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Per la Chiesa, quello tra Gesù e le donne è ancora un incontro «sconveniente»

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Le straniere - Voci di donne che prendono la parola nella Chiesa
PER LA CHIESA, QUELLO TRA GESÙ E LE DONNE È ANCORA UN INCONTRO «SCONVENIENTE»

La "straniera" di questo mese è Laura Verrani, teologa che con Francesco Antonioli ha pubblicato il libro "Lo scisma emerso. Conflitti, lacerazioni e silenzi nella Chiesa del Terzo Millennio". Qui sotto Jesus ti offre gratuitamente la lettura integrale dell'articolo, tratto dal numero ora in edicola.

di Federica Tourn

Da quando, a diciannove anni, ha iniziato il suo cammino di fede, la Parola è stata la sua passione, cresciuta nel confronto quotidiano: ancora non sapeva che di questa intimità con il testo biblico avrebbe fatto un mestiere. Per lavoro, infatti, Laura Verrani «spiega la Bibbia alla gente»: che siano parrocchie, università o comunità religiose, va dove la chiamano per tenere lezioni, corsi di catechesi e lectiones divinae. «Sono una freelance della Bibbia», scherza, perché il suo impegno volontario nella Chiesa in realtà non ha un nome.
Verrani ha cominciato a ventisette anni questo suo originale pendolarismo dell’Evangelo, che l’ha portata in giro per l’Italia a raccontare le storie del Libro e ad approfondire nei suoi corsi anche figure femminili troppo spesso trascurate nelle Facoltà teologiche. Lei stessa, da studentessa, in cinque anni non ne ha mai sentito parlare a lezione: «Non sono semplicemente un argomento di studio», racconta. «Nel mondo accademico nessuno ti dice che esistono gli studi di genere o la teologia delle donne».
La svolta arriva con la figura di Maria di Magdala e la tesi sulla figura femminile nelle Sacre Scritture: per la prima volta, Laura Verrani si appassiona all’«incontro sconveniente» fra Gesù e le donne. «Gesù le difende, parla con loro e vuole che stiano con lui», precisa la teologa. «In un mondo in cui il servizio alla Parola per le donne di fatto non esiste, spesso prendo forza dall’esempio di Maria che, sedendosi ai piedi di Gesù, manifesta l’intenzione di essere sua discepola».
Sconveniente è anche l’incontro che Gesù ha con la Samaritana vicino al pozzo, «luogo che si presta al fraintendimento, perché era un posto dove gli uomini andavano a cercare una fidanzata», spiega Verrani. Gesù quindi si rende disponibile al fraintendimento pur di parlare a questa donna straniera, che è stata abbandonata da cinque mariti e a cui nessuno rivolgerebbe la parola. «Non solo», continua. «Gesù si rivela come il Messia e parla con lei di teologia». I discepoli, rimasti ad osservare la scena, si meravigliano che Gesù parli con una donna: «Un meravigliarsi che nella Chiesa continua ancora oggi», chiosa Verrani.
Eppure, nella Bibbia sono tante le tracce del discepolato femminile e del ruolo attivo delle donne nella diffusione della Parola: per esempio Paolo, nella Lettera ai Filippesi, esorta Evòdia e Sìntiche ad andare d’accordo, sottolineando che hanno lottato con lui per l’Evangelo. «Nella Chiesa, per venire nominata devi essere perlomeno una santa», commenta la teologa. «Qui invece Paolo ricorda fra i suoi saluti due donne normali, che hanno avuto una discussione e che sono importanti agli occhi dell’apostolo, tanto che le menziona insieme agli altri suoi collaboratori».
Figlia unica, Laura Verrani proviene da una famiglia non praticante: «Non andavamo a Messa e anche la decisione dei miei genitori di mandarmi alle scuole cattoliche non era dovuta a una scelta religiosa», ricorda. «La mia fortuna è stata non aver mai frequentato il catechismo», aggiunge con un sorriso.
Soltanto più tardi, quando molti suoi coetanei abbandonano la parrocchia, lei comincia a entrarci. «Il mio è stato un percorso generato non dall’abitudine ma dalla ricerca interiore, come succede spesso a chi si accosta alla fede da adulto», spiega. A ventidue anni pensa di avere la vocazione religiosa ed entra in un monastero di Clarisse: «Ho fatto tre anni e mezzo di formazione», spiega. «Le monache mi hanno aiutata moltissimo a capire qual era la mia strada».
Consapevole dell’importanza di un libero discernimento, ha approfondito insieme al giornalista Francesco Antonioli i casi di vocazione forzata emersi un paio di anni fa e che hanno coinvolto tre sacerdoti della diocesi di Torino. «Tutti nella mia comunità ne parlavano ma sul giornale diocesano non usciva nulla», ricorda. «Trovavo questo silenzio insostenibile, così ho scritto al direttore de La Voce e il Tempo perché volevo che la mia Chiesa facesse chiarezza». La risposta ufficiale non arriva ma la lettera si diffonde ugualmente sui social e le reazioni in breve tempo si moltiplicano; nasce anche un’équipe di ascolto per chi vuole rilasciare una testimonianza. Un lavoro enorme, che ha portato a un dossier, poi inviato alla Congregazione per la dottrina della fede, e alla pubblicazione del libro Lo scisma emerso.
«Nel mio cammino di fede tutto è sempre nato dal desiderio: per questo sono allergica alle forzature, che portano a una frustrazione generale, non soltanto nei fedeli ma anche nei parroci e nelle catechiste», commenta Verrani, ribadendo che la frontiera oggi è il mondo degli adulti. «La Chiesa a mio avviso è troppo sbilanciata sui bambini», sottolinea. «L’idea, per la verità un po’ utilitaristica, è che si debba prenderli da piccoli ma bisogna prima aver vissuto un po’ per poter capire la salvezza». Senza avere l’ansia di perdere per strada qualcuno perché, conclude, quello con il Signore è un appuntamento, e prima o poi arriveremo anche noi al nostro pozzo, come la Samaritana.

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Trovi Jesus nelle edicole, nelle librerie religiose, ai tavoli della stampa delle parrocchie. Oppure puoi acquistare il numero in versione digitale (a 2,99 euro) su https://www.edicolasanpaolo.it/scheda/jesus.aspx
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