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La Bibbia di Ivan: la leggenda del grande Inquisitore

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prodotto da ATIR Teatro Ringhiera e dal Teatro Donizetti, inserito nella Stagione di ALTRI PERCORSI in collaborazione con la Fondazione Serughetti Centro Studi e Documentazione La Porta e con la partecipazione della Cattedra di Letteratura Russa dell’Università degli Studi di Bergamo, con il patrocinio del Comune di Bergamo.


Mercoledì 18 Gennaio 2017 ore 18.00
LA BIBBIA DI IVAN
LA LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE E IL SUO AUTORE, IVAN KARAMAZOV
Simonetta Salvestroni, slavista presso l’Università degli Studi di Cagliari.
Introduce Rosanna Casari, slavista presso l’Università degli Studi di Bergamo.

Una chiave di lettura essenziale per comprendere il messaggio problematico della ricerca artistica e religiosa di Dostoevskij, radicata nella grande tradizione della chiesa d’oriente.
Dal diciannovesimo secolo fino ad oggi studiosi di letteratura, filosofi e teologi hanno continuato ad analizzare la Leggenda del Grande Inquisitore, affascinati dal suo ambiguo significato.
Tuttavia essi dimenticano spesso il contesto nel quale il poema è inserito. Dostoevskij è l’autore dei Fratelli Karamazov, ma la visione del mondo dell’inquisitore è una creazione di uno dei personaggi più tormentati dell’opera. Inoltre, nel romanzo la Leggenda non è un testo scritto, ma un poema che Ivan ha immaginato e che sviluppa mentre la racconta al fratello Alesha.
Nella sua analisi la relatrice prende le mosse dalle domande e dai ragionamenti di Ivan, che preparano il monologo dell’inquisitore e sottolinea come le frequentissime citazioni bibliche siano essenziali per la comprensione del significato di questo episodio.
Le risposte alle domande di Ivan sul signifcato del male e della sofferenza nel mondo, così come le risposte al monologo dell’inquisitore, sono date dal racconto della vita dello starec Zosima, trascritto e rielaborato da Alesha e dal contesto della seconda parte dei Fratelli Karamazov attraverso l’analisi di due livelli interconnessi: le vita dei personaggi e le citazioni bibliche che l’autore ha inserito nei capitoli a loro dedicati.



Mercoledì 1 Febbraio 2017 ore 18.00
LA DIFFICILE / IMPOSSIBILE RICERCA DELLA LIBERTÀ
Giuseppe Goisis, già docente ordinario di Filosofa politica presso Università Ca' Foscari di Venezia.
Introduce Alessandra Elisa Visinoni, cultore della materia per i corsi di Letteratura russa e assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Bergamo.

La libertà di fronte al bene e al male; la libertà come benedizione o maledizione; il nichilismo e la violenza; la felicità e l'infelicità degli esseri umani; il significato della vita e del suo esito nella morte sono alcune delle questioni che, a distanza ormai di quasi un secolo e mezzo, la Leggenda del Grande Inquisitore continua a sollevare in modo ineludibile. Bene e male non sono alternativi (aut…aut), ma sono i poli, ineliminabili entrambi, entro i quali l’uomo si gioca la sua stessa umanità; in questo senso il male e il dolore sono costitutivi della condizione umana. Dalla presa di coscienza di tale contraddizione, per eccellenza tragica, nascono il dolore della libertà e il travaglio del dubbio. Con un’intuizione precorritrice di straordinaria modernità, Dostoevskij ci dice che la libertà, che egli identifca nella fede totalmente gratuita - senza pane, senza autorità, senza miracolo - è anche esperienza di angoscia e di disorientamento.



Mercoledì 8 Febbraio 2017 ore 18.00
LA TRAGEDIA DEL POTERE: LE SEDUZIONI DEL GRANDE INQUISITORE
Simona Forti, professore di Filosofa Politica presso l’Università del Piemonte Orientale.
Introduce Paolo Vitali, insegnante di filosofia presso il Liceo Scientifico Lussana di Bergamo.

Le tragedie del ‘900 (la Shoah sopra tutte) sono state interpretate sulla base di una struttura concettuale che, ripresa e secolarizzata dalle correnti filosofche successive, si organizza proprio a partire da Dostoevskij (I demoni e I fratelli Karamazov): il male è il frutto della smisurata e distruttiva volontà di onnipotenza di un “demone”. Tale “metafisica” della soggettività malvagia, proiettata sulla scena politica e storica, comporta un’unica e unidirezionale modalità di rapporto di potere: il carnefice-tiranno opprime la vittima, impotente e incolpevole. Ma proprio la Leggenda del Grande Inquisitore mette in discussione tale visione rigidamente dualistica e statica. L’Inquisitore realizza il proprio progetto di dominio anche perché positivamente risponde agli autentici bisogni delle persone “comuni”. I molti acconsentono ai progetti di morte e di sopraffazione di pochi per soddisfare le proprie esigenze di vita e di benessere: in cambio del “pane” e della liberazione dal faticoso peso della libertà garantiscono docilità e obbedienza a un potere che ambiguamente si propone come salvifico. Da tale radicale rivisitazione del problema male-potere derivano, di necessità, sia una più complessa interpretazione delle cause e delle responsabilità delle catastrofi del secolo scorso, sia una problematicizzazione, di straordinaria attualità, delle motivazioni del consenso popolare e della sua indiscutibilità: in ultima analisi, di che cosa significhi "democrazia".



Mercoledì 15 Febbraio 2017 ore 18.00
Sala Riccardi Teatro Donizetti
INCONTRO INTORNO AGLI SPETTACOLI - INTORNO A “IVAN”
con la compagnia teatrale e Fausto Malcovati, docente di Storia del Teatro Russo presso l'Università degli Studi di Milano.

Tutti gli incontri, tranne l'ultimo, si terranno presso:
Fondazione Serughetti - Centro Studi e Documentazione La Porta
Per informazioni: tel. 035.219230 - info@laportabergamo.it www.laportabergamo.it
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