Lisa Cremaschi "Detti e fatti delle donne del deserto"
Lisa Cremaschi
"Detti e fatti delle donne del deserto"
Edizioni Qiqajon - Comunità di Bose
Si è sempre ripetuto che nell’antichità la donna era senza parola. Si denuncia l’oppressione a cui era sottoposta, e lo scarso peso che sempre ha avuto e che ancora la caratterizza nella chiesa oggi.
Immergendosi però in un ascolto più attento, in una ricerca più approfondita, si possono scoprire tracce femminili nella chiesa nel corso della storia. Ecco l’intento di questa raccolta, nella quale abbiamo lasciato parlare proprio le donne: monache vissute tra il IV e il VI secolo in diverse regioni di occidente e di oriente. Si tratta a volte di brevi frasi, racconti di semplici gesti, letti collocandoli all’interno del loro contesto e liberandoli dai pregiudizi di cui sono stati caricati: essi sono preziosi frammenti di una sapienza femminile da riscoprire.
Immergendosi però in un ascolto più attento, in una ricerca più approfondita, si possono scoprire tracce femminili nella chiesa nel corso della storia. Ecco l’intento di questa raccolta, nella quale abbiamo lasciato parlare proprio le donne: monache vissute tra il IV e il VI secolo in diverse regioni di occidente e di oriente. Si tratta a volte di brevi frasi, racconti di semplici gesti, letti collocandoli all’interno del loro contesto e liberandoli dai pregiudizi di cui sono stati caricati: essi sono preziosi frammenti di una sapienza femminile da riscoprire.
"Difficile è parlare della donna oggi; si finisce a volte per parlare di “genio femminile” senza spiegare che cosa si nasconda dietro queste parole; si cerca affannosamente uno specifico femminile, una spiritualità femminile come se fosse contrapposta a quella maschile.
Tale genere di categorizzazione si presta bene alle polemiche, come anche alla misoginia, che trae vantaggio dal far risalire l’esperienza di fede delle donne a un certo ripiegamento nella
sensibilità, ad alcuni stereotipi, i più elogiativi dei quali peraltro sono i più insidiosi. In realtà, vivere e credere al femminile ci rimanda essenzialmente a un voluminoso e aerato spazio nel quale risuonano molteplici voci, ciascuna delle quali ha il suo timbro particolare, contrassegnato da una nota personale che più frequentemente è assente nel discorso maschile."
Lisa Cremaschi, monaca della Comunità di Bose. Dopo un lungo soggiorno in monasteri ortodossi greci, ha iniziato a occuparsi dei Padri della chiesa orientale pubblicando traduzioni di testi antichi. Si dedica ad attività di predicazione in parrocchie e comunità religiose.
IL POSTO DELLE PAROLE