Raffaele Iavazzo * Il Regno Attualità, 2/2021 C’è sofferenza oggi nel vissuto di molti preti, che si «sviluppa in una condizione di particolare solitudine». Personale – legata a ciascun individuo e alla formazione ricevuta –, ecclesiale – vissuta in comunità sfilacciate anche a fronte di un sensibile calo numerico di preti – e sociale – per la perdita di uno status riconosciuto
La Repubblica - 15 febbraio 2021 di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell’autore. Assistiamo ogni giorno all’imporsi di una parola che appare contradditoria: smentisce sé stessa!
Jesus - Bisaccia del mendicante Febbraio 2021 di ENZO BIANCHI per gentile concessione dell’autore. Quando ero giovane, nella mia bisaccia ho messo una speranza che in certi momenti è sembrata diventare una certezza: l’unità visibile dei cristiani.
Ogni anno ritorna la quaresima, un tempo pieno di quaranta giorni da vivere da parte dei cristiani tutti insieme come tempo di conversione, di ritorno a Dio. Sempre i cristiani devono vivere lottando contro gli idoli seducenti, sempre è il tempo favorevole ad accogliere la grazia e la misericordia del Signore, tuttavia la Chiesa – che nella sua intelligenza conosce l’incapacità della nostra umanità a vivere con forte tensione il cammino quotidiano verso il Regno – chiede che ci sia un tempo preciso che si stacchi dal quotidiano, un tempo “altro”, un tempo forte in cui far convergere nello sforzo di conversione la maggior parte delle energie che ciascuno possiede. E la Chiesa chiede che questo sia vissuto simultaneamente da parte di tutti i cristiani, sia cioè uno sforzo compiuto tutti insieme, in comunione e solidarietà. Sono dunque quaranta giorni per il ritorno a Dio, per il ripudio degli idoli seducenti ma alienanti, per una maggior conoscenza della misericordia infinita del Signore
Commento al Vangelo della domenica e delle feste di Enzo Bianchi fondatore di Bose I discepoli vedono Gesù avvolto di luce 28 febbraio 2021 II domenica di Quaresima, anno B
Massimo Recalcati La nuova materia è la riscoperta dell’Altro Robinson, La Repubblica, 20 febbraio 2021 La nostra ultima estate è stata una corsa verso la vita. Potremmo farne una scena per inquadrare la forza della giovinezza: la vita dei figli non è fatta per stare al chiuso ma per vivere all'aperto.
Abbazia di Pulsano Alberto Maggi Alberto Simoni Alessandro Dehò Antonio Savone Associazione il Filo Augusto Fontana Clarisse Sant'Agata Comunità Kairòs Erio Castellucci Ermes Ronchi Ernesto Balducci Fabio Rosini Fernando Armellini Francesco Cosentino
Don Francesco Cosentino - pubblicato il 24/02/21 Non possiamo fare Pasqua senza prima aver attraversato il deserto. Questa non è solo un’immagine quaresimale, ma una verità fondamentale della nostra vita che non ha nulla a che vedere con una penitenza umiliante e fine a se stessa: per risorgere occorre lasciar morire molte cose. C’è un luogo da attraversare ed è la nostra interiorità, le cose che si muovono dentro di noi, le bestie selvatiche delle nostre paure, dei nostri sensi di colpa, delle inquietudini, delle rabbie e dei conflitti che ci agitano: man mano che passiamo in questo deserto, possiamo esaminare ogni cosa, respingere il male, tenere ciò che è buono, mettere ordine nel caos delle nostre emozioni e nella confusione interiore che spesso ci impedisce di essere lucidi.