Clicca

Emanuele Andreucetti "Tobias. Il segreto del Re" Prefazione di Rosanna Virgili

stampa la pagina

TOBIAS. IL SEGRETO DEL RE
UN CAMMINO INIZIATICO

Autore: Emanuele Andreucetti
Prefazione di Rosanna Virgili

ISBN: 978-88-6099-259-8
Pagine: 176
Formato: 13,5 x 21
Anno: 2015
Guarda l'anteprima

Prefazione di Rosanna Virgili



Il romanzo di Tobias
     Il volumetto intitolato Tobia non fa parte della Bibbia ebraica. Esso non è stato inserito nella tradizionale collezione canonica, probabilmente perché scritto in greco. È la tradizione dei Settanta che, al contrario, lo apprezzò e lo consegnò all’ebraismo della diaspora ed al cristianesimo. Testimone della vita di Tobi, un Giudeo che vive in cattività nella città di Ninive, il libretto contiene, nondimeno, un segno della perfetta pietà del popolo eletto e si rivolge proprio ai pii ebrei che, pur risiedendo fuori dalla terra dei padri, debbono e vogliono mantenersi fedeli alla Legge e all’Alleanza con il loro Dio.
   Ma il libro che il lettore si appresta a leggere è altro dal biblico Tobia. Qui si tratta di un romanzo creato a partire da quello, ma sviluppato in maniera molto autonoma e differente. L’A. non solo aggiunge al libretto biblico una materia di interpretazione e commento assai voluminosa, ma cambia anche la trama, aggiunge elementi decisivi per il “plot”, destinati a mutare radicalmente non solo il senso della storia, ma anche il messaggio che emerge da essa. Tanto muta la natura del testo che, mentre la stessa Bibbia cattolica colloca Tobia tra i libri cosiddetti “storici”, il nostro Autore ne fa un manuale in tutto e per tutto sapienziale. Vale a dire che quello che nel canone biblico è inteso come un documento in cui andare a cercare la continuità della fede giudaica nelle regioni della Mesopotamia e della Media, qui diventa un autentico manuale di sapienza umana e biblica per ogni ebreo o cristiano di ogni luogo e tempo.
      Il portale di questa sapienza è il racconto che pian piano si sviluppa come romanzo. Non si può più parlare di “novella” data la lunghezza che assume. Ma è difficile anche sovrapporlo al modello del nostro “romanzo storico”, considerati i numerosi topoi letterari noti alle favole, alle leggende ed anche ai miti antichi che non staremo qui ad indicare. Si potrebbe parlare piuttosto di “romanzo biblico in chiave sapienziale”, arrischiando un inedito genere letterario. In effetti proprio di questo si tratta, visto che ogni quadro del racconto assume una valenza sapienziale ed è sempre la parola biblica a segnarne il contenuto.
    Sapienza e pedagogia
    Quella del romanzo è la struttura formale che l’A. sceglie per veicolare insegnamenti, consigli per la vita, specialmente destinati ai giovani. In ciò l’A. rivela una buona conoscenza della Sapienza biblica che cita e traduce dalla sua lingua originaria (l’ebraico).
   Si tratta di un espediente assai efficace, perché il dramma cattura la mente ed il cuore e vi fa scivolare, in maniera discreta e penetrante, sillabe preziose. Nel racconto le parole trovano invàsi profondi e spaziosi e tempi lenti e più che sufficienti a metabolizzare indicazioni, esortazioni, riflessioni, valutazioni, fino a spingere il lettore ad agire partendo dalle conclusioni. Le parole, del resto, non vengono quasi mai dalla creatività dell’A., ma da tutta la letteratura biblica di cui il romanzo diventa una perenne silloge di citazioni e interpretazioni. I temi sono quelli classici e intramontabili, quali: la pietà, l’ospitalità, la prova, i legami familiari, la condivisione, l’amicizia, la lealtà, l’amore, la fede, la Grazia.      
    All’intelligenza e al discernimento tipici della cultura ebraica, figlia e commensale della grande Sapienza antica del bacino del Mediterraneo, l’A. coniuga, inoltre, spesso anche in maniera repentina e senza cuscinetti mediativi, la scienza psicologica contemporanea con le sue teorie più note e diffuse; le proposte moderne di percorsi spirituali; l’arte dell’introspezione che viene condotta con metodo talvolta psicoanalitico, con immagini oniriche e figurazioni perfino psichedeliche.
   La combinazione di tutti questi ingredienti è un piatto gustoso e nutriente per i ragazzi che hanno il tempo e le decisioni davanti a sé e non possono evitare di scegliere, se non vogliono rischiare di essere scelti. L’alternativa che c’è tra la libertà e la sottomissione ad ogni forma di “divinità” di turno.    
      Nel nome del figlio
      L’A. opera una rivoluzione copernicana sul libro biblico di Tobia: mentre quello ha come protagonista il padre, il quale, in più parti, è anche l’io narrante, qui protagonista è il figlio (che diventa l’io narrante).  Tale capovolgimento cambia non solo la prospettiva della storia, ma anche quella dei valori in essa espressi. Se nel Tobia biblico, infatti, c’è la difesa della Legge e della tradizione dei padri, la quale comunque porta a buoni risultati (cf.  l’esito finale, di cui il grande regista resta il padre Tobi); qui vi si trova, piuttosto, la critica proprio a quei valori che non vengono dati affatto come “buoni” tout court.
   Tobia (figlio) mette volentieri in discussione l’ubbidienza cieca alla Legge di Mosè, strenuamente difesa e osservata da suo padre Tobi. Mentre nel testo biblico la madre Anna funge da soggetto per così dire ”tentatore”, come quella, cioè, che mette alla prova la fedeltà di suo marito Tobi, qui, al contrario, appare come la coscienza “giusta”, obiettiva ed affettiva, dinanzi agli eccessi di un’osservanza troppo rigida della Scrittura e della Tradizione. Questa è pura interpretazione dell’A. che non trova suffragi nel testo biblico – che resta patrimonio e guida dei pii ebrei della diaspora - ma si appoggia verosimilmente sulla critica cristiana alla Legge di Mosè, resa con il linguaggio e le categorie dell’attualità.
   Il figlio qui diventa il giudice della fede del padre; diventa il grande “soppesatore” della validità di quella e della sua potenza – o impotenza – a dare la vita e a garantire il benessere. In ciò questo figlio (Tobia) è molto simile a un altro figlio dei Giudei (Gesù!) e per questo si può ben dire che lo stravolgimento del Tobia biblico venga condotto da un autore cristiano. Ma non si può negare che, in fondo in fondo, anche nel nostro Tobias resti comunque l’ubbidienza del figlio al padre e l’amore profondo verso di lui, così come l’amore e la fede verso il Dio della Bibbia. Anche in ciò Tobias, agli occhi di un lettore cristiano, è un “tipo” di Gesù: figlio ribelle ai precetti, ma fedelissimo all’Amore che in essi e in ogni cosa il Padre ha riversato.
     La tentazione del cantastorie
      Durante il suo viaggio Tobias incontra, a un certo punto, un cantastorie che lo induce in tentazione… la stessa tentazione prende anche l’autore del libro il quale, a differenza del protagonista, ci cade in pieno! Felix culpa, visti i risultati. Dinanzi a certe libere interpretazioni, il biblista rigoroso può, in qualche caso, restare perplesso. Ma l’operazione che fa l’A. è onesta e leale, come chiaro è lo scopo del libro. Un testo iniziatico di gradevole lettura, preziosa guida per un processo pedagogico. In tempi di tenebra educativa come quelli in cui viviamo, un contributo luminoso.
Rosanna Virgili*


