a chiedere: «Che ce lo abbiamo il quarto d’ora accademico?». Perché c’è sempre qualcuno che deve incontrare, vedere, ascoltare. E potresti scambiarlo per un «don Matteo» qualunque, se non fosse uno dei personaggi chiave della Chiesa di Papa Francesco – da poco più di due mesi è il presidente della Cei, da due anni e mezzo cardinale, da sette arcivescovo di Bologna, dove vive felice, amando la città ed essendone riamato. Ogni giorno dice messa a San Petronio, perché ha scelto di non fare celebrazioni private. Non usa i social (a parte Whatsapp) perché «non è il mio modo», ma «so che hanno fatto una pagina Facebook dove mi prendono bonariamente per i fondelli». La pagina, da seimila seguaci, si chiama «Zuppi che
Oggi sono stato a Torino per l’ordinazione del nuovo arcivescovo. Ho parcheggiato vicino ad alcuni vescovi del Piemonte e con loro mi sono avviato verso il sagrato della cattedrale. Per la solenne occasione eravamo vestiti con la talare filettata e la fascia. Nel cammino passiamo vicino ad una panchina dove stavano seduti alcuni giovani. Uno, con voce sorpresa, dice agli altri: “Chi sono questi, vestiti così strani?”. Non era una frase di scherno o di critica. Nessuno ha riso né ha fatto commenti volgari. Era davvero una domanda. Quei giovani non sanno più riconoscere l’abito di un vescovo. Per loro eravamo marziani o, peggio, costumanti vestiti con abiti d’altri tempi. Extraterrestri o animali preistorici. Oggetti estranei, non identificati. Quella domanda mi è rimasta in cuore. Durante la Celebrazione di tanto in tanto guardavo la piazza, i palazzi, la zona di Porta Palazzo. Da poco avevo attraversato proprio il mercato di Porta Palazzo, piena di gente di mille etnie diverse. Ora gua
Alessandro D’Avenia Corriere della Sera 6 dicembre 2021 Il corpo è trasparente e opaco, ri-vela (svela e vela) il mistero della persona. In questo sta il suo eros e per questo il punto più erotico del corpo umano è il volto: è soprattutto lì che il segreto viene raccontato o celato. Nel volto si offre la vita come unione inscindibile di spirito e carne, in forma di sguardo, parola, sorriso, lacrime, silenzio, respiro… tanto che un poeta descrive così il rapporto con l’amata: «Fra la tua verità più profonda/ e me/ metti sempre i tuoi baci./ La indovino, ormai vicina,/ la desidero, non la raggiungo;/ quando le sono accanto/ mi chiudi il cammino tu,/ ti offri a me nelle labbra./ E non vado più oltre./ Trionfi./ Dimentico, baciando,/ il tuo segreto» (P.Salinas, La voce a te dovuta). Questo bacio è erotico proprio perché dona e sottrae nel contempo: c’è eros dove il corpo non esaurisce mai la persona. Quando è così non ci si stanca dell’altro anche quando se ne conosce ogni centimetro
La Repubblica - 18 luglio 2022 di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell’autore. Siamo ormai abituati alle voci che cercano di fare opera di divinazione riguardo alle possibili dimissioni di Papa Francesco . La venerabile età di 85 anni, il recente ricovero in ospedale per un intervento non facile, la deambulazione faticosa, anche se accompagnati da una mente e uno spirito lucido, provocano il “chiacchiericcio” non solo dei media ma anche del mondo ecclesiale. PapaFrancesco è perciò intervenuto con parole chiare: per ora non pensa di dimettersi, ma in obbedienza al Signore e al suo discernimento lo farà quando giudicherà che il suo stato di salute pregiudichi il ministero di successore di Pietro. Per molti cattolici le dimissioni di Papa Benedetto hanno provocato un forte disagio, e anche ora le dimissioni di Francesco rischierebbero di essere male accolte, specie nella prospettiva della presenza di due papi emeriti. Per questo si imporrebbe con urgenza una meditazione da parte d
Di ritorno da una settimana di esercizi spirituali in un convento trentino, l’impatto con il mondo reale non poteva essere più aspro. In quel convento, guidati da un padre cappuccino svizzero e dalle mie meditazioni filosofico-teologiche, erano convenute una quarantina di persone dalla Svizzera e da tutta Italia, da Catania a Bolzano, da Torino a Trieste. Immaginate persone che non si conoscono tra loro e che però, avendo una finalità comune, iniziano a guardarsi con fiducia e giorno dopo giorno, nel raccoglimento e negli scambi di esperienze, sentono di condividere qualcosa, di essere sulla medesima strada, di soffrire per le stesse paure, di coltivare le stesse speranze, e vedono sorgere sentimenti di reciproca simpatia e persino di unione. Si pranza e si cena in silenzio, sempre in silenzio si cammina attorno al chiostro e nei corridoi e nel giardino del convento, si sta seduti nella sala di meditazione, alcuni sulla sedia, i più sui cuscini nella classica forma orientale detta “pos
