Savone - Omelia Seconda Avvento 9 dicembre 2012
A contatto con il Dio che raggira la via dell’ufficialità. È qui che ci porta la liturgia della II Domenica di Avvento, mentre ci chiede di farci pellegrini verso il deserto. Chi l’avrebbe mai detto che Dio potesse rivelarsi a un uomo che per scelta decide di collocarsi nel luogo dell’anti-apparenza e dell’irrilevanza qual è un deserto? Il luogo che per eccellenza è il simbolo del silenzio diventa il luogo da cui parte un messaggio di rinnovamento. Sempre così: il deserto rappresenta una sorta di terapia di riabilitazione usata da Dio quando vengono meno gli abituali punti di riferimento. Se da una parte il frequentare il deserto è invito a misurarsi con ciò che conta davvero, esso è altresì invito ad una esperienza di condivisione: chi si avventura da solo è presto destinato a scomparire. Non scontata la scelta del deserto: non poche volte, infatti, pur di evitare il confronto con gli interrogativi di fondo dell’esistenza, è più seducente rincorrere altre proposte che, se immediatamente sono più allettanti, non tardano a diventare vere e proprie forme di schiavitù.
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Antonio Savone svolge il suo ministero presbiterale come parroco della Parrocchia SS. Trinità in Tramutola (PZ).
Ha pubblicato tre raccolte di omelie: Come albero (Anno A), Lungo la via (Anno B), Imprevedibili i passi di Dio (Anno C). I testi si possono richiedere direttamente all'autore: info@acasadicornelio.it