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Luciano Locatelli "Incarnazione e Chiesa"

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Treviso - Venerdì 3 maggio 2019 ore 20:30/22:30
Sala “Santa Croce” - Auditorium dell'Università Quartiere Latino
INCONTRO CON IL TEOLOGO
LUCIANO LOCATELLI


Ci hanno sempre insegnato che la Chiesa è stata fondata da Gesù Cristo, ma siamo certi che Gesù non ha mai fondato nè ha mai voluto fondare un’altra religione.
Il termine “chiesa”, dal greco “ἐκκλησία (ekklēsía)”, - usato una volta sola nei Vangeli (Mt 16,18), ma più volte negli altri testi del Nuovo Testamento (Atti, lettere di Paolo, ecc...) - risponde effettivamente alla comunità di coloro che nei vangeli si erano riuniti attorno a Gesù di Nazareth e lo seguivano? Anche in ragione di come la chiesa si è poi storicamente determinata e per quello che ancora oggi rappresenta?
Ci domandiamo poi - alla luce del Vangelo - se chiesa sia un gruppo di persone che per “fede” aderiscono ad una serie di verità definite ed insegnate da Gesù Cristo (poi consolidate negli insegnamenti della Chiesa, anche sotto forma di dogmi, cioè di principi irrinunciabili), o se piuttosto questa chiesa non dovrebbe essere una comunità di persone che - assunta la persona di Gesù di Nazareth come riferimento di vita in cui porre la propria fiducia - tentano di mettersi alla sua sequela, per crescere progressivamente in umanità. Gesù, infatti, ci ha rivelato un Dio umano e nella sua stessa persona ha portato a compimento l'umanità, che è in crescita e in divenire in ciascuno di noi.
Così da poter dire, nella nostra sequela imperfetta: “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita, …parole di vita eterna”.
Quali poi le caratteristiche autentiche e la missione della chiesa, o forse meglio della comunità, che Gesù di Nazareth aveva raccolto intorno a sé e che avrebbe in qualche modo prolungato la sua presenza e la sua testimonianza nella storia? Quanto conforme o difforme dalla Chiesa che tutti conosciamo, che si è configurata come religione e che per tanti aspetti ci pare lontana dai modelli evangelici?
Cerchiamo stili, modelli e riferimenti “nuovi” (ma in realtà originari, perché propri del vissuto di Gesù), per poter ricostituire oggi delle comunità autenticamente rispondenti al Vangelo.
Inoltre il vangelo – e così la comunità che cerca di viverlo - è proposta del tutto universale, rivolta ad ogni uomo; non pone muri o contrapposizioni, ma guarda alla crescita di umanità, e l'umanità appartiene a tutti, ad ogni uomo; una proposta che - al di là di una visione duale, fondata sulla contrapposizione di opposti, e così radicata nella cultura occidentale - guarda allo sviluppo armonico di una omogeneità del reale.

LUCIANO LOCATELLI
(auto-presentazione)
Don Luciano Locatelli, nato il 12 agosto 1963, da una famiglia operaia con mamma Anna (operaia nel tessile), papà Silvio (metalmeccanico), io e mia sorella Laura.
Sono entrato in seminario nel 1976 e ridotto allo stato "pretale" l'8 ottobre 1988, dopo aver compiuto gli studi presso la Facoltà teologica di Fermo (AP).
Nel 1990-91, dopo un anno di studio a Bruxelles, presso l'Istituto dei Gesuiti "Lumen Vitae", sono partito per dieci anni in Africa, con la Congregazione dei Sacramentini (di cui facevo parte), in Congo-Kinshasa (4 anni all'interno e 6 in capitale, fino alla cosiddetta guerra di liberazione, vissuta fino in fondo, tra Mobutu e Kabila).
Al rientro in Italia (per obbedienza, altrimenti starei ancora laggiù) sono entrato a far parte del clero (non sufficientemente "clorato") della Diocesi di Bergamo.
Dopo un decennio come parroco in un piccolo paese della Valle Brembana, ho lavorato un anno a Caserta alla riapertura del Centro di Accoglienza "Tenda di Abramo", mensa e dormitorio per senza fissa dimora.
Attualmente svolgo il mio servizio in Caritas Diocesana di Bergamo (considerato che ho detto al mio vescovo che non intendevo più fare accanimento terapeutico con le Parrocchie…), come operatore del Centro di Primo Ascolto, immerso nelle povertà e negli "scarti" che allegramente e inconsciamente continuiamo a produrre come società (per azioni) del benessere.
Insieme a tutto questo vivo la storia quotidiana di Casa don Bepo e Casa Raphael, due strutture che si occupano di persone con problematiche connesse alla sindrome HIV-AIDS, oltre che essere presente in
"Amoris Laetitia", un centro residenziale che offre uno spazio calorosamente umano per minori terminali (confesso che è la parte più dura del mio servizio).
In settimana inizio la giornata con la celebrazione presso una casa di riposo per Suore anziane (che mi hanno scelto, con loro grave pericolo, come "predicatore" per esercizi e ritiri mensili).
La domenica vivo l'Eucaristia presso un centro che ospita disabili e autistici gravi (e vi assicuro che la celebrazione è davvero festa!).
Nel frattempo ho partecipato alla pubblicazione della traduzione e commento ai Vangeli secondo Marco, Luca e Matteo (che uscirà quest'anno), oltre che a vari interventi in Convegni, incontri e via discorrendo.
Il lunedì sera mi trovo con il "Popolo della Senape" per una serata biblica (da sei anni, ogni lunedì).
Eccomi qua, più o meno.

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