* La professoressa Rosanna Virgili vive a Roma. Si è laureata in Filosofia all'Università di Urbino, in Teologia alla Pontificia Università Lateranense e licenziata in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Attualmente è docente di esegesi dell'Antico Testamento presso l'Istituto Teologico Marchigiano (Pontificia Università Lateranense) e l'Istituto Santa Cecilia di Roma. Tiene conferenze di carattere biblico in tutta Italia e collabora a diverse riviste tra cui Parola, Spirito e Vita, Rocca, Ricerche Storico Bibliche, ecc. Fra le sue pubblicazioni: con Rosanna Fersini e Giusy Santagati, Eros... Puro, amabile, dolce. Un viaggio tra antichi testi erotici, Cittadella 2009; Vostro giudice sarà la pace. Lectio divina testi di Isaia, Paoline Editoriale Libri 2006; Giustizia e fraternità. Beato oggi l'operatore di pace, editrice Monti 2002; Ezechiele. Il giorno dopo l'ultimo, EDB 2000; Geremia, l'incendio e la speranza. La figura e il messaggio del profeta, EDB 1999; Le stanze dell'amore. Amore, coppia, matrimonio nella Bibbia, Cittadella 2008; con Rosalba Manes, Annalisa Guida e Marida Nicolaci, I Vangeli, tradotti e commentati da quattro bibliste, Ancora 2015

Emanuele Andreuccetti (1970) è presbitero della chiesa di Lucca dal 1996. Da qualche anno è insegnante di religione in una scuola media e dal 2014 è parroco presso una Unità Pastorale della periferia della città. Nel 2007 ha pubblicato, per le edizioni Dehoniane di Bologna, il saggio La locanda dei racconti. Una pastorale in stile narrativo in cui ha raccolto tutti i suoi studi e le sue ricerche sul metodo del raccontare nella formazione e nella vita della Chiesa.
Sue ulteriori pubblicazioni: Tobias. L’infinito cammino di Dio…con gli uomini, (Nuova Rosa Editrice 2011); Le sorprese dell’inaspettato (Cicorivolta ed. 2012); Dieci personaggi in cerca di un oste (primo al “XV Premio città di Empoli – Domenico Rea” 2012, edito poi da Ibiskos Ulivieri).
stampa la pagina



Gli ultimi 20 articoli