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Rosanna Virgili Maschile e femminile nella Bibbia

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Rosanna Virgili
2016, 1 CD 11h, formato mp3,
disponibile anche come file scaricabile.

Corso biblico tenuto a Bose, 1-5 agosto 2016 

Maschile e femminile nella Bibbia: le sfide dei mutamenti antropologici

Nella Genesi c’è una presa di coscienza della grandezza dell’uomo e della donna. L’uomo e la donna nel mondo possono dare la vita. Con la loro conoscenza possono fare tanto, possono sfidare la morte, ma con tutta la loro capacità non possono divenire immortali, non possono ghermire l’albero della vita. A volte sopravviene la tentazione di fare da soli, ma non c’è vita piena che l’essere umano possa conquistare se non all’interno di una dinamica di comunione, di relazione.

1. La vita come relazione. Il “due a due” come chiave di lettura dell’estetica biblica
2. L’istituzione della famiglia in Israele
3. Gli eccessi, gli abusi e i rischi nelle relazioni umane: alcuni racconti biblici
4. I fondamenti biblici della differenza sessuale
5. L’arte di governo delle donne: un approccio sapienziale alla vita
6. La relazione uomo-donna come metafora dell’alleanza tra Dio e il suo popolo
7. Maschile e femminile nei vangeli: Maria di Magdala e Pietro. Le relazioni omofile
8. “Una finestra verso l’altro”. Il corpo negli scritti paolini
9. L’amore umano nel Cantico dei cantici

L'uomo e la donna entrambi creati per stare l'uno di fronte all'altra, per essere una il limite dell'altro, rischiano nella vita e nella storia, anche in quella biblica, di essere invece l'uno contro l'altra.
Rosanna Virgili, biblista presso l’Istituto Teologico Marchigiano, ha guidato l’ottantina di ospiti presenti a Bose questa settimana in un percorso attraverso le storie degli uomini e delle donne dell'Antico Testamento e del Nuovo Testamento. Caino, Abele, Abramo, Sara, Mosè, Davide, Debora, Ruth e Noemi, Pietro,e Maria Maddalena: attraverso il racconto esegetico delle loro vicende umanissime, la Virgili ha cercato di dare significato concreto ai concetti di maschile e femminile, sempre tenendo presente la distinzione tra l'antropologia culturale che definisce gli usi e i costumi e quindi anche i rapporti tra uomini e donne di una data cultura e periodo storico, e l'antropologia teologica che invece rivela nel tessuto della narrazione biblica un impianto etico che pone al centro la relazione.
Il rispetto del limite dell'altro, della differenza, il riconoscimento all'interno della relazione di una trascendenza che impedisce di impadronirsi dell'altro sono ciò che permette di restare nell'alleanza e di non cadere nell'idolatria. Da ultimo la biblista ha mostrato come all'interno del paradigma del maschile e del femminile compreso come paradigma della differenza, della scoperta del proprio limite e della propria non autosufficienza, è possibile leggere la storia dell'alleanza tra Dio e il suo popolo, storia fatta di alterità, di tradimenti, di abbandoni, di perdono e di continue riprese. (fonte)

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