Commento al Vangelo della domenica e delle feste di Enzo Bianchi fondatore di Bose Il Vangelo può separare gli ascoltatori 14 agosto 2022 XX Domenica del Tempo ordinario , anno C Lc 12,49-53 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: « ⁴⁹ Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! ⁵⁰ Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! ⁵¹ Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. ⁵² D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; ⁵³ si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Il brano evangelico di questa domenica, che contiene alcune parole “dure” di Gesù, è stato ed è tra i testi più incompresi, sovente manipolato dai predicatori, strumentalizzato e citato a favore della propria ideologia
Commenti Vangelo, omelie, lectio divine domenica 14 agosto 2022 XX Domenica del Tempo ordinario rito romano e rito ambrosiano Abbazia di Pulsano Alberto Simoni Alessandro Dehò Antonio Savone Associazione Il Filo Augusto Fontana Clarisse Sant'Agata Ermes Ronchi Fernando Armellini Gaetano Piccolo Giulio Michelini Laura Paladino L'Osservatore Romano (Rossella Barzotti) Luca Pedroli Luciano Manicardi Luigi Verdi Meditare la Parola Monastero Dumenza Monastero Fonte Avellana Paolo Curtaz Paolo Scquizzato Suore di San Giuseppe di Chambéry Italia Rito ambrosiano: Angelo Casati Rito ambrosiano: Giulio Michelini Rito ambrosiano: Paolo Alliata Rito ambrosiano: Qumran Rito ambrosiano: Walter Magni
Luigi Maria Epicoco Il dialetto femminile di Maria L'Osservatore Romano 13 agosto 2022 Ogni ricorrenza mariana non è solo un pretesto liturgico che interrompe lo scorrere normale del tempo ordinario delle nostre liturgie e della nostra vita di credenti. Ogni ricorrenza mariana ci costringe benevolmente a confrontarci con quello che recentemente Papa Francesco ha definito il dialetto femminile . Attraverso questa espressione il Pontefice coglie una delle peculiarità di quel genio femminile di cui è fatta la Chiesa. Infatti nella maggioranza dei casi è proprio la donna a soggettivare la vita, cioè a farla diventare un’esperienza che riguarda le persone nella loro singolarità. Un amore materno, ad esempio, non è mai un amore generale, astratto, ma è sempre amore particolare, amore che chiama per nome il figlio. Ognuno, davanti a questo tipo di esperienza di bene, si sente preso in considerazione nella sua unicità. In questo senso la lingua dell’amore è sempre una lingua dialettal
Matteo Maria Zuppi Avvenire sabato 13 agosto 2022 Nel cuore del mese di agosto, in quasi tutti i paesi e le città del nostro Paese, si celebra la festa dell’assunzione di Maria al cielo. Un mistero che ci dice qual è la nostra destinazione: ossia essere assunti con il nostro corpo risorto nel cielo di Dio. Maria, la prima che ha creduto alla Parola del Signore, è la prima a entrare nel cielo di Dio con il suo corpo. Questa festa è celebrata da tutti i cristiani di tutte le confessioni, ovunque nel mondo. In Occidente la chiamiamo, appunto, Assunzione. In Oriente l’iconografia la trasmette con l’icona della "Dormizione": gli apostoli circondano in preghiera la madre di Gesù "addormentata" nel suo letto di morte (la morte dei credenti non è mai da sola, ma sempre circondata dalle presenze degli amici di Gesù). Gesù è raffigurato sopra di lei e tiene tra le sue mani una piccola Maria - quasi "bambina". Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno
La Repubblica - 15 Agosto 2022 di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell’autore. Oggi è ferragosto, feria-festa di agosto, simbolo della vacanza e del riposo fin dai tempi di Augusto imperatore. Questa festa fu poi cristianizzata e diventò la festa del transito dalla terra al cielo della madre di Gesù, Maria di Nazareth, diventata "Terra del cielo". Una memoria importante per i cristiani, perché, dopo la Pasqua, è quella che esprime in modo definitivo la loro fede nella vita nell'aldilà, oltre la morte. Proprio sulla morte prima o poi si accendono le nostre domande: sappiamo, infatti, nonostante i tentativi di rimozione, che la nostra vita ha un termine, che la morte come fine di questa vita è ineludibile. Alcuni di noi con serenità, altri con ansia o angoscia pensano a quel momento con paura del dolore o dell'incoscienza. Ed ecco la domanda vera: "Ognuno di noi è solo una parentesi tra due nulla, il nulla prima della nascita e dopo la morte?". In realtà