Maria nel "Tondo Pitti" di Michelangelo (Timothy Verdon - L'Osservatore Romano)
"Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio" (Ebrei, 1, 1-2). Dopo tante parole, alla fine "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria" (Giovanni, 1, 14), così che ormai coloro che parlano lo fanno solo per annunciare la sua presenza. Le "sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia, poiché vedono con i loro occhi il ritorno del Signore in Sion" (Isaia, 52, 8), un ritorno trionfale a beneficio non solo del popolo eletto ma dell'intero genere umano: "Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i popoli; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio" (Isaia, 52, 10).
Tale dimensione universale è suggerita, ad esempio, dalla forma "cosmica" di un tondo marmoreo scolpito da Michelangelo nel primo lustro del Cinquecento, il cosiddetto Tondo Pitti. Rappresenta Maria, seduta su un blocco di marmo mentre mostra un libro aperto al bambino Gesù, il quale vi appoggia il braccio destro. Alle spalle di Maria, un altro bambino guarda verso Cristo: è san Giovannino Battista, sovente raffigurato nell'arte di Firenze in quanto patrono cittadino; le relative posizioni di san Giovannino e del piccolo Cristo riflettono la testimonianza del Battista ricordata dal brano evangelico, "Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me" (Giovanni, 1, 15). Ma è soprattutto il braccio di Gesù poggiante sul libro a collegare questo rilievo alla liturgia del tempo natalizio, comunicando con efficacia l'idea di un'antica cultura letteraria ora "incarnata" nel Verbo fattosi bambino.
Ha particolare interesse il blocco su cui siede Maria. Perfettamente squadrato e levigato, allude a una delle promesse messianiche riportate da Isaia: "Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso" (28, 16). Il Nuovo Testamento, ricordando questa pietra simboleggiante Cristo, ricorda anche che essa fu "rigettata dai costruttori" (1 Pietro, 2, 4). L'allineamento del blocco con la sovrastante figura di san Giovannino, futuro profeta della morte sacrificale di Cristo, suggerisce la misura in cui "i suoi non l'hanno accolto".
Ma il blocco ha soprattutto un significato positivo. Rappresenta Cristo, e nella prima lettera di san Pietro si dice ai cristiani: "stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo" (2, 4-5). Con la nascita del Salvatore, cioè, Dio risarcisce i suoi fedeli per la distruzione dell'antico tempio e della città santa, inserendoli nel nuovo tempio che ha Cristo per fondamento; ecco il senso dell'esortazione di Isaia nella prima lettura: "Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme" (Isaia, 52, 9). In verità, Dio ha fatto più che "consolare": ha mandato un figlio che "a quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati" (Giovanni, 1, 12-13).
A quanti l'hanno accolto. La prima persona ad "accogliere" il Verbo - a stringersi a lui, pietra d'angolo - è infatti Maria, figura privilegiata dello "edificio spirituale" le cui pietre vive sono coloro che credono nel nome di Cristo. Ecco perché Michelangelo la rappresenta assorta, meditabonda, con in testa un serto adorno d'un cherubino: Maria qui "sta" per la Chiesa, o, meglio, per l'umanità intera chiamata in Cristo alla figliolanza divina. Medita perché riassume in sé la ricerca spirituale di tutti gli uomini di tutti i tempi, di senso, di verità e di bellezza. Stava cercando nel suo libro aperto, ma, al posto delle parole, Dio le ha dato il suo Verbo come figlio. Se il volto della giovane donna non è poi solo pensoso ma sottilmente velato, è perché con la carne viene la mortalità, e Maria - seduta sulla pietra destinata a essere rigettata - intuisce che un giorno suo figlio morirà.
Tale dimensione universale è suggerita, ad esempio, dalla forma "cosmica" di un tondo marmoreo scolpito da Michelangelo nel primo lustro del Cinquecento, il cosiddetto Tondo Pitti. Rappresenta Maria, seduta su un blocco di marmo mentre mostra un libro aperto al bambino Gesù, il quale vi appoggia il braccio destro. Alle spalle di Maria, un altro bambino guarda verso Cristo: è san Giovannino Battista, sovente raffigurato nell'arte di Firenze in quanto patrono cittadino; le relative posizioni di san Giovannino e del piccolo Cristo riflettono la testimonianza del Battista ricordata dal brano evangelico, "Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me" (Giovanni, 1, 15). Ma è soprattutto il braccio di Gesù poggiante sul libro a collegare questo rilievo alla liturgia del tempo natalizio, comunicando con efficacia l'idea di un'antica cultura letteraria ora "incarnata" nel Verbo fattosi bambino.
Ha particolare interesse il blocco su cui siede Maria. Perfettamente squadrato e levigato, allude a una delle promesse messianiche riportate da Isaia: "Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso" (28, 16). Il Nuovo Testamento, ricordando questa pietra simboleggiante Cristo, ricorda anche che essa fu "rigettata dai costruttori" (1 Pietro, 2, 4). L'allineamento del blocco con la sovrastante figura di san Giovannino, futuro profeta della morte sacrificale di Cristo, suggerisce la misura in cui "i suoi non l'hanno accolto".
Ma il blocco ha soprattutto un significato positivo. Rappresenta Cristo, e nella prima lettera di san Pietro si dice ai cristiani: "stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo" (2, 4-5). Con la nascita del Salvatore, cioè, Dio risarcisce i suoi fedeli per la distruzione dell'antico tempio e della città santa, inserendoli nel nuovo tempio che ha Cristo per fondamento; ecco il senso dell'esortazione di Isaia nella prima lettura: "Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme" (Isaia, 52, 9). In verità, Dio ha fatto più che "consolare": ha mandato un figlio che "a quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati" (Giovanni, 1, 12-13).
A quanti l'hanno accolto. La prima persona ad "accogliere" il Verbo - a stringersi a lui, pietra d'angolo - è infatti Maria, figura privilegiata dello "edificio spirituale" le cui pietre vive sono coloro che credono nel nome di Cristo. Ecco perché Michelangelo la rappresenta assorta, meditabonda, con in testa un serto adorno d'un cherubino: Maria qui "sta" per la Chiesa, o, meglio, per l'umanità intera chiamata in Cristo alla figliolanza divina. Medita perché riassume in sé la ricerca spirituale di tutti gli uomini di tutti i tempi, di senso, di verità e di bellezza. Stava cercando nel suo libro aperto, ma, al posto delle parole, Dio le ha dato il suo Verbo come figlio. Se il volto della giovane donna non è poi solo pensoso ma sottilmente velato, è perché con la carne viene la mortalità, e Maria - seduta sulla pietra destinata a essere rigettata - intuisce che un giorno suo figlio morirà.
(©L'Osservatore Romano - 3-4 gennaio 2011)