Cinema e Spiritualità: L'uomo che vide l'infinito
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"Lo scopo dell'arte consiste ... nell'arare e nel rendere soffice l'anima [dell'uomo] in modo che sia atta a rivolgersi al bene" (A.Tarkovskij)
Questo mese viene recensito il film "L'uomo che vide l'infinito" di Matt Brown

Il film ha un fascino particolare legato alla figura del protagonista, studioso e mistico indiano, disposto al sacrificio fino a anteporre il suo matrimonio e la sua salute allo studio delle partizioni.
Leggi la recensione completa di Simonetta Salvestroni
Simonetta Salvestroni insegna Storia e Critica del Cinema presso la Facoltà di Lingue dellUniversità di Cagliari. Da molti anni si occupa dei linguaggi dellarte. A partire dal 1979 ha lavorato col semiologo russo Jurij Lotman. Ha curato, tradotto e introdotto i volumi Testo e contesto (Laterza 1980) e La semiosfera (Marsilio 1985) e ha scritto numerosi articoli su Lotman, Bachtin, la semiotica russa sulle riviste «Strumenti critici», «Intersezioni», «Alfabeta». Ha pubblicato nel 2000 il volume Dostoevskij e la Bibbia (Qiqajon), che è uscito anche in russo e nel 2004 in francese. Nel 2005 ha pubblicato il libro Il cinema di Tarkovskij e la tradizione russa (Qiqajon) e nel 2007 la sua traduzione russa, Il cinema di Dreyer e la spiritualità del Nord-Europa ( Marsilio, Venezia 2011) e Il cinema di Werner Herzog e la Germania (Archetipo libri, Bologna 2013).