Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca
Michele Badino
Monastero Bose - Fraternità di Assisi
XX per annum
San Masseo, 18 agosto 2019
Anno C
Ger 38,4-6.8-10
Eb 12,1-4
Lc 12, 49-57
Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap 3, 14-20).
Due uomini in cammino, sono partiti da Gerusalemme con il cuore pesante, tre anni di speranze e di attese, poi tutto si è schiantato contro il legno di una croce conficcata nel terreno, un uomo appeso ad essa: ucciso dal potere politico e religioso, un corpo morto esposto al pubblico disprezzo.
Due uomini in cammino verso il villaggio dell’amarezza e del non senso, verso il villaggio che non ha il domani: «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute». (Lc 24,21)
«Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.» (Lc 24,15-16)
Penso che nessuno di noi è esentato dal rischio di spegnere la propria vita di fronte alla caduta dei progetti di vita personali, familiari o comunitari e decidere di congelarla nel freezer con l’illusione che là sarà preservata da ogni contaminazione e conservata per essere pronta per più alti scopi, tempi e progetti personali, familiari o comunitari che ne siano degni, oppure nell’illusione che la strada verso il regno sia l’esentarsi del percorrerla, con i rischi di cadute e la salutare e inevitabile fatica che comporta il vivere con l’altro non fuggendolo ma percorrendola accanto a lui.
«Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». (Lc 24, 30-31)
Il nostro Dio, il Dio di Gesù Cristo è fuoco, amore e tenerezza, se questo non fosse o almeno crediamo e speriamo sia, stamani saremmo andati altrove a far altro e di meglio.
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! (Lc 12,49-50).
“Il fuoco che Gesù annuncia è fuoco che consuma le false immagini religiose, una fede ridotta a mercato”. (E. Ronchi)
“Gesù ha mandato il fuoco della Pentecoste (At 2,3-4), quel fuoco anticipato scalda il cuore a Emmaus ai due scoraggiati discepoli. Lui è Fuoco, non è una melassa dolciastra; è bruciore incompatibile contro il quale nulla possono le pomate emollienti che possiamo spalmare sulle nostre scelte-non-scelte della nostra vita.
Il Signore, resta per me, per noi, segno di contraddizione, bruciatura e fuoco. Tormento e innamoramento, resta il profeta del nostro discernimento!” (A. Fontana).
Il battesimo che Gesù annuncia è passaggio da una vita solo per me rinchiusa in una campana di vetro a una vita vissuta verso l’altro per amore: «Se il chicco di grano non muore rimane solo, se invece muore porta molto frutto» (Lc 12,24).
Scrive Paolo alla comunità di Corinto: «Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso» (1 Cor 2,2). e lo ricorda a noi qui, oggi aiutandoci ad ascoltare e meglio comprendere le parole di Gesù nel vangelo odierno, certamente dure e per niente accomodanti:
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».» (Lc 12, 49-53)
“Il Dio biblico non porta la falsa pace della neutralità o dell'inerzia, ma «ascolta il gemito» e prende posizione contro i faraoni di sempre”. ( E. Ronchi)
“Ci sono forme di pace che sono disordini costituiti, che spremono lacrime di disgraziati. Non è questa la pace che noi vogliamo perché essa giova soltanto alla malizia umana. Vogliamo una pace il cui nome più immediato e più caro è quello della fraternità effettiva tra gli uomini” scriveva Ernesto Balducci certo è pace a caro prezzo, a prezzo della vita (cfr. D. Bonhoeffer).
L’affermare la pace richiede il pungolo dell’inquietudine e la disponibilità a mettersi in gioco sino a dare la vita. Stare dalla parte di Dio e quindi dalla parte degli ultimi, chiederà di scegliere di rompere con un ordine costituito – civile o religioso che sia – e magari con la propria famiglia, con gli affetti più cari. È una questione di scelta.
Presumere di essere con Dio ma di fatto non stare e non lottare dalla parte dei poveri e dei disgraziati di questa terra, non è certo cristianesimo e Lui stesso nell’ultimo giorno negherà, per questo, di conoscerci: «In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!» (Mt 7, 22-23) «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? » (Mt 25,31-46).
“Mi chiedo quanto siamo quieti, dinanzi allo stillicidio giornaliero dell’ingiustizia esposta al pubblico ludibrio dai mezzi di informazione e social di cui sono vittima i più poveri di questa terra, i naufragi della storia che rimangono sempre solo inermi spettatori e vittime”. (P. Squizzato)
Gesù è il profeta che crea divisione, pur di vedere affermata la giustizia e la dignità dei poveri: a un certo punto occorre decidersi da che parte stare: personalmente, comunitariamente ed ecclesialmente.
Quelli che hanno sempre paura di sbilanciarsi, i tiepidi, Dio – dice l’Apocalisse – li vomita:
«Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap 3,16)
“Gesù non ha mai amato i quieti, e tanto meno il quieto vivere, ma ha elevato l’inquietudine a cifra dell’umano. E come tutti i profeti, ha minacciato le false ideologie, le false teologie, le istituzioni tese a difendere il proprio prestigio.
Gesù diventa con le sue parole uno spartiacque: «La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio» (Eb 4, 12), Gesù il crocifisso risorto ci giudicherà.
Diventato simbolo slavato, il crocifisso è, appeso qua e là ovunque, ora in estate esposto su scollature audaci o toraci villosi, sui muri di pubblica utilità e ultimamente nel rosario tra le mani di politici atei e molto devoti. Se lo guardo, il crocifisso non mi schianta più né più mi intenerisce.
Ai piedi di quel Crocifisso è sorto un cimitero di morti viventi, una spianata di fedeli smunti e comatosi; e raramente produce sussulti di scelte selettive di vita”. (A. Fontana)
E anche la famiglia viene attraversata, come da una spada, dalla parola di Gesù che chiede un amore prioritario per lui, prioritario ma non escludente, un amore capace di mettere al primo posto le esigenze del Regno amando chi ci è caro (cf. Lc 14,25-26). Ci fu un periodo in cui i parenti di Gesù stentavano a capire quel fuoco che lo divorava. E a chi gli disse: «Tua madre, i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti», rispose: «Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8, 20-21).
Certo per chi darà vita a questo desiderio nei suoi giorni, Gesù ci avverte, avrà intorno a sé opposizione, in famiglia, nella comunità, nella Chiesa.
Potremmo essere calati come il profeta Geremia in una cisterna, fisica per lui, metaforica per noi fatta di ostilità, disprezzo e non considerazione alcuna (Ger 38,4-10).
Chi abbraccia questo desiderio sarà perseverante se lo farà con il coraggio datoci dall’Evangelo: muteranno le opinioni, cambieranno gli uomini, i governi, i vertici ecclesiastici, un giorno otterrà grandi simpatie e consensi il giorno dopo profonde antipatie e ostilità, ma egli non regolerà mai la bussola della sua vita sugli umori mutevoli, andrà verso il suo obiettivo seguire Gesù, il Cristo, Signore delle nostre vite: «venite dietro a me che sono mite e umile ci cuore e troverete riposo». (Mt 11,29)
“Chi abbraccia questo desiderio seguirà Gesù anche se questo dovesse procurargli persecuzioni anche se questo dovesse procurargli la morte. (E. Balducci)
Amen