Commenti Vangelo 23 maggio 2021 Pentecoste
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MAGGIO CON MARIA
2.
Una presenza che agisce
Maria nei misteri del rosario
San
Giovanni Paolo II spiegando la scelta del suo motto episcopale “Totus tuus”
diceva che per raggiungere la perfezione conformandosi a Cristo, la via più
perfetta è la devozione a Maria, che è la creatura più conforme a Gesù Cristo.
Questo spiega come un vero cristiano debba inevitabilmente essere anche mariano. Il documento emanato da
Papa Giovanni Paolo II, Rosarium virginis Mariae, presenta questa antichissima
preghiera come un modo di “mettersi alla scuola di Maria per leggere Cristo”.
Osservando Maria nelle varie fasi della sua vita di cui abbiamo conoscenza,
entriamo infatti nel suo stesso sguardo contemplativo sul figlio. Se ci
accostiamo a Maria, con lei è tutto un ricordare, imparare, un respirare i suoi
sentimenti e da lei possiamo imparare a pregare con insistenza e fiducia.
Siamo
dunque partiti dal rosario per riconoscere negli eventi evangelici la presenza
attiva di Maria, ora evidente, ora sottintesa, sempre costruttiva e preziosa.
Nei misteri della gioia, o gaudiosi, Maria è pienamente visibile,
riconoscibile, concreta: sono misteri di Cristo e nello stesso tempo misteri
della madre. Qui si percepisce la gioia per l'evento dell'Incarnazione:
“rallegrati” dice l'angelo, sussulta di gioia il bimbo Giovanni nel grembo di
Elisabetta, gioisce il creato nel silenzio della notte di Betlemme, tra gli
angeli che cantano e i pastori che si prostrano al Bambino. Poi, già un po'
s'incrina quest'atmosfera gioiosa negli ultimi due misteri, dove al tempio il
vecchio Simeone preannuncia a Maria una spada che le trafiggerà l'anima e poi,
anni dopo, di nuovo al tempio, avviene lo smarrimento di un figlio che già
mostra di acquisire sempre più consapevolezza del suo divino compito. Maria non
comprende il senso dei due episodi, ma la sua azione in questi momenti consiste
nel meditare silenziosamente, conservare in cuore ciò che, riversato
all'esterno, non avrebbe potuto trovare spiegazione. Azione a volte può essere
non agire, può essere attendere, accettare, offrire: è anche così che si
costruisce il regno di Dio.
La
preghiera del rosario, pensiamo a volte, così ripetitiva, quasi monotona, come
può essere gradita a Maria? Eppure lei quante volte ha preso in mano il rosario
per insegnarlo a noi, per raccomandarlo dal fondo del cuore! I pastorelli di
Fatima, Bernadette a Lourdes, non solo hanno recitato la corona del rosario, ma
l'hanno recitata con lei che la intonava nella loro lingua nativa, forse anche
in dialetto. Da figli a madre, ad ogni Ave Maria o invocazione,veniamo sempre
ascoltati, come il bimbo che chiama “mamma” infinite volte con sfumature e toni
diversi, ma ogni volta la richiesta ha un suo motivo e la mamma ascolterà. Il rosario è come una passeggiata spirituale,
che conduce a scenari fuori di noi, sempre nuovi e fecondi. I grani del rosario
sono piccoli passi che fanno procedere nel cammino anche se può sembrare di
essere sempre lì, allo stesso punto, a ripetere le stesse parole. Ma Maria
vuole renderci partecipi dell'evento da cui dipende la salvezza di tutta
l'umanità, è importante soffermarsi, meditare prima di riprendere la strada.
Lei li ha vissuti quei momenti, li rivive e li celebra con noi nella liturgia,
quando si ripropongono i misteri che salvano, nell'Eucaristia, nei sacramenti.
Scorrono le immagini dei misteri mentre procediamo nella recita della preghiera
mariana: giunti ai misteri dolorosi, Maria non c'è, ma è impossibile, diciamo
in cuor nostro. Maria sì, c'era, come sempre in disparte, avrà sofferto
enormemente, avrà pregato, avrà sperato per poi rimettersi alla volontà di Dio.
Nei misteri gloriosi, di nuovo ella appare nella fiduciosa preghiera con gli
apostoli prima della Pentecoste, nell'Assunzione al cielo che la porta subito
nell'abbraccio della Trinità e nel trionfo della gloria tra angeli e santi. Un
posto a parte per lei fu istituito da San Giovanni Paolo II nei misteri della
luce, con le nozze di Cana, inizio della manifestazione esplicita di Gesù anche
attraverso i suoi interventi taumaturgici: è una donna che agisce, anche qui,
sempre in secondo piano rispetto al figlio ma delicata e forte nel suggerirgli
gesti dettati da una sensibilità tutta femminile a cui Gesù non può dire di no.
Un
richiamo ai catechismi
In
questo volume del catechismo, destinato ai bambini e ragazzi della prima
Confessione e Comunione, il cap. 3 presenta tutte le fasi della vita di Gesù
dalla nascita fino all'età adulta. Accanto a lui c'è sua madre, che attivamente
è partecipe delle vicende narrate.
Ma
proviamo a immaginare dove sarà stata Maria nei tre anni di vita pubblica di
Gesù. Con il suo amore di madre, con la preghiera, con la sofferenza avrà
continuato a stargli vicina. Da Nazareth si sarà trasferita a Gerusalemme,
sappiamo che ha seguito Gesù verso il Calvario ed era sotto la Croce. Ha
ricevuto da Gesù l'incarico di essere la madre di tutti noi, ha atteso la
Pentecoste con gli apostoli: una presenza attiva.
Chiediamo
ai bambini di fare un disegno con un episodio del vangelo (Nozze di Cana,
domenica delle Palme, la via dolorosa, la crocifissione, la resurrezione) e poi
di collocare Maria, dove pensano che fosse in quell'occasione (a tavola con gli
sposi, tra la folla, sotto la Croce, in preghiera o altro). Alla fine
commentiamo insieme ascoltando le loro interpretazioni.
Paola
Radif