Educare alla vita buona del Vangelo (12) Paola Radif
Paola Radif
Capitolo 5°
Indicazioni per la
progettazione pastorale
Perché ogni Chiesa particolare
possa progettare il proprio cammino pastorale in sintonia con gli orientamenti
nazionali, a conclusione del documento vengono offerte alcune indicazioni che
fungano da linee guida a cui ispirarsi.
Le esigenze fondamentali che oggi
più che mai si colgono sono la necessità di porsi in ascolto di ogni uomo
riconoscendo il desiderio di relazioni profonde che lo abita, assumendo come
punto centrale della proposta educativa il concetto di dono per poi far
emergere la forza della fede.
Mentre a livello nazionale si
farà una verifica sugli effetti dei progetti educativi avviati, a livello
locale si dovranno considerare sia i punti di debolezza sia le esperienze
positive in atto. Cammini di formazione dei catechisti, degli operatori
pastorali e degli insegnanti di religione andranno attentamente esaminati, come
pure i percorsi educativi delle associazioni e dei movimenti.
Alla base di ogni progettazione
pastorale dovrà comunque esservi la visione cristiana della persona, la sua
centralità nei percorsi educativi ed è urgente anche valorizzare la dimensione
trascendente dell’educazione per formare persone aperte a Dio e capaci di
dedicarsi al bene della comunità.
Alla luce dei cambiamenti
culturali si rendono indispensabili nuove scelte di progettazione, riferite ad
alcuni ambiti che vengono qui presi in considerazione.
(a) L’iniziazione cristiana
Confrontando le esperienze di
iniziazione cristiana di bambini e adulti già operative nelle Chiese locali
sarà opportuno responsabilizzare maggiormente la comunità cristiana per quanto
riguarda le forme del primo annuncio, gli itinerari di preparazione al
battesimo, il coinvolgimento della famiglia, la centralità dell’Eucaristia
domenicale, l’attenzione ai disabili, la formazione permanente degli adulti.
Nel rinnovare la catechesi, il
presente decennio sarà chiamato anche all’aggiornamento degli strumenti
catechistici, in base ai nuovi linguaggi della comunicazione.
(b) Percorsi di vita buona
Per costruire l’identità
personale, un aspetto di tutto rilievo è l’educazione alla vita affettiva.
Anche accompagnare i giovani nella scoperta della loro vocazione non è che
un’occasione per presentare la bellezza dell’insegnamento evangelico
sull’amore. Obiettivo dell’educazione cristiana è anche quello di aiutare a
vivere il lavoro e la festa come compimento della vocazione personale.
Non possono mancare nelle
proposte formative momenti di riflessione sulla fragilità umana che si
manifesta in ogni tipo di sofferenza e di limite e suscitano domande essenziali
sul senso e valore della croce, a cui il cristiano guarda sempre nella luce
della speranza.
Un richiamo viene qui fatto a
tutti quei mezzi di comunicazione gestiti da operatori che svolgono il loro
lavoro da cristiani e che vanno aiutati e sostenuti.
Vi è poi un accenno alla tendenza
individualistica che oscura il senso di una cittadinanza responsabile. Educare
alla socialità è concretizzare un concetto fondamentale per la visione
cristiana, che cioè “l’uomo non si
realizza da solo, ma grazie alla collaborazione con gli altri”.
(c) Alcuni luoghi
significativi
Accanto al tema, già accennato in
precedenza, dell’alleanza tra famiglia, comunità ecclesiale e società per promuovere
dialogo, incontro e collaborazione, è interessante cogliere la proposta di
introdurre o potenziare nuove figure educative. “Dovranno – si legge –
svilupparsi figure quali laici missionari che portino il primo annuncio del
vangelo nelle case e tra gli immigrati”, oltre a quei laici che già fin d’ora
si fanno carico della formazione dei genitori e degli educatori o gli
evangelizzatori che portano l’annuncio nelle strade, nelle carceri o in altri
ambienti, anche nel mondo del degrado e della povertà.
Quali priorità vengono
raccomandate dai vescovi?
- Cura della formazione permanente degli adulti e della famiglia, con particolare attenzione alla prima fase dell’età adulta quando si assumono nuove responsabilità.
- Promozione di un ampio dibattito e di un proficuo confronto sulla questione educativa anche nella società civile, affinché possa esservi convergenza di interessi e di obiettivi.
In chiusura, il cammino della
Chiesa viene affidato a Maria, “donna esemplare”, che la aiuti a riconoscere la
propria identità, suggerendole i gesti che Dio attende.