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EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO (10)

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Paola  Radif

Capitolo 4° (Seconda Parte)

Se è fondamentale una formazione di tutti coloro che a livello parrocchiale operano nell’ambito dell’educazione è diventato ormai necessario superare i confini parrocchiali per allacciare alleanze e istituire forme di collaborazione con le altre “agenzie educative”. Un primo ambito è quello dell’oratorio, che accompagna le nuove generazioni, avvalendosi dell’apporto di laici che, assumendo responsabilità educative, ne divengono protagonisti.
L’oratorio esprime la passione educativa della comunità, “che impegna animatori, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sintesi armoniosa tra fede e vita”. I suoi strumenti vanno dallo sport alla musica, al teatro, al gioco, allo studio: cioè tutto ciò che appartiene all’esperienza quotidiana dei più giovani. In tale contesto il documento cita le varie aggregazioni ecclesiali, significative per l’azione educativa, che sono presenti in gran parte delle parrocchie. Tra esse occupa un posto di rilievo l’Azione Cattolica, la cui storia è connotata da uno stretto legame coi pastori della Chiesa e tra le cui file hanno militato figure di grandi laici, importanti testimoni di vita cristiana.
Un altro binario su cui può correre l’azione educativa è quello della pietà popolare che, sostenuta da un’appropriata catechesi e da una liturgia sfrondata dagli eccessi, permette di raggiungere tante persone che resterebbero ai margini della vita ecclesiale. Un ruolo educativo particolare è quello della vita consacrata, che si propone al mondo come segno e anticipazione delle realtà ultime ed è caratterizzata da una speciale configurazione a Cristo casto, povero e obbediente. In particolare va qui sottolineato il ruolo di quegli istituti che si dedicano a compiti educativi, che risulteranno sempre più valorizzati nella misura in cui percorreranno vie di più stretta collaborazione con le Chiese locali.
Siamo ora all’ambito della scuola, realtà complessa che ai nostri giorni soffre forse di una crisi d’identità. Chiamata a trasmettere la cultura che riceve dal passato, formando all’attualità del presente e donando competenze per costruire il futuro, la scuola si trova in realtà a privilegiare più il “come fare” che il “chi essere”. Troppa è la domanda di conoscenze e capacità professionali, tanto è il rischio che i giovani studenti non siano al passo con le richieste e la mentalità odierna: di conseguenza il docente tende ad essere considerato non più un maestro di cultura, ma un trasmettitore di nozioni.
Per questo si auspica da parte della comunità cristiana di poter intensificare la collaborazione permanente con le istituzioni scolastiche, tramite le associazioni di genitori, docenti, studenti e varie realtà similari per riuscire ad investire in una scuola che promuova una cultura umanistica e sapienziale. I giovani siano, sì, abilitati all’ingresso competente nel mondo del lavoro e delle professioni, ma sappiano anche vivere i valori che sorreggono la società, dalla solidarietà, alla gratuità, alla legalità, al rispetto delle diversità. Un contributo qualificato in tal senso potrà darlo il docente di religione cattolica, promuovendo un dialogo costruttivo con i colleghi.

Filo diretto col catechista
Ai vescovi che hanno emanato questo documento piace molto il termine “alleanza”. Non è la prima volta che lo incontriamo nel corso del capitolo.
Ma, lasciando da parte l’importanza biblica di questa parola, soffermiamoci sul messaggio che può dare a tutti nella quotidianità.
Vivere da soli, senza alleati, è sterile. Stringere un’alleanza è entusiasmante, sottintende un obiettivo comune, apre al futuro: è accettare un impegno con lo sguardo fisso verso un traguardo.
Nel campo educativo, siamo esortati ad aprire il nostro orizzonte, a dare e ricevere con gioia: là vedremo tante ricchezze, là cammineremo insieme. Con le parole di un celebre personaggio mozartiano, anche se in tutt’altro contesto, potremo dire: “Là ci darem la mano”, fraternamente uniti nella collaborazione e condivisione di esperienze.


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