Luciano Manicardi Cibo, culture e religioni
Relazione di apertura di LUCIANO MANICARDI, monaco vicepriore della Comunità di Bose, a "Cibo, culture e religioni", terzo e ultimo incontro di "NUTRIRE IL PIANETA? Ciclo di seminari verso EXPO 2015", tenutosi giovedì 20 novembre 2014 presso la Fondazione Culturale San Fedele di Milano.
Il tema dell’Esposizione universale di Milano 2015 – Nutrire il pianeta, Energia per la vita – lancia una sfida: è possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione sufficiente, buona, sana e sostenibile? In preparazione all’Expo, che si svolgerà dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, promuoviamo un ciclo di tre seminari come occasione formativa per riflettere e dialogare sul fondamentale contributo che questa tematica può offrire nel percorso di costruzione di una società sostenibile. In particolare si porrà attenzione alle seguenti prospettive: I) Cibo, ambiente e stili di vita; II) Diritto al cibo, cibo e diritti; III) Cibo, culture e religioni.
I tre seminari si inseriscono negli eventi che caratterizzeranno la partecipazione della Caritas Internationalis, Italiana ed Ambrosiana nell’esposizione universale del 2015.
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Il cibo, oltre ad essere un importante fattore di comunicazione tra generazioni e popoli diversi, assume nel contesto culturale e religioso una molteplice valenza: non solo espleta la prima funzione vitale, ma si apre anche ad altre dimensioni più esistenziali, come il riconoscimento della relazionalità, nella consapevolezza che anche quando il cibo è frutto del proprio lavoro è sempre qualcosa di donato (nelle principali religioni monoteiste il primo donatore di cibo è il Creatore stesso); il rimando è quindi a una gratitudine che apre alla gratuità ed alla corresponsabilità.
La relazionalità emerge poi nel rito del mangiare e nel preparare il cibo insieme ad altri, con modalità che segnano anche la cultura dei popoli, come pure nel deciso orientamento alla dimensione dell’ospitalità. C’è una sapienza del mangiare e del mangiare assieme, evidenziata dal nesso etimologico tra sapere e sapore: il gusto del mangiare assieme porta in sé un sapore di vita buona che va valorizzato.
Il sapore del cibo apre al ricordo e, anche lontano dalla propria terra, il migrante può rimanere ancorato alla cultura madre.
Cosa accade in un contesto multietnico? Come mantenere le ricchezze culturali senza scadere in omologazioni appiattenti? Come preservare il senso simbolico del nutrirsi che le religioni ci consegnano? Come valorizzare la prospettiva della convivialità quale matrice generativa di significati per la convivenza in una società plurale?