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C. Simonelli "Maria Maddalena festa per la Chiesa"

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Maria Maddalena festa per la Chiesa
...non solo per le donne. Attribuito lo stesso grado di celebrazione degli apostoli

di Cristina Simonelli
Docente di Antichità Cristiane presidente del Coordinamento Teologhe Italiane

del 28 dicembre 2019

Non si può dire che Maria Maddalena sia stata assente nella spiritualità cristiana: ne fa fede una iconografia diffusa, che assume e moltiplica la percezione che, specie in occidente, si è avuta di lei. Si moltiplicano pertanto maddalene macerate e pentite, innamorate e intense. Figura importante, senza dubbio, perché è al cuore del Vangelo, della potenza misericorde che riconosce e conferisce dignità a ogni vita, a ogni nome. Peccato che simile concentrazione evangelica sia anche frutto di un errore, che è di sovrapposizione e anche di rimozione: sempre più raramente in conferenze o lezioni si trovano persone che ancora confondono la peccatrice anonima introdotta nella narrazione lucana (Lc 7, 36ss) con la Maria “quella di Magdala” di cui si parla poco dopo, come prima del gruppo di donne che seguono Gesù e come colei nella quale la guarigione era stata travolgente (cacciati sette demoni: Lc 8, 2). Queste due figure, a cui si aggiunge quella di Maria di Betania e della donna, anonima in Marco, che unge il capo di Gesù, sono confuse a formare un’unica donna. Simile operazione non è solo di sovrapposizione e diventa di fatto anche una sottrazione: si perdono i nomi propri, le differenze — cosa particolarmente penosa, perché colpisce soprattutto le donne e i poveri — e si sposta la “donna” così ottenuta dal registro apostolico della sequela e dell’annuncio a quello morale, del peccato e del perdono. Questa sottrazione è una perdita secca, un’emorragia gravissima, per le donne certo, ma anche per la Chiesa tutta, che basa la propria articolazione, anche ministeriale, sulla autorità apostolica e non sulla misericordia.

Per questo il recente recupero di un’altra accezione di Maria di Magdala, come prima della lista della sequela delle donne e come destinataria della manifestazione del Risorto e soggetto dell’annuncio della sua resurrezione, è molto importante. Un’antica espressione patristica — Apostola degli apostoli — si presta, pur con qualche ambiguità residua, a questa rinnovata consapevolezza e viene assunta volentieri anche da papa Francesco, nel suo sincero impegno nella conversione della Chiesa cattolica rispetto al ruolo delle donne che ne fanno parte. Nella stessa direzione va anche la trasformazione della memoria liturgica di santa Maria Maddalena del 22 luglio in festa, connotata proprio dal tema della apostolicità e dell’annuncio del Vangelo, da lui personalmente voluta. L’arcivescovo Arthur Roche, Segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, così ne presentava il significato: «A ragione, il Dottore Angelico [san Tommaso d’Aquino, nda] usa questo termine [Apostola degli apostoli] applicandolo a Maria Maddalena: ella è testimone del Cristo Risorto e annuncia il messaggio della risurrezione del Signore, come gli altri Apostoli. Perciò è giusto che la celebrazione liturgica di questa donna abbia il medesimo grado di festa dato alla celebrazione degli apostoli nel Calendario Romano Generale e che risalti la speciale missione di questa donna, che è esempio e modello per ogni donna nella Chiesa».

Questa spiegazione, al di là del riferimento unico a san Tommaso d’Aquino, è di grande rilievo, perché supera l’ambiguità cui accennavo: troppe volte infatti il suo ruolo, sia pure collocato nella luce della resurrezione e dell’annuncio, è stato reso come colei che annuncia “solo” agli apostoli, che poi, in modo autorevole (dunque virile, va da sé!), avrebbero l’incarico di proseguire, soli, ad annunciare il Vangelo e guidare la comunità ecclesiale. Qui invece la questione viene spiegata meglio: “come gli altri apostoli”. Il nuovo prefazio nella forma tipica latina, del resto, afferma che Cristo le apparve e la onorò apostolatus officio, che mi sembra stia proprio in questo ordine di significato. Certo, la traduzione italiana ne attenua la forza, per dirlo in termini leggeri, rendendo la frase nel modo seguente: «a lei diede l’onore di essere apostola per gli stessi apostoli».

In questo quadro stanno tutte le coordinate della questione, che riguarda tutta la Chiesa, che da sempre è di donne e uomini, ma l’ha riconosciuto in maniera discontinua: nella comunità cattolica si può rintracciare un percorso nuovo, dalla Pacem in terris di Giovanni XXIII, con la questione femminile inserita fra i segni dei tempi, alla Purificazione della memoria nel Giubileo del 2000 in cui Giovanni Paolo II ha chiesto perdono per come la Chiesa ha trattato le donne, alle istanze di riforma di Francesco, che vorrebbe riconoscere loro anche maggiori ruoli di autorità e in questo senso ha voluto questa festa liturgica. Le resistenze sono tuttavia molte e si manifestano a più livelli: quelli che abbiamo già evidenziato e anche altri, più tristi e accaniti.

Il cammino tuttavia, in forme e modi che non possiamo dire con certezza, è inesorabile. Penso e anche spero che, alla fine, di tutti gli errori di lettura oggi emendati, possa mantenerne uno, denso di pietas: quello che tramite Maddalena, sia pure letta in forma distorta, afferma la dignità di ogni vita e il Vangelo della misericordia. Possa questa forma restare anche al cuore dell’autorità e del ministero, delle donne e anche degli uomini.
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