Un popolo litigioso? Imparare la fraternità
La storia biblica non finisce mai di stupirci per la prossimità che rivela, di pagina in pagina, all’attualità di ogni tempo, compreso il nostro.
La Bibbia ha un suo proprio intento originale che è quello di mostrare come Dio si proponga alla libertà umana negli eventi della storia. Ed ecco, allora, espressioni di quanto noi chiameremmo “minimalismo” letterario nella vicenda che il capitolo diciottesimo racconta: «Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera. Allora il suocero di Mosè, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: “Che cos’è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?”. Mosè rispose al suocero: “Perché il popolo viene da me per consultare Dio. Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l’uno e l’altro. Il suocero di Mosè gli disse: “Non va bene quello che fai! Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; non puoi attendervi tu da solo” » (vv.13-17). Un quadro che stupisce per la sua assurdità: gli ebrei sono da poco usciti dall’Egitto e ora si trovano ad affrontare la prima grande sfida del loro viaggio verso una terra di libertà e, prima ancora, verso un paese verde e fecondo dove poter finalmente piantare le tende e costruire case stabili e sicure. Dire che quanto il popolo stava vivendo fosse un’emergenza, una continua lotta contro la miriade di ostacoli che incontrava lungo il cammino, un azzardo di speranza contro un muro di realistica disperazione, è dir poco.