Luigi Bettazzi "Quale Chiesa, quale Papa?
Venerdì 30 gennaio 2015
mons. Luigi Bettazzi
"Quale Chiesa, quale Papa?"
Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, figura di riferimento ecclesiale tra le più note nel nostro paese e uno dei due padri conciliari italiani ancora viventi, presenta la sua personale analisi della Chiesa e del papato di Francesco nel suo nuovo libro “Quale Chiesa?
Quale papa?” (Editrice Missionaria Italiana, pp. 128, euro 12,00, da questa settimana in libreria).
Il volume esce in occasione del 50/mo anniversario del Concilio Vaticano II (chiusosi l’8 dicembre 1965) ed è frutto della lunga e feconda esperienza dell’autore. Secondo Bettazzi, la Chiesa non può e non deve essere una cittadella chiusa, isolata e “sotto assedio”, ma una comunità di “comunione” in continua evoluzione, dove i cristiani si devono sentire “missionari in grado di orientare e incoraggiare sempre più ogni essere umano, di qualunque cultura e religione, verso la pienezza del Regno”.
In un excursus storico che parte dagli albori della cristianità, Bettazzi guida il lettore lungo la storia della Chiesa e dei suoi protagonisti, vedendola oggi fortemente “in uscita” e richiamata dal Concilio alla sua “responsabilità” di fronte all’umanità. Fortemente umane sono anche le figure che vengono portate come esempio di questa Chiesa, da mons. Romero a dom Helder Camara, da Giovanni XXIII a Paolo VI, senza dimenticare don Giuseppe Diana, don Pino Puglisi e Massimiliano Kolbe, i cui martirii non possono che offrirsi come un seme di “speranza” alla parte più sofferente della popolazione. Il loro è l’esempio più eclatante di quel capovolgimento della nozione di gerarchia operato dal Concilio e che oggi si esprime al meglio nella figura e nel ministero di papa Francesco. La sua consapevolezza di una Chiesa che deve “essere chiamata, come Gesù, a evangelizzare i poveri” emerge anche dai suoi atteggiamenti e dalle sue scelte, nelle quali Bettazzi ritrova quel “Pietro” originario che nei secoli passati si era perso a vantaggio di un ruolo “costantiniano”. Il papa venuto “dalla fine del mondo”, che privilegia i poveri e le periferie, comprende profondamente, per esperienza e testimonianza, che è lì che si giocherà il futuro della Chiesa. Secondo l’autore, il monito pastorale di Francesco a “uscire” e a recarsi di questi luoghi, dove nel 2025 risiederà il 60 per cento della popolazione mondiale, rivela una profonda presa di coscienza delle sfide che attendono la Chiesa. Il libro si chiude con una personale testimonianza dell’esperienza episcopale dell’autore.
Il volume esce in occasione del 50/mo anniversario del Concilio Vaticano II (chiusosi l’8 dicembre 1965) ed è frutto della lunga e feconda esperienza dell’autore. Secondo Bettazzi, la Chiesa non può e non deve essere una cittadella chiusa, isolata e “sotto assedio”, ma una comunità di “comunione” in continua evoluzione, dove i cristiani si devono sentire “missionari in grado di orientare e incoraggiare sempre più ogni essere umano, di qualunque cultura e religione, verso la pienezza del Regno”.
In un excursus storico che parte dagli albori della cristianità, Bettazzi guida il lettore lungo la storia della Chiesa e dei suoi protagonisti, vedendola oggi fortemente “in uscita” e richiamata dal Concilio alla sua “responsabilità” di fronte all’umanità. Fortemente umane sono anche le figure che vengono portate come esempio di questa Chiesa, da mons. Romero a dom Helder Camara, da Giovanni XXIII a Paolo VI, senza dimenticare don Giuseppe Diana, don Pino Puglisi e Massimiliano Kolbe, i cui martirii non possono che offrirsi come un seme di “speranza” alla parte più sofferente della popolazione. Il loro è l’esempio più eclatante di quel capovolgimento della nozione di gerarchia operato dal Concilio e che oggi si esprime al meglio nella figura e nel ministero di papa Francesco. La sua consapevolezza di una Chiesa che deve “essere chiamata, come Gesù, a evangelizzare i poveri” emerge anche dai suoi atteggiamenti e dalle sue scelte, nelle quali Bettazzi ritrova quel “Pietro” originario che nei secoli passati si era perso a vantaggio di un ruolo “costantiniano”. Il papa venuto “dalla fine del mondo”, che privilegia i poveri e le periferie, comprende profondamente, per esperienza e testimonianza, che è lì che si giocherà il futuro della Chiesa. Secondo l’autore, il monito pastorale di Francesco a “uscire” e a recarsi di questi luoghi, dove nel 2025 risiederà il 60 per cento della popolazione mondiale, rivela una profonda presa di coscienza delle sfide che attendono la Chiesa. Il libro si chiude con una personale testimonianza dell’esperienza episcopale dell’autore.